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Se sono andata in vacanza nelle vicinanze della casa di Pedro e dei suoi genitori, in montagna, è perché Rosa passa lì le vacanze di Pasqua e ha consigliato lo stesso posto a mia madre per le vacanze estive. Bella idea.

Non saprei dire se l'ultima settimana l'abbia odiata o amata.

Forse entrambe le cose.

Ho scoperto che Pedro frequenta la stessa scuola superiore che frequenterò anche io.

Mi correggo: la stessa scuola che spero di frequentare anche io.

Non ci voglio andare al liceo. Voglio frequentare un istituto professionale.

Lui e i suoi genitori si sono trasferiti qui perché sua madre insegnerà presso l'istituto professionale alberghiero della zona, la stessa scuola dove Pedro è iscritto al quarto anno.

Essendo Pedro il nuovo arrivato, ha già fatto conoscenza con tutti i suoi compagni di scuola, compresi i miei.

Mercoledì scorso si sono riuniti tutti al bar del parco comunale, proprio vicino alla mia scuola.

Anche io ci sono andata, solo perché lui mi ha chiesto di unirmi a loro.

Una decisione di cui, in parte, mi sono pentita perché dato non riuscivo a parlare con lui, ho pensato di tornarmene a casa ma prima avevo bisogno di usare il bagno.

È solo grazie a lui che ne sono uscita illesa perché un branco di 4 brufolosi monofasici e una sottospecie di donna di Neanderthal (che dovrebbe avere tipo 13 anni) hanno pensato di ammassarsi contro la porta e bloccarmi lì dentro.

Molto carino, e anche coraggioso, perdersela con una ragazzina mingherlina come me solo perché credono che io sia stupida e goffa.

- Questa scema si è innamorata e non riesce a parlare con il suo fidanzato! –

- È qui dentro che devi stare, cesso pieno di merda! –

- Rifatti la faccia brutto topo schifoso! –

Queste sono alcune delle cose che mi hanno gridato da dietro la porta.

È inutile, diario mio, che io ti dica che ho provato a spingere la porta senza riuscire a spostarla neanche di un millimetro.

E non riuscendo a liberarmi, sono andata nel panico.

È solo merito di Pedro se sono uscita da lì senza che mi procurassero ulteriori danni.

Adesso non si avvicinano né a me né a lui:

non è stato piacevole per loro scoprire che riesce a sollevare balle di fieno pari al loro peso.

Dopo che quei codardi sono scappati, Pedro si è assicurato che stessi bene e ha insistito per riaccompagnarmi a casa.

Mi ha ridato il suo numero di telefono, scherzando sul fatto che non mi sia fatta più sentire e il giorno dopo è ripassato per portarmi un cornetto alla crema per consolarmi.

Quando mamma ha saputo che cosa è successo al bar, mi ha fatto restare a casa per paura che subissi un'imboscata all'ingresso.

- Preferiranno avere a che fare con un orso, quei criminali! – così ha detto.

Ho accettato di rimanere a casa ma non che litigasse con loro o che andasse a parlare con i professori a scuola perché loro non alzano mai un dito.

Ovviamente non è successo niente e nulla è cambiato.

L'intervento di Pedro è stato più che sufficiente.

Quando mi ha portato la busta con il cornetto ripieno, prima di andare a scuola, ho balbettato di brutto.

Ho sempre riconosciuto il fatto che lui abbia degli occhi bellissimi ma quel giorno erano particolarmente luminosi.

Mi sa che la luce del sole riflette in modo diverso in montagna.

Secondo te mi sono fatta un vero amico?

Quanto vorrei potessi rispondermi.

Come il diario di Harry.

In realtà è di Tom Riddle e lo utilizza per mostrargli una parte della realtà degli eventi ma sarebbe bello se potessi essere vivo e parlarmi scrivendo su una pagina bianca.

Saresti l'amico più fidato e discreto del mondo.

Lavanda e IrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora