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La luce del sole mi avvolge con il suo calore, mentre cammino per strada, circondata dallo scorrere della vita urbana. I suoi raggi mi costringono a tenere gli occhi socchiusi, ma non cerco l'ombra. Anzi, desidero catturare il sole, tenerlo tutto per me, come se potesse riportarmi un pezzo di quell'affetto che mia madre mi trasmetteva attraverso il suo amore per il sole. Mia madre amava il sole e ripeteva sempre: "il sole bacia i belli, e lui ti bacerà sempre perché sei bellissima". Ricordo le lunghe passeggiate che mi costringeva a fare durante le belle giornate, il suo volto illuminato da un sorriso contagioso che trasmetteva gioia e serenità. Sorrideva così tanto che sembrava rubare l'attenzione al sole stesso, e quando le nuvole oscuravano il cielo, il suo sorriso si spegneva come una candela al vento. Il sole mi ricorda i suoi baci e le sue carezze, delicate e dolci, che avvolgevano ogni parte del mio corpo con amore materno. Anche se gli occhi mi bruciano ancora per la sera precedente, non posso fare a meno di lasciarmi accarezzare dalla sua luce, trovando conforto nel suo abbraccio caldo e familiare.

Quando sono uscita da casa di Kai, l'aria frizzante della notte mi ha accolto con una carezza fredda. Ho camminato verso la festa di John. La musica pulsante e le luci vivaci hanno avvolto l'atmosfera mentre mi avvicinavo alla porta. Appena ho incrociato lo sguardo di John, un sorriso luminoso si è dipinto sul suo volto. Mi sono avvicinata al banco dei cocktail, dove due drink invitanti stavano aspettando di essere presi. John mi ha offerto una delle sue pillole speciali. Il resto della serata è un vuoto confuso. Mi ritrovo a stropicciare gli occhi e a sbuffare di fronte all'appartamento di Luke, con un mal di testa lancinante che mi accompagna inesorabilmente. Quel sorriso di John è l'unica cosa chiara nella mia mente, mentre cerco di fare ordine nei ricordi offuscati dalla nebbia dell'alcol e delle sostanze.

«Dove sei stata?» chiede Luke, il tono della sua voce carico di preoccupazione.
«Ad una festa» mormoro, alzando gli occhi al cielo.
«E non potevi avvertire? Dio, B, sono stato in pensiero!» esclama Luke, rivolgendomi uno sguardo incazzato.
E non è stato in pensiero tutti questi anni? Anzi, dov'è stato? Ma sono troppo stanca per iniziare la solita discussione. Sorrido per la sua incoerenza, accettando che forse non otterrò mai una risposta soddisfacente. La fatica mi avvolge come una coperta pesante, rendendo difficile persino il pensare a come rispondere.
Dietro Luke c'è Kai con una sigaretta in bocca e la ragazza di ieri che gli accarezza il petto. Come al solito, Kai mi rivolge uno sguardo di odio ed io.. davvero sono troppo stanca per le interazioni sociali. Mi sento come se fossi in una bolla, distante da tutto ciò che accade intorno a me. La sua ostilità mi attraversa come una lama affilata, ma non ho energie per affrontarla. Preferisco chiudermi nel mio mondo, lasciando che la stanchezza mi avvolga completamente.

Così, senza rispondere di più, volto le spalle e vado nella stanza, ignorando i richiami di mio fratello e sbattendo la porta. La mia unica priorità è una doccia e dormire. Metto il telefono in carica, prendo l'intimo e una maglietta del pigiama. Sono così esausta che non riesco nemmeno a pensare a cosa possa succedere dopo. Voglio solo lavare via la stanchezza della serata, immergermi nell'acqua calda e lasciare che il sonno mi porti via in un mondo di tranquillità e riposo.

Sotto il flusso costante dell'acqua calda, chiudo gli occhi lasciando che la sensazione rilassante mi avvolga completamente. Posso sentire ogni goccia che scorre lungo la mia pelle, sciogliendo le tensioni accumulate. Con le mani, strofino vigorosamente il mio corpo, cercando di cancellare ogni traccia della notte precedente dalla mia pelle. La mente vaga tra i ricordi confusi, ma questa volta non c'è spazio per la gioia o l'entusiasmo. La festa di ieri sera è un vuoto incolmabile, un periodo di tempo in cui il mio corpo non era più mio, ma alla mercé degli altri. Non era come al lavoro, dove il rispetto e i confini sono rigorosamente definiti. Lì, ero vulnerabile, esposta a situazioni potenzialmente pericolose e fuori dal mio controllo. Nell'atmosfera ovattata del bagno, cerco disperatamente di liberarmi di ogni ricordo spiacevole. Strofino la pelle con forza, sentendo il calore diffondersi mentre il flusso dell'acqua pulisce via non solo lo sporco fisico, ma anche i pensieri intrusivi che mi tormentano. L'acqua mi avvolge come una carezza lenitiva, mentre mi immergo sempre più profondamente nel mio rituale di purificazione.
Quindi strofino più forte che posso, fino a che la pelle non diventa rossa per quanto forza gli metto, ma voglio eliminare ogni cosa, anche se non so cosa.
Strofino con forza, fino a che la pelle non diventa arrossata sotto la pressione delle mie mani. Voglio eliminare ogni traccia della notte precedente, anche se non so esattamente cosa sia potuto succedere. L'acqua calda e il movimento energico delle mie mani mi danno una sensazione di pulizia, come se potessi scacciare via ogni ricordo spiacevole insieme allo sporco sulla mia pelle. Dopo aver chiuso il rubinetto, mi avvolgo in un asciugamano morbido e lascio che l'aria fresca della stanza accarezzi la mia pelle umida. I miei capelli sono ancora bagnati, ma non ho la forza di preoccuparmene ora. Indosso un perizoma rosso con una maglietta bianca che mi copre a stento.

|Piccola Stella.|⭐️Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora