Jarvis' pov
Edwin Jarvis era il maggiordomo modello, marito affiatato e devoto, ottimo partner in missione ma un pessimo bugiardo e , soprattutto, non sapeva farsi gli affari suoi, un ficcanaso di prima categoria.
Erano giorni che vedeva aggirarsi per la villa il signor Stark come un'anima in pena, come se avesse visto consumarsi davanti ai suoi occhi una catastrofe di proporzioni bibliche, e il fatto di non vedere Miss Collins al suo amato pianoforte aumentava i suoi sospetti.
Uno dei giorni di ultima afa prima dell'inizio dell'autunno, abbastanza irritato di essere tenuto all'oscuro di tutta quella vicenda, entrò di gran carriera nel suo laboratorio, -che cosa sta succedendo, signor Stark?- chiese chiudendole porta alle proprie spalle.
Il signor Stark non rispose ,anzi, si concentrò sulla grande lavagna che aveva fatto installare sulla parete vuota ricoperta di simboli e numeri che apparentemente erano sconnessi tra di loro ma ,ipotizzava, che per lui avesse un significato importante, doveva essere caduto di nuovo in uno dei suoi mutismi per concentrarsi al mille per mille sul lavoro,non accadeva da mesi,ovvero da quando Miss Collins era entrata nella sua vita.
-Jarvis sto lavorando, non voglio essere disturbato- disse abbassandosi da così poter continuare a scrivere ,ormai aveva finito lo spazio sulla lavagna, -ho bisogno di una nuova lavagna da mettere di fianco a questa, Jarvis valla a comprare.-
-Come lei desidera, signor Stark- disse senza muoversi nemmeno di un passo dalla sua destra, stanco di tutto, -magari prima potrebbe dirmi perché non vediamo Miss Collins da giorni ormai.-
Appena la sentì nominare il gessetto stridette in modo rumoroso sulla lavagna provocando un suono che fece accapponare la pelle del maggiordomo, -perchè vuoi saperlo?- chiese posando il gessetto sul tavolino lì accanto, -non ti è mai importato particolarmente delle donne che entravano ed uscivano da questa casa.-
Jarvis fece un respiro profondo per non imprecare ,e la voglia era tanta dato che lo stava portando allo stremo, -non vorrei contraddirla, signore, ma- disse portando le mani dietro la schiena e raddrizzandola, -miss Collins era qui ogni santi giorno dalle tre del pomeriggio fino alle otto di sera e , improvvisamente, sembra essere scomparsa- disse in tono monocorde come suo solito, -converrà anche lei che è normale che io mi preoccupi.-
Howard fece un profondo respiro e si ripulì le mani sul pantalone marrone scuro che indossava, -non sono affari che ti riguardano, Jarvis- disse in tono esasperato, odiava dal più profondo del suo cuore quando faceva in quel modo, metteva il suo naso all'inglese ovunque, -per farti dormire sogni tranquilli non è successo niente di importante.-
Il moro non se la bevve nemmeno lontanamente, troppo strano e troppo triste per non essere niente di importante, non lo aveva mai visto ridotto in quello stato per una donna, -mi scusi la sfacciataggine- disse stringendo con forza le mani dietro la schiena, -ma per non essere qui Miss Collins vuol dire chr è successo qualcosa di molto grave.-
A quelle parole il corvino crollo del tutto, talmente tanto che per la frustrazione buttò a terra un'ampolla vuota che si frantumò in mille pezzi sul pavimento, il rumore sembrò riprodursi per minuti interi fino a terminare in un silenzio di tomba.
Il maggiordomo guardò meglio in viso il suo datore di lavoro e vide un espressione colpevole formarsi piano piano, -perchè ti importa tanto di lei?- chiese indispettivo il suo capo.
Jarvis divenne improvvisamente teso, sentiva che stava per esplodere, -perchè tengo molto a Miss Collins, signor Stark- disse rilassando leggermente le spalle, -e sapere che lei è infelice a causa vostra mi spezza il cuore, come quello di un padre quando vede i fig...- non finì mai la frase perché sentì il suo interlocutore ridere in modo sprezzante.
-Figli?- chiese in tono un po' velenoso e stringendo i pugni con talmente tanta forza da farsi sbiancare le nocche, -cosa vuoi saperne tu di figli? Tu non hai mai avuto figli!- sbottò di colpo, troppo tardi per ritrattare tutto.
Il silenzio che calò sulla stanza fu talmente tanto assordante da fare sembrare che stesse tremando tutto, il povero Jarvis aveva letteralmente gli occhi fuori dalle orbite, come se fossero pronti a farsi un giro per la stanza.
Howard ci mise qualche secondo per realizzare il grosso danno che aveva appena creato, -io...Jarvis non volevo...davvero...- cercò di dire ma tutto gli morì in gola guardando l'espressione del maggiordomo, una maschera di pura diffidenza.
-Non avrò figli è vero- disse con voce triste ed a tratti malinconica, come se gli avessero spezzato il cuore, -ma per me Maria è come una figlia, per Ana è come una figlia- disse marcando bene ogni parola ,come se volesse che gli restassero impresse a fuoco nel cervello, -e credo che su questo io e mia moglie siamo d'accordo, lei è nostra figlia, lei è mia figlia e vederla stare male per la sua stupidità fa stare male anche me- disse buttando fuori tutto ciò che pensava.
Il suo interlocutore non rispose, anzi, restò muto come un pesce, il maggiordomo su ricompose sistemandosi la cravatta con cura, -vado a prenderla un'altra lavagna, signor Stark- disse per poi uscire da quella stanza chiudendosi la pesante porta alle sue spalle.
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Stark: The Origins
FanfictionConosciamo tutti i genitori di Tony Stark no? Howard Anthony Stark,genio, playboy, miliardario che ha aiutato il governo americano durante la seconda guerra mondiale per poi ritrovarsi in uno scandolo per il suo piccolo vizio di essere un inventore...