Capitolo 49

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«Ogni scelta è un passo
verso ciò che diventerai domani.»

Evie

Abbandono la testa contro il finestrino, il freddo del vetro mi aiuta a tenere a bada il caos che mi tormenta dentro. Ho provato a chiamare mia sorella per l'ennesima volta, ma non risponde. Il suono monotono della linea che squilla senza risposta è diventato un martello che colpisce la mia mente già esausta. Chiudo gli occhi per un attimo, cercando di calmarmi, ma un brivido di stanchezza mi attraversa le ossa, facendomi tremare.

Ethan guida con una calma che mi sembra quasi irritante, lanciandomi un'occhiata di tanto in tanto. «Tranquilla.» Mi dice, cercando di rassicurarmi. «Tua sorella sarà sicuramente tornata a casa.»

Non riesco a trattenere un sospiro esasperato. «Come diavolo le è venuto in mente di andare da Declan?» La mia voce è un misto di frustrazione e preoccupazione. «Lui non doveva saperlo.»

Ethan apre la bocca per rispondere, ma lo fermo con un gesto brusco.

«No.» Scuoto la testa, tagliando corto. «Non dire niente.»

Sospira e torna a fissare la strada, lasciando che il silenzio riempia l'abitacolo. Un silenzio che mi pesa sul petto, rendendo ancora più difficile respirare.

«Possiamo andare a prendere la mia macchina?» Chiedo, cercando di concentrarmi su qualcosa di pratico, qualcosa che posso controllare.

Ethan esita, poi scuote la testa leggermente. «Non credo sia possibile.»

«Cosa?» Aggrotto la fronte, confusa e irritata. «Perché?»

«La tua auto è messa male, Evie. Non so se potrai farne qualcosa.» Mi avvisa con un tono serio. «Ma le darò un'occhiata non appena tornerò al lavoro.»

Le sue parole colpiscono duro. Persino la mia macchina ora è inutilizzabile. Sbatto le palpebre, cercando di trattenere le lacrime che minacciano di scendere. Un urlo soffocato mi sfugge dalla gola, ma riesco a trasformarlo in una risata isterica. «Fantastico!» esclamo con un tono che è un misto di rabbia e disperazione. «Sono anche rimasta a piedi, questa cosa è veramente... assurda.»

Mordo il labbro inferiore con tanta forza che sento il sapore del sangue in bocca, un dolore fisico che mi distrae per un momento dalla tortura mentale.

«Evie...» La voce di Ethan è dolce, preoccupata.

Sento la sua mano posarsi sulla mia coscia, un gesto di conforto che, invece di calmarmi, mi fa sentire ancora più persa. Il tremore che mi attraversa diventa incontrollabile, come se ogni fibra del mio corpo stesse cedendo sotto il peso di tutto quello che sta succedendo.

Non riesco a fermarlo, non riesco a fermare niente. Nemmeno lo sguardo perso e pieno di dolore di Declan che mi tormenta nella mente come se stessi vivendo in un loop infernale.

«Vuoi che rimanga con te?» La sua voce è gentile, e per un attimo, considerò l'idea di dirgli di sì, di chiedergli di restare perché restare da sola mi sembra insopportabile.

Ma poi scuoto la testa, sussurrando appena: «No. Hai già perso abbastanza tempo.»

Le parole mi escono con fatica, e mentre le dico, mi rendo conto di quanto siano insincere. In questo momento, Ethan sembra l'unico spiraglio di luce nella mia vita patetica, ma non riesco a permettermi di aggrapparmi a lui. Non dopo tutto quello che è successo, non dopo tutto quello che ha perso a causa mia.

Spero solo che il buio non mi inghiotta completamente una volta che sarò sola.

Quando ferma l'auto davanti a casa mia, un'altra macchina si accosta all'unico posto libero sul marciapiede. Prima che riesca a chiedermi chi sia, vedo Amy scendere in fretta con il cappuccio della sua felpa rosa calcato in testa, la fronte aggrottata e il volto teso.

Fire in my bloodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora