Capitolo 28

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«Ogni volta che ti guardo, è come se il tempo si fermasse. Il mondo potrebbe crollare intorno a noi, ma tutto ciò che conta sei tu.»

Evie

Mi porto una mano al petto e ansimo, ogni respiro è un tormento. Il dolore, profondo e persistente, sembra essersi radicato così intensamente nel mio essere che ormai fa parte di me. È una presenza costante, un'ombra scura che non posso ignorare. Sopportare è l'unica opzione rimasta, poiché rifugiarmi nel letto e lasciarmi affogare sotto le coperte non è un lusso che posso permettermi.

Mi costringo ad alzarmi e ad affrontare un'altra giornata. Mi vesto in fretta, indossando abiti che mi conferiscono un aspetto esteriore di normalità. Mi trucco con cura, nascondendo le tracce della stanchezza e del dolore dietro uno strato di fondotinta e cipria. Faccio i capelli, cercando di dare un senso di ordine al caos interiore. Mi osservo allo specchio e vedo un volto che non riconosco più: una maschera ben costruita, ma incrinata, che sembra creparsi ogni giorno di più da quando Declan è entrato nella mia vita.

Abbasso gli occhi, incapace di sostenere il mio stesso sguardo, il riflesso di una persona che non riesco più a identificare. Con un sospiro profondo, torno in camera e mi imbottisco di medicine, antidolorifici e antifibrotici che sembrano ormai non fare più nemmeno effetto. La mia routine quotidiana è diventata una lotta costante contro un corpo che mi tradisce e un cuore che si spezza.

Scuoto il capo, ingoio l'amaro e mi faccio forza. Esco dalla mia camera, lasciando dietro di me il rifugio temporaneo del mio dolore. Il frastuono proveniente dalla stanza di mia sorella mi richiama alla realtà. Mi avvio lungo il corridoio, finché non raggiungo la sua porta.

«Che stai combinando a quest'ora del mattino?»

«Dopo scuola vado direttamente a casa di Jenna, e questa sera andiamo ad una festa.» Il tono di Amy è fermo, non ammette repliche.

«Una festa?» Mi sporgo nella sua stanza e vengo subito colpita dalla vista della pila di vestiti gettati disordinatamente sul letto. Odio il disordine, e le mie mani fremono per il bisogno irresistibile di sistemare tutto, sapendo che lei non lo farà mai.

«È il compleanno di Jenna.»

«Non lo ricordavo.» Ammetto, appoggiandomi con le spalle alla parete. «Dove?»

«Suo fratello ci porta in uno dei locali del centro.» Mi spiega. «Ci saranno anche Nora e Eloise.»

«Un locale del centro? Quale?» Un'ondata di ansia comincia a insinuarsi dentro di me. «È pericoloso.»

«Al Moison, e non cominciare.» Mi punta un dito contro. «Siamo sorvegliate abbastanza bene, poi andremo a dormire da Jenna.»

Rimango in silenzio, una strana sensazione mi si annoda allo stomaco, ma cerco di scacciarla per evitare di litigare. Mi mordo la lingua, un colpo di tosse mi scuote il petto, e le parole di Delia mi passano davanti come un fulmine.

Cerco di sopprimere quei pensieri e concentrarmi su mia sorella. La osservo mentre si sfila e infila una serie di vestiti, uno dopo l'altro.

«Sono tutti orribili!» Sbotta, alzando la voce e sedendosi pesantemente sul letto.

Alzo gli occhi al cielo e sospiro. Mi avvicino all'armadio, scorro con la mano sui vari vestiti che ci sono ancora appesi. Ne tiro fuori uno blu notte, tempestato di paillettes, e glielo lancio.

«Prova questo.»

Amy lo tiene in mano per qualche istante e lo osserva attentamente, poi, con un gesto fluido, lo infila tirandolo su dalle gambe e si volta verso lo specchio.

Fire in my bloodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora