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Mi sto preparando nei camerini di P&D, indosso un corsetto brillantinato che abbraccia il mio corpo, esaltando le curve e il seno. Le luci del camerino risplendono sulle paillettes del corsetto, creando un effetto scintillante che cattura lo sguardo e attira l'attenzione. Indosso anche un paio di reggicalze, che sostengono le calze a rete che avvolgono le mie gambe con un velo di mistero e seduzione. I tacchi a spillo, alti ben dodici centimetri, completano l'outfit, conferendo un'eleganza e una sensualità magnetica al mio passo. Il trucco, questa volta, è più pesante del solito, con occhi enfatizzati da una profonda sfumatura di nero e rossetto scuro che accentua le labbra.

Mentre mi ammiro allo specchio, immersa nei miei pensieri, prendo una decisione importante. Affronterò Markus, dopo cinque lunghi anni di incertezza, se lui non ha intenzione di mantenere fede al patto, allora sarà tempo di fare chiarezza una volta per tutte.

Mi siedo sullo sgabello del camerino, mentre lo sguardo si perde nel vuoto, lascio che i miei pensieri vaghino tra i meandri della mia mente. Markus è stato il mio appiglio in questi cinque lunghi anni di incertezza e ricerca. Mi sono illusa, ho creduto alle sue parole quando mi ha promesso di svelare il mistero che circonda la scomparsa di mia madre. "Io so cosa è successo a tua mamma. Se tu lavorerai per me, io ti racconterò tutto" mi ha detto con voce sicura, e io gli ho creduto.

Ma ora mi rendo conto di essere stata ingannata, di aver creduto al primo che passava e che mi prometteva una risposta. Mi rendo conto che forse è stata solo un'illusione, la voglia di scoprire cosa fosse realmente accaduto a mia madre, di credere che finalmente avrei avuto delle risposte. Ma se ancora oggi non so nulla, se ancora sono avvolta nell'oscurità del mistero, allora Markus non sa nulla. Mi ha usato soltanto per i suoi scopi, manipolando la mia disperazione per trarne vantaggio.

Basta. È giunto il momento di porre fine a questa illusione, di smettere di lavorare per lui e di farmi maltrattare da lui. È giunto il momento di prendere le redini della mia vita e di cercare la verità altrove. Mi alzo dallo sgabello con determinazione, la decisione presa risuona forte dentro di me.

Indosso ancora il costume di scena mentre mi avvio verso l'ascensore, che mi porterà all'ultimo piano, dove si trova l'appartamento di Markus. Non c'è esitazione nelle mie mosse, né alcuna paura; c'è soltanto una rabbia che brucia dentro di me, alimentata dall'inganno e dall'assenza di risposte sulla scomparsa di mia madre. Cammino con determinazione, conscia che è giunto il momento di affrontare Markus e di mettere fine a questa farsa una volta per tutte.

Entro nel suo appartamento con passo deciso, e lo trovo seduto sul divano, circondato da un'atmosfera di frivolezza e distrazione. Una mia collega, Anne, gli sta ballando sopra, muovendosi con grazia e sensuale eleganza. Il suo corpo si contorce al ritmo della musica, i movimenti sinuosi e ipnotici, mentre i capelli biondi ondeggiano intorno al suo viso con ogni movimento. La sorpresa si dipinge sui loro volti quando mi vedono arrivare, interrompendo il loro momento di intimità improvvisa. Markus alza lo sguardo, gli occhi infuriati verso di me con sorpresa e confusione, mentre la mia collega si ferma nel suo balletto sensuale, guardandomi con occhi spalancati e increduli.

La tensione nell'aria è palpabile, e io mi avvicino a loro con passo risoluto. Con voce glaciale e ferma, ordino alla mia collega di andarsene. Inizialmente sembra non capire, ma di fronte al mio sguardo deciso e determinato, comprende la situazione e esce velocemente dall'appartamento di Markus. Il suo passo è rapido, quasi frettoloso, mentre si allontana dalla scena.

Markus mi guarda indispettito, alzandosi dal divano e allacciandosi i pantaloni. Le sue parole sono cariche di minaccia quando dice «ed ecco che ora mi dovrò incazzare.»

Ma io non mi lascio intimorire, ribatto «no, Markus, sono io che mi incazzo. O mi dici cosa è successo a mia mamma, o non mi vedrai più.»

La sua risposta è una risata beffarda, la sua solita espressione malvagia dipinta sul volto mentre si avvicina al bar per versarsi un bicchiere di whisky. «Cos'è successo, amore mio?» mi deride, con un tono sprezzante. «Ti sei presa la pillola del coraggio?»

|Piccola Stella.|⭐️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora