A Little Bird told me

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Maria non si sarebbe abituata tanto facilmente a dover uscire di casa pur di suonare il suo amato pianoforte ma ,se doveva essere sincera, le piaceva quando uno qualsiasi degli inquilini della villa le chiedeva di suonare qualche pezzo in particolare, le faceva sentire il brivido della sfida, cosa che non aveva mai sentito in casa dato che i suoi genitori odiavano la sua passione per il pianoforte.

Quel giorno,come da ormai molto tempo a quella parte, Malcolm l'aveva accompagnata a villa Stark in auto, -non c'è alcun problema per il ritorno, sta tranquillo- disse scendendo dall'auto e sistemando la tracolla della borsa di pelle -dai un bacio ad Hunter da parte mia e digli che non si deve preoccupare, non è mai morto nessuno per una caviglia slogata.-

Il ragazzo annuì per poi sfrecciare a tutta velocità verso la propria destinazione lasciandola da sola sul vialetto di villa Stark, bussò al campanello e ad aprire la porta ,come ogni giorno, fu il signor Jarvis, -Miss Collins, buongiorno- disse con il solito tono affabile.

-Signor Jarvis- disse oltrepassandolo con passo leggero e composto -spero di non essere di disturbo.-

-Lei non è mai di disturbo, Miss Collins- disse chiudendo la porta e guardando la ragazza -ormai per Ana è di famiglia.-

La corvina sorrise bonariamente per poi mettere le braccia dietro la schiena nel sentirgli dire quelle parole, -e io la trovo assolutamente deliziosa, proprio come lei, signor Jarvis- disse dondolandosi sui talloni proprio come quando era piccola,quando indossava le sue amate ballerine tornava un po' bambina.

A distrarla da quella conversazione fu il rumore di una porta sbattuta con violenza e un grande rumore di passi irrequieti ,simili quasi a degli zoccoli di un cavallo imbizzarrito, per poi tramutarsi nella figura di un uomo scarmigliato e con parecchie ore di sonno arretrato, -Jarvis ho bisogno di nuovi quaderni per appunti, dello zolfo e un panino al prosciutto con senape- disse Howard correndo fino alla cassettiera del salotto.

-Invece lui non è per niente delizioso- sussurrò Jarvis rivolto alla ragazza che accennò una breve risata, -signor Stark ha notato che abbiamo ospiti?- chiese al proprio datore di lavoro sperando di distrarlo dalla sua ricerca frenetica.

A quelle parole Howard si girò lentamente e i suoi occhi castani e stanchi incontrarono quelli color acquamarina di Maria, -buon...che ore sono Jarvis?- chiese schioccando le dita freneticamente.

-Sono le undici del mattino, signore- disse pragmatico come suo solito -o , se vuole qualcosa di più facile comprensione per il suo stato attuale, sono due litri di doppio caffè ,e quindi quattro litri, dopo.-

L'uomo respirò profondamente passandosi due dita sui baffi, -so cosa stai cercando di fare Jarvis- disse guardando il maggiordomo -ma non mi fermerò, non adesso.-

Il maggiordomo ,ormai esausto di quel bambinone troppo cresciuto, si diresse in cucina per preparagli quel maledetto panino al prosciutto, vorrei dirvi che ci ha sputato dentro ma...non sarebbe da Jarvis su.

Il viso dell'uomo era stanco e a tratti emaciato,sembrava non dormire e non mangiare correttamente da giorni, il che non l'avrebbe stupita chissà quanto conoscendolo.

Maria si avvicinò al padrone di casa, -non dorme vero?- chiese a mo di saluto ufficiale di quella mattina che sembrava non essere mai iniziata per lui.

-Devo lavorare- disse Howard cercando chissà che cosa dentro la cassettiera che era piena di fogli completamente ricoperti di numeri -non esiste il dormire se c'è il lavoro.-

La ragazza annuì non particolarmente convinta delle parole dell'uomo e continuò a dondolarsi sui talloni, c'erano pochi anni di differenza tra di loro ma le sembravano incredibilmente di più,lui aveva esperienze che lei quasi non immaginava, era stato in guerra anche se non in prima linea, e questo la intimidiva un po' ma di certo non le mozzava la lingua lunga che si ritrovava, -è deleterio non dormire però- disse senza rendersene conto la ragazza.

Stark: The Origins Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora