Capitolo 14

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«I miei pensieri sono un vortice caotico, un tumulto incessante che mi travolge e mi consuma dall'interno.»

Declan

Mi alleno nel silenzio della palestra, l'unico suono è il ritmico battere dei miei pugni contro il sacco da boxe. Ogni colpo è carico di tensione, un'esplosione di forza che rilascia l'energia accumulata nel mio corpo. I muscoli si tendono e si rilassano, il sudore mi scorre lungo la schiena, ma nella mia mente c'è un caos che non riesco a placare.

Il sacco ondeggia sotto i miei colpi, un nemico immaginario che non offre resistenza. Sono concentrato, ma i miei pensieri tornano sempre a lei. Tutto è iniziato come una vendetta, un piano meticoloso per colpire chi mi ha ferito. E poi è arrivata lei, inaspettata e travolgente, a scombinare tutto.

Non capisco cosa mi stia succedendo. Ogni volta che penso a lei, che mi sta vicino, sento un misto di rabbia e desiderio che mi confonde. Era tutto così chiaro all'inizio: sedurla, usarla, lasciarla. Ma ora, ogni sorriso, ogni parola, ogni suo sguardo mi colpisce più forte di qualsiasi pugno.

Mi piace davvero, e questo mi spaventa.

Il piano doveva essere semplice, senza complicazioni. Ma ora mi trovo a cercare il suo viso quando non c'é, a desiderare il suo tocco, a preoccuparmi per lei. Mi chiedo se lei sospetta qualcosa, se capisce cosa sta succedendo dentro di me. La confusione mi divora, mi rende vulnerabile.

Un altro pugno al sacco, più forte questa volta. Sto cercando di scacciare questi pensieri da circa due ore, ma niente va via. Più cerco di allontanarla dalla mia mente, più lei si insinua nei miei pensieri, più la sua immagine si fa vivida e impossibile da ignorare.

Mi fermo, il fiato corto, i pugni stretti. Devo prendere una decisione. Continuare con la vendetta o lasciarmi andare a ciò che provo davvero per lei. Ma cosa succederà se scopre la verità? Se scopre che tutto è iniziato con un inganno? Mi sento intrappolato, incapace di trovare una via d'uscita.

Rido. Mi graffio la gola a dita strette.

Ma cosa mi salta in mente? Come posso anche solo pensare una cosa del genere? Lascio cadere le braccia, il fiato corto. La confusione e la rabbia mi divorano dall'interno, e l'immagine di lei continua a tormentarmi.

Lancio un urlo soffocato di frustrazione, colpendo il sacco con tutta la mia forza. Troppo forte. Le nocche si spaccano, e realizzo che non ho avuto nemmeno il buon senso di fasciarmi le mani. Il dolore è acuto, ma non riesce a distrarmi dai miei pensieri.

Il sangue cola a rivoli lungo il braccio, proprio come il sangue che vorrei far scorrere. La vendetta che avevo pianificato sembra così vuota ora, così insignificante. Eppure, la voglia di vendetta è ancora lì, intrecciata con il desiderio che provo per lei.

Ogni goccia di sangue sembra un promemoria della mia missione, ma ogni battito del cuore mi ricorda quanto lei sia entrata dentro di me, quanto stia cambiato tutto.

Non so come uscire da questo vortice. Sono intrappolato tra ciò che ero e ciò che improvvisamente sto diventando, e non riesco a vedere una via d'uscita.

La dolcezza dei suoi occhi, il calore del suo sorriso. Come posso volerle fare del male quando lei mi ha dato un assaggio di qualcosa di così vero, così reale?

Il sacco ondeggia pigramente, come se sapesse che ho perso la mia determinazione e mi schernisce. Il dolore nelle mani è nulla rispetto alla battaglia che infuria dentro di me.

Mi allontano dal sacco da boxe, ancora ansimante, e mi dirigo verso il mio attico.

Ho bisogno di isolandomi dal mondo esterno.

Fire in my bloodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora