Un bacio

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Un debole sole invernale filtrava dalle imposte delle finestre che non erano state chiuse la sera prima, non ricordava molto della sera precedente.

Aprì piano gli occhi blue acquamarina e si ritrovò in una camera che non era la sua, era distesa su un letto a baldacchino color crema, con il corpo sepolto sotto un piumone anche quello color crema.

Si mise seduta e ripercorse mentalmente ciò che era successo la sera prima, il suo percorso si interruppe quando rivide quella scena nella propria testa.

Con una mano tremante si toccò la spalla e ,quando sentì l'assenza della spallina, gli occhi le si volarono di lacrime, non era colpa sua giusto? Lei non era colpevole giusto?

Si rannicchiò sotto il piumone scoppiando in un pianto disperato, iniziò a tirarsi i capelli per trasformare quel dolore emotivo in dolore fisico, un urlo disperato le lasciò le labbra, stava andando in pezzi e non sapeva se sarebbe stata capace di rimettere insieme i cocci di quello che ne sarebbe rimasto.

Era talmente tanto immersa nel suo dolore che nemmeno sentì la porta aprirsi, se ne accorse quando sentì dei colpetti sul legno del letto, -Maria- disse una voce maschile che conosceva fin troppo bene.

Uscì da sotto il piumone e si ritrovò davanti agli occhi Howard Stark con addosso un pigiama di flanella rossa, -che ci fai qui?- chiese senza trattenere la rabbia che ancora covava e le ribolliva dentro.

-Primo questa è casa mia, quindi sei tu l'ospite, signorina- disse in tono ammonitore e socchiudendo gli occhi, -e secondo sei qui grazie a Jarvis.-

Ecco di chi erano quei passi che aveva sentito prima di svenire, era Jarvis che correva verso di lei! -io...grazie- disse addolcendo un po' di più il tono.

-Di nulla- disse disse l'altro sedendosi sul materasso, era la prima volta che erano così vicini dopo quello che era successo mesi e mesi prima, -ti prego possiamo parlare?- chiese in tono esasperato.

Lei ci pensò un po' su, che altro poteva succedere? Gli aveva già rotto il naso, il prossimo passo era castrarlo, proprio senza problemi, annuì.

Lui fece un respiro profondo ed iniziò a raccontarle tutto, ogni singola cosa, anche con annessi dettagli, -...ed ecco qui- disse riprendendo fiato, -ti ho raccontato tutto.-

La corvina si pizzicò il ponte del naso contando fino a trenta, -tu sei un idiota, ti meriteresti una bella castrazione istantanea- disse arrabbiata come non mai, -e giuro che a quella che continuo a definire mia sorella la strozzo appena torno a casa.-

Il corvino roteó gli occhi, -va bene, me lo merito- disse alzando le mani, -mi puoi perdonare?- le chiese abbassando lo sguardo.

Maria,alla fine, fece intrecciare le loro dita, -facciamo un 60%- disse accennando un leggero sorriso, -credo che sia arrivato il momento che io torni a casa...- provò a dire ma lui scosse la testa.

-Fuori c'è troppa neve- disse Howard continuando a tenere lo sguardo basso, -a me farebbe piacere averti qui per festeggiare...- disse disse grattandosi il retro del collo, -e anche ad Ana e Jarvis, ovviamente- ci tenne a precisare.

La ragazza sorrise, effettivamente un po' le era mancato quel suo modo di fare, -va bene- disse con le guance un po' rosa, -allora resto.-

L'uomo alzò lo sguardo e ricambiò il sorriso, -perfetto- disse alzandosi con anche lui le guance colorate di rosa, -vatti a dare una rinfrescata, Ana ti porterà il cambio.-

*

Dopo essersi fatta una doccia calda indossò il cambio che le aveva portato Ana, indossava dei pantaloni color caramello, un maglione a collo alto rosso e delle Mary Jane anche quelle rosse.

Stark: The Origins Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora