Aria di magia

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Il sonno è un qualcosa che in pochi sanno padroneggiare al meglio ma che tutti possono avere, fino a prova contraria è ancora gratis.

C'era chi dormiva ore ed ore senza svegliarsi, i ben voluti dal signore insomma, c'era chi si svegliava ogni venti minuti rigirandosi nel letto, chi non riusciva proprio a prendere sonno.

Maria era la seconda categoria ,ovviamente, aveva sempre avuto un ritmo del sonno molto irregolare, fin da piccola passava ore ed ore a rigirarsi nel letto pregando di prendere sonno, succedeva solo di rado, purtroppo.

Quando non riusciva a dormire ,però, le bastava andare al piano di sotto della villa e stare un po' con Malcolm a chiacchierare nella sua saletta del pianoforte.

Ma in quel momento, 4.497,6 km da New York e da Southtepton non sapeva cosa fare, tranne che camminare per la villa come un'anima in pena.

Girava con la vestaglia fino a tarda notte per poi coricarsi nel suo letto e stramazzare sul materasso per sfinimento.

Ma quella sera in particolare non riusciva a dormire per colpa di mille pensieri che le attanagliavano la mente.

Ad un certo punto scese nel seminterrato, c'era molta gente che non si avvicinava nemmeno di giorno al seminterrato, figuriamoci di notte, ma Maria non aveva paura.

Scese le scale curiosa, più si avvicinava e più vedeva una fonte di luce, ecco forse quello poteva farle paura.

Si avvicinò alla fonte di luce e...trovò semplicemente una stanza piena di tavoli e strani strumenti, doveva essere uno degli ennesimi studi laboratori di Howard.

Trovò anche il padrone di casa seduto su uno sgabello davanti ad un'imponente lavagna piena di numeri e simboli per lei arcani.

Si avvicinò piano e lo scosse delicatamente, -Howard- disse con voce calma per non farlo svegliare di soprassalto.

Il diretto interessato aprì piano gli occhi per poi mettersi dritto con la schiena, si guardò intorno intorno in allerta, si calmò solo quando vide gli occhi azzurro acquamarina di lei, -oh sei solo tu- disse stropicciandosi gli occhi per metterla meglio a fuoco, -come mai sei qui?- chiese pulendosi le mani sporche di gesso sui pantaloni.

Maria ritrasse la mano, -stavo facendo una passeggiata- disse giocherellando con la manica della vestaglia -e mi sono ritrovata qui.-

Howard annuì, -non riesci a dormire?- chiese guardando la sua figura sinuosa, messa in risalto da quella vestaglia azzurra con sopra disegnato il volo delle rondini, continuò ad osservarla anche quando si appoggiò ad uno dei tavoli.

La corvina sbuffò, -non è carino fissare, Howard- disse mettendosi a braccia incrociate.

Il corvino scosse la testa, -mi dispiace per la mia sfacciataggine- disse con un sorriso un po' imbarazzato, -posso fare qualcosa o è irreparabile?- chiese in tono un po' giocoso.

La ragazza fece finta di pensarci su, -nulla che un buon thè non possa risolvere- disse uscendo dalla stanza diretta al piano di sopra, in cucina, ovviamente seguita dal padrone di casa.

Quando aprì il frigorifero l'uomo la guardò, -vuoi davvero bere thè a questoria?- chiese per poi spostare lo sguardo sull'orologio, era abbastanza tardi, insomma la teina era uno stimolante quasi alla pari della caffeina.

Lei fece una leggera alzata di spalle, -sarà strano ma a me rilassa- disse prendendo la caraffa di vetro per poi appoggiarla sul marmo della cucina per poi prendere due bicchieri che riempì entrambi.

Gliene passò uno e si sedette su uno dei mobili facendo attenzione alla testa, la propria spalla che toccava la sua, la cosa le suscitava un po' di imbarazzo, era così strano per lei.

Stark: The Origins Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora