Capitolo 15: 14. MEZZANOTTE NERA - NERO CARBONE

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14. MEZZANOTTE NERA - NERO CARBONE

"Io c'ero"

L'esclamazione di Malfoy, che sembra quasi disperata, mi coglie completamente alla sprovvista.

Quando ho preso l'ascensore per salire sul tetto del St. Mungo, un'ora fa, ero fermamente convinta che ci fossero solo due modi in cui quella giornata sarebbe potuta finire: o con il sesso o con Malfoy che non si sarebbe presentato affatto, dato che la mia supposizione che si aggirasse sul tetto ogni maledetta notte era un totale colpo nel buio. Ebbene, sorpresa: nessuna delle due possibilità si è concretizzata. A un certo punto si è fatto vivo, ma dubito fortemente che ci scoperemo presto.

La piega che ha preso il nostro incontro dopo che Malfoy mi ha ordinato di scendere dal bordo del tetto era qualcosa che non avrei mai potuto prevedere, perché non avevo nemmeno considerato una terza possibilità. Semplicemente non mi aspettavo che mi mettesse di nuovo di fronte al fatto che non lo volevo più come partner. ( Diciamo che è un idiota ostinato.) E ancor meno mi aspettavo il tipo di "conversazione" che ne è scaturita. Vale a dire il chiarimento finale sul perché si supponeva che fosse in debito con me.

Io c'ero.

Che diavolo significa? Non si sta riferendo a quel giorno al Maniero in cui Bellatrix mi ha sfregiato a vita, l'ha già detto, e di sicuro mi ricorderei se si fosse mai presentato nelle segrete dove Greyback e Scabior mi hanno tenuta rinchiusa per tutta la durata della mia prigionia, indipendentemente dallo stato in cui mi trovavo in quel momento. A meno che...

"Durante la Battaglia di Hogwarts mi sono nascosto dietro un'armatura in uno dei corridoi del piano inferiore perché semplicemente non sapevo cosa fare", esordisce, con la voce che improvvisamente suona stranamente roca. "Greyback e Scabior mi erano appena passati accanto quando sei comparsa tu. Non ho pensato a nulla, quindi non ho fatto nulla. Non ti ho fermato, non ti ho avvertito. È colpa mia se ti sono successe tutte queste cose brutte, Granger. Cazzo... Quando saremo là fuori insieme, non voglio la tua compassione, né tanto meno la tua protezione, perché, Merlino lo sa, non ne merito nessuna".

Senza parole, guardo Malfoy che si strappa i capelli.

Raramente l'ho visto così sconvolto. Forse non si è più occluso da quando è al quartier generale della Resistenza, ma ha sempre avuto il controllo, una qualità per la quale l'ho maledetto ripetutamente e che ho invidiato almeno altrettanto spesso nelle ultime settimane. Il fatto che ora sia così visibilmente in difficoltà con se stesso mi porta a credere che stia dicendo la verità.

Gli ingranaggi della mia testa girano molto più lentamente di quanto non sia abituata a fare. Poi mi viene un pensiero terribile che mi fa sentire subito male.

"Tu eri lì?" Chiedo senza fiato, ma reprimo l'impulso di allontanarmi da lui con sospetto. Prima di tutto, ho bisogno di altre informazioni. "Tu lo sapevi? Ti hanno detto che mi tenevano prigioniera?"

Gli occhi di Malfoy si spalancano per lo shock.

"No", afferma, alzando le mani in modo conciliante. "Non lo sapevo finché Potter non me l'ha detto, lo giuro. Solo allora mi sono ricordato. Solo allora ho fatto il collegamento".

Stringo i pugno mentre faccio scorrere le sue parole nella mia testa. Hanno perfettamente senso se si considera solo la cronologia degli eventi, dopotutto, mi ha parlato della sua 'colpa' solo dopo che avevo già ucciso Scabior; dopo che Harry gli aveva rivelato perché avevo dato di matto. Quindi non è irragionevole che Malfoy abbia fatto due più due per la prima volta.

Mi rendo conto che gli credo, ma in qualche modo questo non migliora la situazione. Probabilmente dovrei essere contenta che la mia prigionia non sia stata un'altra cosa che lui ha accettato senza protestare, eppure mi sento tradita. Pochi secondi dopo capisco qual è il motivo: orgoglio ferito.

REBEL - TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora