37 A memoria

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Donovan



Lo Starfire Sports era uno dei migliori campi di rugby su cui giocare. Era stato rinnovato da poco ed era tutto nuovo di zecca.

Era il fiore all'occhiello della città di Seattle.

I San Diego Wolves avrebbero affrontato i Miami Sharks in quella finale di campionato.

Le due squadre che avevano dominato rispettivamente la Western e la Eastern Conference non vedevano l'ora di giocarsi il tutto per tutto sul campo.

Addentai una barretta energetica e repressi un'espressione di disgusto. Odiavo mangiare quella robaccia. Sarebbe stato meglio mangiare un doppio bacon burger pieno di salse.

La sera precedente Sam mi aveva preparato una bistecca con dei contorni grigliati. Adorava il cibo sano e sospettavo che volesse imporre il suo regime alimentare anche a me.

Col cazzo che avrei ceduto.

Avrei messo le cose in chiaro il prima possibile, ma la sera precedente avevo preferito tacere per non rovinare la prima cena a casa nostra.

Che poi se proprio dovevo essere onesto pensare al cibo quando ero in compagnia di Sam era praticamente impossibile.

Come avrei potuto obiettare su un qualsiasi argomento quando la trovavo ai fornelli con uno slip che a stento le copriva il culo?

Avrebbe potuto rifilarmi anche uno dei suoi frullati proteici in quel momento e io li avrei ingurgitati senza battere ciglio mentre avevo gli occhi puntati su quei globi maledetti.

- Che cosa dobbiamo fare oggi Lupi? –

La voce del coach mi fece sobbalzare e dissolse i miei pensieri. Eravamo negli spogliatoi in attesa di entrare in campo.

- Dobbiamo vincere! – esclamarono i miei compagni in coro e poi Blair salì in piedi su una panca cominciando a colpire con le mani gli armadietti metallici e quel suono rimbombò nell'enorme spogliatoio.

Intonammo l'ululato e ci scambiammo pacche sulle spalle tra sghignazzi e fischi di incitamento.

- Hai riposato a sufficienza Donovan? – mi chiese Torres mentre si lasciava cadere sulla panca accanto a me.

Ruotai verso di lui e gli lanciai un'occhiata malefica.

- Vivo con tua sorella. Pensi che questo sia lontanamente possibile? – sbottai.

Gabriel alzò gli occhi al cielo e mi diede una gomitata.

- Smettila di parlare. Non mi va di immaginarti con mia sorella – tagliò corto impettito.

- E tu smettila di farmi domande stupide – lo rimbeccai.

- Blair come sta la caviglia? – gli chiesi improvvisamente mentre lo vedevo atterrare al suolo con agilità nonostante l'enorme stazza.

Blair rise e si grattò il mento pigramente quando rispose - Benone. Se vuoi ti do un calcio nel culo per dimostrartelo –

- Ti credo sulla parola – controbattei ridendo.

Gabriel si alzò in piedi e si eresse in tutta la sua statura.

Fece un fischio per attirare l'attenzione dei miei compagni di squadra che si zittirono prontamente.

Io rimasi seduto sulla panca a giocherellare con la fascia elastica mentre mi preparavo ad ascoltare il suo solito sproloquio da capobranco. Torres era l'unico che poteva ricoprire quel ruolo. Non soltanto per l'autorevolezza che emanava, ma per la dedizione che ci metteva.

Run After Spin Off di Running with the wolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora