23 gennaio
Bene.
Sto scrivendo. E non so neanche perché lo sto facendo, in realtà.
Anzi, forse lo so.
Mi sono ricordata della maestra di italiano, che un momento prima parlava di quanto fosse importante essere compassionevoli, buoni e gentili con gli altri, e un momento dopo stava sgridando un mio compagno di classe perché aveva nella sua tasca del grembiule le figurine dei Pokemon.
Penso troppo al passato.
Deve essere questo il motivo che mi ha spinta a prendere la penna e l'agenda dallo scatolo nascosto nell'armadio dei vestiti.
La comprai all'insaputa dei miei genitori tre mesi fa.
Una piccola agenda di appena 150 pagine, con la copertina di cartone e il disegnino di un gattino grigio che dorme su un cuscino insieme ad un cagnolino marroncino. Quanto sono carini!
Comunque, ho pensato anche a tutte le volte che ho sentito dire che scrivere può essere una valvola di sfogo se non si ha nessuno con cui parlare e...e niente. Eccomi qui.
Solo che non so da dove iniziare.
Ho così tanto di cui parlare...
Quando dico che non so perché lo sto facendo, intendo che non so come possa essermi utile. Non sono mai stata brava con le parole, quindi come potrei essere brava a scrivere?
Sarà che non sono abituata ma mi fa sentire strana.
Oddio, tutto questo è ridicolo!
È così stupido. IO sono stupida!
Ho appena sprecato un'intera pagina e per farlo mi ci è voluta un'ora intera. Adesso sono le 7 del mattino e mia madre si sta alzando dal letto.
Se mamma e papà sapessero che sto facendo una cosa del genere, prenderebbero "questo stupido quaderno" (così lo chiamerebbero) e lo utilizzerebbero per giocare al tiro al bersaglio contro il pappagallino della vicina. In particolar modo mio padre...
Meglio che adesso lo metta via.
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Lavanda e Iris
Short StoryIl cambiamento non è per tutti. Non è un percorso facile da riconoscere, soprattutto da seguire. Per Talia il cambiamento inizia con le prime ribellioni dell'adolescenza, gesti tanto piccoli quanto importanti per determinare l'inizio di un nuovo p...