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Mi sveglio in un turbinio di confusione, il mondo intorno a me sfocato e distorto. Gli occhi si aprono con fatica, le palpebre pesanti come piombo. La vista è appannata, come se fossi dentro una bolla di nebbia, tutto intorno a me è un'immagine sfocata e indistinta.

Il dolore alla testa mi assale come una lama affilata, un martellante battito che risuona nel mio cranio. Cerco di sollevare una mano per toccare la fonte del dolore, ma le mie mani sono pesanti e inerti, strette da una corda che taglia la mia pelle con una presa spietata.

Sono seduta a terra, il terreno duro e freddo sotto di me. Il freddo si insinua nelle ossa, ma la sensazione è lontana, come se fossi distante dal mio stesso corpo, come se tutto ciò che mi accade fosse un sogno irraggiungibile.

La paura comincia a insinuarsi nel mio petto, un sottile filo di terrore che si dipana dentro di me. Non so dove sono, cosa sta succedendo. Sono sola, intrappolata in un labirinto di oscurità e confusione.

«Buongiorno, principessa. Finalmente ti sei svegliata» dice John con un sorriso malizioso, e tutto ritorna in un vortice di flashback. La droga che mi ha dato, il colpo alla testa. La donna misteriosa che voleva vedermi, parlarmi.

La memoria torna piano piano, come un puzzle che si ricompone lentamente. E tutto questo è accompagnato dal suono dei tacchi che si avvicinano sempre di più. Il cuore mi batte all'impazzata mentre il terrore si insinua dentro di me come un serpente velenoso.

«Cosa è successo?» balbetto, cercando di mettere insieme i pezzi di questo terribile enigma.

Ma le parole muoiono sulle mie labbra quando la figura femminile appare davanti a me, un sorriso freddo sulle labbra, gli occhi che brillano di malevolenza. E mi rendo conto con orrore che il mio incubo è appena cominciato.

La donna davanti a me ha degli occhi azzurri che ricordano un riflesso di cielo limpido in un mare tempestoso. I suoi capelli neri come la notte cadono morbidi sulle spalle, un contrasto netto con la pallidezza della sua pelle. Mi guarda con un sorriso sottile, ma nei suoi occhi c'è un'ombra di qualcosa di oscuro, di inquietante.

«Buongiorno, mia cara Blue» mi saluta con una cordialità che mi fa rabbrividire, come se avesse già scritto il mio destino con una mano di ferro.

Un altro uomo entra nella stanza, interrompendo il momento di tensione. «Signora, abbiamo poco tempo. Suo figlio sta arrivando» annuncia con voce ansiosa.

«Maledizione!» impreca la donna, rivolgendo lo sguardo a John con rabbia palpabile. «Questa è tutta colpa tua, John. Una buona non ne combini.»

Senza attendere una risposta, scaglia uno schiaffo violento sul viso di John, il suono metallico dell'anello che colpisce la sua pelle riempie la stanza di una sinistra eco. Rimango senza parole, osservando la scena con occhi sbarrati, il cuore che batte all'impazzata nel petto.

Il silenzio che segue è carico di tensione, come se il mondo stesso tenesse il fiato in attesa di ciò che accadrà dopo. La donna e John si scambiano uno sguardo carico di sfida, come due predatori pronti a scagliarsi l'uno contro l'altro.

E io sono lì, al centro di tutto, un giocattolo nelle loro mani, incapace di muovermi, incapace di difendermi. La paura mi stringe il petto con una presa di ferro, mentre mi preparo a affrontare ciò che verrà.

La donna si passa una mano nei capelli, un gesto nervoso che tradisce la sua rabbia. Prende due respiri profondi, cercando di calmarsi, ma nel suo sguardo vedo ancora una fiamma di ira pronta ad esplodere.

«Cosa ci fate nell'appartamento di Markus?» domando, cercando disperatamente di dare un senso alle infinite domande che mi assillano.

La donna emette una risatina, una nota di sarcasmo nel suo tono. «Cosa ti fa credere che tu possa farmi domande?» mi chiede, uno sguardo gelido che mi trafigge come un ago.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 15 ⏰

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