Ritorni non esattamente piacevoli

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Alla fine , si sa, tutte le cose belle devono avere un punto di arrivo, una fine insomma, e anche quella villeggiatura a Los Angeles doveva averla.

Infatti la mattina del 19 luglio l'allegra combriccola di villa Stark con l'aggiunta della signorina Collins si erano svegliati di buon mattino per raccattare baracca e burattini e fare ritorno alla normalità caotica di New York.

Maria non si sentiva ancora pronta per fare ritorno , soprattutto perché non voleva stare con i suoi genitori, ma il pensiero di tornare a stare un po' con Malcolm e di preparasi per l'audizione che si sarebbe svolta da lì a poche settimane le rendevano il tutto più sopportabile.

La ragazza mise personalmente tutti i suoi bagagli,inclusa la borsa di pelle piena di libri che le aveva prestato Howard, nel bagagliaio e si sedette nei sedili posteriori insieme ad Ana mentre gli altri due stavano davanti.

Nessuno aveva molta voglia di parlare, non perché fosse successo qualcosa, solo avevano troppo sonno, persino Howard stava dormendo con la testa appoggiata al sedile, -ha fatto di nuovo tardi non è così?- chiese Maria rivolta al signor Jarvis.

-Precisamente- disse continuando a guidare con tranquillità, -ha detto che dovevo lavorare ed è andato a dormire alle 4:00 del mattino.-

-Praticamente un'ora prima che ci svegliassimo per partire- disse guardandolo un po' preoccupata -non gli fa bene tutta questa deprivazione del sonno.-

-Sono anni che Edwin cerca di dirglielo- disse Ana entrando anche lei in quella conversazione appoggiando la testa sulla mano chiusa a pugno, -ma è come parlare con il muro.-

La corvina annuì guardando il paesaggio un po' turbata, perché si preoccupava tanto che Howard dormisse? Non era la sua tata o sua madre ma...non voleva ammetterlo ma , infondo, gli voleva bene e si era affezionata a lui, era impossibile non farlo aveva constatato dopo tutto quello che aveva fatto per lei, aveva impedito che le togliessero il pianoforte, la stava aiutando ad uscire dal suo guscio, le aveva dato la possibilità di procurarsi un provino a Brodway, forse lo aveva giudicato troppo male a primo acchito.

Nel mentre che percorrevano la strada verso l'aeroporto si ripromise di cercare di essere un po' più gentile nei confronti di mister baffo d'America, o almeno ci avrebbe provato.

*

Arrivati all'areoporto di New York l'orologio segnava che erano le undici di mattina ed un timido sole faceva capolino dalle nuvole gonfie d'acqua, mancava poco e sarebbe iniziato uno dei tanti acquazzoni estivi che lo stato intero vedeva ogni anno.

Caricarono di nuovo i bagagli su una delle macchine di Howard e sfrecciarono tra le strade pullulanti di gente di New York, nessuno con l'ombrello in mano quindi la corvina già ipotizzava che sarebbero scappati tutti alle prime gocce di pioggia.

Lei era seduta sul sedile davanti da così permettere ad Howard di riposare ancora un po' stendendosi completamente sui sedili posteriori, Ana aveva preferito fare ritorno a casa con un taxi da così ritornare ai suoi consueti ritmi frenetici, -è sicura che ci sarà qualcuno ad aprire i cancelli di villa Collins-Carbonell, Miss Collins?- le chiese improvvisamente Jarvis riportandola alla realtà.

-Sí tranquillo- disse la diretta interessata mettendo gli occhiali da sole nella custodia ,tanto sarebbero risultati inutili, -anche se vorrei venire a Villa Stark oggi- disse guardando brevemente indietro dove Howard dormiva beatamente.

Le labbra di Jarvis fecero un piccolo guizzo all'insù, -è preoccupata per il signor Stark non è così?- chiese cercando di nascondere ogni traccia di felicità nella voce.

-Solo perché è un idiota che si autodistrugge non dormendo- disse sospirando pesantemente e guardando difronte a sé -e forse perché infondo ho finito per tenerci a lui- disse in un piccolo sussurro perché sapeva che se lo avesse detto ad alta voce tutto il suo orgoglio sarebbe andato in frantumi e di sicuro non sarebbe successo, non per lui.

Stark: The Origins Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora