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Mi ricordi il freddo fuori scuola (Il freddo fuori scuola)
Baciarti con l'amaro in bocca (Con l'amaro in bocca)
Tornare a casa con il sangue che cola
Dentro un cesso, le tue dita in gola
Tu sai che mi ricordi quelle storie di panchine
In cui la notte va veloce, va veloce da morire
Tu mi fai venire voglia di partire
Senza sapere dove andare, eh
Ora che la notte porta a galla le ferite
Ogni anno sembra sempre più difficile dormire
Il tempo passa e io lo passo un po' facendo cosе fighe, un po' no, oh

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"Perché mi hai portato a casa tua?" chiedo mantenendo un tono di voce più normale possibile.

"Quante domande Luce! Ci deve essere per forza un motivo? Volevo portarti qui e basta." risponde leggermente alterato facendomi zittire immediatamente.

"Vieni dai." continua e così entriamo nella sua fantastica casetta.

Vi devo dire... Molto bella.

L'arredamento è moderno, ma comunque me lo sarei aspettato da uno come lui.

Una persona così.. Così..

Così come?

Non so neanche che aggettivi usare, ma ci penseremo dopo.

Una volta che si è liberato dagli occhiali da sole e tutte le cianfrusaglie che occupano le sue tasche si siede intorno al tavolo che c'è in cucina, e non perdo tempo a farlo anch'io.

"Pizza?" mi chiede.

"Wustel e patatine" rispondo mentre lui compone il numero della pizzeria, annuendo poi alle mie parole.

"Tra poco arriva.. Nel frattempo ti faccio vedere un po' la casa, vieni." dice una volta staccato al cellulare.
Mi appoggia una mano dietro la schiena guidandomi e facendomi vedere le varie camere da cui è composta la casa.

"E infine questa è la mia camera."

Una camera ne molto grande e ne molto piccola, super ordinata, con un piccolo balcone, un letto matrimoniale e una cabina armadio, di fronte a quest'ultima resto interdetta e spalanco gli occhi per lo stupore.

"Hai una cabina armadio?!" e Pietro annuisce aprendo la cabina in questione, metro dò un veloce sguardo all'interno.

"Bellissima, il mio sogno fin da bambina!" sorride.

"Quando ho acquistato la casa c'era già all'interno e quindi ne ho approfittato. Tranquilla che prima o poi i sogni si avverano."

Certo Pietro. Sfortunata e come sono sicuramente si avvererà.

Ma comunque annuisco semplicemente alle sue parole.

Scendiamo di nuovo al piano inferiore e ci accomodiamo sul divano accendendo la mega TV che si trova davanti a noi.

Poco dopo suonano al campanello ed è la pizza.

Finalmente.

Che fame.

Iniziamo a mangiare parlando del più e del meno.

"Hai proprio una bellissima casa, complimenti." dico sincera.

"Grazie, anche la vostra è molto bella. Piccola, ma tanto accogliente."

"Già..."

"Quella lì è tua madre?" chiedo cambiando discorso e indicando una foto sul camino.

"Si, proprio lei." risponde.

Mi alzo afferrando tra le mani la fotografia in questione, analizzandola per bene.

Ci sono raffigurati Pietro, Asia e la madre.

"È molto bella tua madre, come si chiama?"

"Paola." risponde alzandosi mentre si posiziona accanto a me.

"Andate d'accordo?"

Forse dovrei farmi gli affari miei, ma voglio sapere.

"Si, ma spesso è una palla al piede. Inizialmente non era d'accordo che io facessi musica, o meglio, era d'accordo ma pensava che ciò non mi avrebbe portato a niente. E invece... Ragazzi e ragazze a cui piace la nostra musica, pubblicazione dei dischi, ma soprattutto il debutto a Sanremo. Lì penso di averla resa immensamente fiera di me, e questo mi ha riempito il cuore pieno di gioia."

"Ci sta che si preoccupa per te, sei suo figlio.. Il suo amorino." rispondo strizzandogli la guancia mentre lui fa una smorfia.

"Ma comunque, secondo me, non ti avrebbe messo i bastoni tra le ruote. Poteva non essere d'accordo inizialmente, ma se suo figlio è felice e la musica gli fa bene al cuore lei avrebbe acconsentito perché infondo la gioia di un figlio è ciò che ti fa andate avanti fondamentalmente." continuo mentre il principino ascolta attentamente.

"Che poetessa!" risponde sorridendo.

"Ma dai... Erano parole commoventi, uscite dall'anima. Sii serio."

"Hai ragione..." sussurra guardandomi, troppo intensamente per i miei gusti.

Pietro?

Stai bene alla sorella?

Non fissarmi così.

Ti prego.

"Cosa c'è?" chiedo fissandolo a mia volta.

"Nulla, mi piacciono i tuoi occhi." mi dice.

"Uhm, grazie.."

"Luce..."

"Dimmi Pietro."

"Ti sto per baciare."

Ah.

Ok, hai la via libera.

"Bene, ma non c'era bisogno di dirme-"

Come non detto.

Il principino unisce le nostre labbra, dando via ad un bacio delicato.

E se sapevo che questo contratto mi avrebbe fatto sentire tante farfalle nello stomaco come se fossi una 15enne con gli ormoni a palla, l'avrei accettato altre mille volte.

Camomilla e miele - Fares Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora