Broadway

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Camminava avanti ed indietro per tutto l'atrio del teatro di Broadway, non era la prima volta che ci andava, aveva visto alcuni spettacoli prima del periodo della tubercolosi, ma adesso era completamente diverso, aveva lei la possibilità di esibirsi lì.

I tacchi risuonavano come amplificati in quel luogo di troppo grande anche solo per essere vagamente percepito dalla mente umana, quel pensiero la fece sentire ancora più piccola ed insignificante.

Stava per battere in ritirata quando , prontamente, si sentì afferrare dalle spalle e dalle braccia da quattro mani diverse, si girò quel tanto che poteva e vide che a prenderla per le spalle era stato Malcolm mentre per le braccia era stato Howard, -non puoi scappare, non dopo tutti i tuoi sforzi- disse Malcolm stringendole le spalle con apprensione.

-Mi costa ammetterlo- disse improvvisamente Howard facendole prendere posto tra lui e sua sorella, -ma sono d'accordo con il signor Martin, studi da diciassette anni per tutto questo.-

Maria sospirò profondamente mettendosi seduta in modo scomposto sulla panca, sapeva perfettamente che entrambi avevano ragione, se la sé stessa più giovane avesse scoperto che voleva scappare e perdere quella fantastica occasione molto probabilmente l'avrebbe presa a ceffoni, e ne aveva tutto il diritto.

Si tolse la giacca restando con una camicetta bianca leggermente aderente con i bottoni in argento, abbinati ai tacchi che portava, ed iniziò a mordersi un unghia con ansia, no non si sentiva per niente pronta a tutto quello che stava per succedere.

Meredith roteò gli occhi svogliatamente, -su tanto se andrà male, andrà male- disse prendendo dalla borsa un grosso libro intitolato "principi della fisica", -e così potrò tornare al mio dottorato.-

Malcolm l'ammoní con lo sguardo, -non aiuti, Edith- disse sedendosi al suo fianco, -tua sorella ha bisogno di supporto non che la butti ancora di più giù.-

La bionda non gli rispose ,anzi, continuò a leggere ed annotare ai margini del libro i suoi appunti, per lei esistevano solo i numeri e le formule, proprio come per sua sorella esisteva solo la musica.

Era inutile che fingessero tanto, loro erano più simili di quanto avessero voluto ammettere, entrambe si concentravano su qualcosa come se ne dipendesse la loro stessa vita, una sulla fisica mentre l'altra sulla musica, due cose all'apparenza diverse ma che infondo erano simili.

La corvina respirò profondamente e strinse con forza le ginocchia, il tempo sembrava congelato per quanto passasse lentamente, aveva "preso in prestito" ,da leggere: rubato e trattenuto con la forza, l'orologio da taschino di Malcolm e lo controllava compulsivamente, mancavano solo cinque minuti alle 10:30 e lei sentiva l'ansia crescere sempre di più, come se stesse lievitando piano piano come l'impasto sotto lo strofinaccio.

A riportarla alla realtà fu l'ingresso del signor Jarvis nell'atrio con in mano un sacchetto di carta mentre nell'altra dei caffè, -oh grazie al cielo siete ancora qui- disse in tono cordiale, -caffè e brioche per Miss Collins- disse porgendo il sacchetto e uno dei caffè alla ragazza.

Maria prese solo il caffè e diede la brioche a Meredith, aveva lo stomaco troppo in subbuglio per mangiare, -grazie, signor Jarvis- disse stringendogli bonariamente la mano, come se stringesse quella di un genitore.

Il signor Jarvis ricambiò la stretta, -è un vero piacere come sempre, Miss Collins- disse per poi passare i caffè al resto della combriccola, erano tutti così assonnati perché si erano svegliati presto che lo bevvero avidamente.

La ragazza fu la prima a finirlo e lo buttò in uno dei cestini poco distanti, private a cercare una via di fuga era inutile, era letteralmente controllata a vista da Malcolm e , già lo sapeva, che sarebbe stato capace anche di placcarla pur di farla rimanere lì.

Stark: The Origins Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora