2. L'inizio di un incubo

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La luce del club notturno danzava sul viso di Gioia, mescolandosi con le ombre oscure che avvolgevano la sala. La musica martellante vibrava nell'aria, mentre i clienti sorseggiavano i loro drink con avidità, con occhi che scrutavano il palco con desiderio.

Era la prima notte per Gioia e con il cuore pesante e la mente offuscata dalla disperazione, si avvicinava piano al palco. Indossava un vestito attillato che le si aderiva come una seconda pelle, mentre i tacchi alti battevano ritmicamente sul pavimento.

"Benvenuti, signori e signore, al nostro spettacolo notturno" annunciò il presentatore con un sorriso malizioso. "Ecco a voi la nostra nuova stella, Gioia!"

Un applauso freddo si sentì nell'aria, mentre Gioia tentava disperatamente di nascondere il terrore che la avvolgeva. Con passi incerti, si avvicinò al bordo del palco, sentendo gli sguardi famelici dei presenti bruciare la sua pelle.

Mentre la musica raggiungeva il suo culmine, Gioia cominciò a muoversi con una grazia forzata. Il suo corpo si contorceva in movimenti che sapevano di falsità, mentre cercava disperatamente di trovare una via di fuga da questa prigione autoimposta.

"Guarda che bellezza!" esclamò uno dei clienti, con una voce roca intrisa di lussuria. "Voglio quella lì per me stesso."

Gioia sentì un brivido di terrore scorrerle lungo la schiena mentre i suoi occhi incontravano quelli dell'uomo. La sua mente urlava di fuggire, di correre lontano da questo luogo maledetto, ma il suo corpo rimaneva immobile, come se fosse stato ipnotizzato dal pericolo imminente.

Con passi pesanti, l'uomo si avvicinò al palco, gli occhi brillanti di desiderio malato. "Quanto costa per una notte con te, bella ragazza?" chiese con voce roca.

Il cuore di Gioia batteva furiosamente nel petto mentre cercava di trovare il coraggio di rispondere. "Dipende da ciò che desideri" mormorò, cercando di mascherare il terrore nella sua voce.

L'uomo rise. "Non preoccuparti, tesoro. Sarò gentile con te" disse, con un sorriso malizioso che faceva rabbrividire Gioia fino al midollo.

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Ma il resto della notte non andò come la ragazza immaginava. Si dissolse invece, in un vortice di oscurità e dolore. Gioia si sentiva come se stesse affogando in un mare di peccato e disperazione, il suo corpo violato da uomini senza cuore che la trattavano come un oggetto da possedere.

"Per favore, fermati" sussurrò tra le lacrime mentre il suo oppressore continuava il suo tormento. "Non ce la faccio più."

Ma le sue suppliche caddero nel vuoto, soffocate dal frastuono del club e dall'indifferenza dei presenti. In quel momento, Gioia si sentì come se fosse stata trascinata nell'abisso più profondo dell'inferno, una prigione senza speranza da cui non c'era via di fuga.

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