Capitolo 51

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«I ricordi sono frammenti di eternità che il tempo non può cancellare.»

Evie

Chiudo gli occhi per un istante, cercando di raccogliere le forze, ma il mondo intorno a me sembra farsi sempre più distante, ovattato. Ogni passo è una battaglia, ogni respiro una sfida contro il dolore che si espande dalla gola al petto, fino a raggiungere ogni angolo del mio corpo stremato.

Il freddo è tagliente, penetra attraverso la felpa e mi avvolge con la sua morsa glaciale. Le punte delle dita, violacee e intorpidite, pulsano di un dolore sordo. Provo a ignorarlo, a concentrarmi su un passo dopo l'altro, ma le forze mi stanno abbandonando. Sento il mio corpo cedere, le gambe che tremano sotto il peso di un'esistenza troppo pesante da sopportare.

Sono stanca, così stanca. Ogni fibra del mio essere urla per un po' di tregua, ma non posso fermarmi, non ancora. Non qui. Non ora.

Apro gli occhi, stringendo i pugni, cercando di ritrovare un po' di calore, un po' di forza per andare avanti. Mi obbligo a continuare, a mettere un piede davanti all'altro, ma il viale sembra allungarsi all'infinito. La casa, che una volta era un rifugio, ora appare come una prigione che mi stringe il cuore.

Un brivido mi attraversa la schiena, e per un attimo vacillo. Mi fermo, inspirando profondamente, tentando di dominare la sensazione di vertigine che minaccia di farmi crollare. Non posso permettermi di cedere, non adesso, non così. Ma la debolezza è insidiosa, mi aggredisce senza pietà, e nonostante la mia volontà, sento che sto per perdere la battaglia.

Con un ultimo sforzo, mi aggrappo a un ricordo, qualcosa di dolce e caldo, qualcosa che possa darmi la forza di fare un altro passo. Ma i ricordi sono ingannevoli, e invece di forza, mi portano solo altro dolore. Il viso di Declan si materializza nella mia mente, il suo sguardo pieno di amore e di paura. La promessa di un futuro insieme, un futuro che sembra sempre più lontano, quasi irraggiungibile.

Una lacrima scivola sul mio viso, gelando a contatto con l'aria fredda. Non so quanto ancora potrò resistere. Ma devo, devo continuare.

Non c'è alternativa.

Poi, la vedo, ferma sul bordo del marciapiede dall'altra parte della strada.

Amy mi guarda con una disperazione che le strazia il volto, e per un attimo rimaniamo lì, ferme, avvolte solo dal freddo e dalla pesantezza di tutto ciò che non viene detto. Fin quando lascia cadere via dalla spalla destra lo zaino che si schianta al suolo e senza preavviso, attraversa la strada che ci separa e si getta tra le mie braccia, singhiozzando forte.

«Sshh.» Le mormoro, carezzandole i capelli con mani tremanti. «Va tutto bene.»

Ma le sue parole, soffocate dai singhiozzi, mi spezzano il cuore. «Non ci riesco, Evie. Non posso accettarlo, ho bisogno di te.»

Stringo la presa su di lei, cercando di assorbire tutto il suo dolore dentro di me. Ogni lacrima che versa mi lacera, e mentre tento di raccogliere i pezzi di lei, sento anche i miei sgretolarsi. So che la verità è troppo dura da sopportare, per entrambe, e così decido di darle un po' di speranza, anche se fioca.

«Ci proverò, Amy.» Le mormoro con voce spezzata, cercando di convincere più me stessa che lei. «Proverò a curarmi.»

Amy si irrigidisce, tirandosi leggermente indietro per cercare i miei occhi. Il suo respiro si fa affannoso mentre cerca di decifrare la mia espressione. «Davvero?» La sua voce è tremante, quasi incredula. «Non stai mentendo?»

«Non sto mentendo.» Le assicuro, asciugandole le guance con i pollici, cercando di far sparire quelle lacrime che mi fanno male.

Sollevo gli angoli della bocca in un sorriso forzato, sperando che possa rassicurarla.

Fire in my bloodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora