14 La svolta

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Sam






Guardai il mio riflesso allo specchio e fui soddisfatta da quello che vidi.

Avevo legato i capelli in una coda alta e messo solo un po' di rimmel sulle ciglia. Spiai Donovan con la coda dell'occhio e trattenni un sospiro. Si stava infilando le scarpe. Indossava solo dei jeans aderenti ed era ancora a petto nudo. Sprizzava virilità. Fin troppa virilità per la mia quiete mentale a quell'ora del mattino.

Il mio sguardo era un'amorevole perlustrazione e il suo corpo muscoloso, un accogliente terreno.

Aveva i capelli biondi ancora umidi per via della doccia e un velo di barba che gli dava un'aria un po' rude.

Improvvisamente Donovan si alzò e procedette verso la cassettiera per prendere una t-shirt ed io ne approfittai mentre i miei occhi percorrevano il petto solido e liscio.

In faccia, Sam. Lo devi guardare in faccia.

Arrossii e distolsi lo sguardo nella speranza che quei due laghi smeraldo non si fossero accorti del mio attento esame.

- Pronta, babe? – mi chiese infilandosi una leggera giacca di pelle da sopra la t-shirt.

Io assentii e feci un passo verso di lui, sollevandomi sulla punta dei piedi per toccargli l'occhio che stava via via cambiando colore.

- Ti fa male? – lo interrogai con dolcezza.

Donovan fece un sorrisino e replicò – Non è il primo occhio nero che mi fanno...-

- Sì, ma è il primo per colpa mia – dichiarai in tono sommesso.

Donovan sorrise e si grattò il mento con l'aria di chi la sapeva lunga.

- Qui ti sbagli, Sam – obiettò.

Alzai la testa di scatto per guardarlo e scossi il capo senza capire.

- Che significa? – gli chiesi.

Donovan fece una smorfia e alzò le spalle con strafottenza quando rispose - Chi pensi abbia spaccato la faccia a Peter Sutton? –

Voltai l'angolo e lo spettacolo che mi si presentò mi fece accapponare la pelle. Peter se ne stava accanto agli armadietti del corridoio centrale. Aveva il labbro spaccato e la faccia talmente gonfia che a stento lo riconobbi.

Mi accostai a lui e non riuscii a fare a meno di dire – Stai bene? –

Peter sobbalzò appena mi vide e richiuse l'armadietto con violenza prima di sibilare a denti stretti - Sta' lontana da me...tu e i tuoi amici siete fuori di testa...-

Rabbrividii al ricordo e continuai ancora più confusa - Tu? Ma come? Io pensavo...Gabriel...-

Donovan si strinse nelle spalle e chiarì - Ci siamo andati insieme...ma la soddisfazione me la sono presa io –

Inarcai un sopracciglio scossa dalla sua confessione e sussurrai – Perché? –

Donovan non rispose, mi diede le spalle ed ebbe a dire – Hai preso tutto? Andiamo? –

Mi misi a braccia conserte e ridussi gli occhi a due fessure mentre dicevo – Alistair Donovan...ci sono troppe cose che non capisco di te –

Donovan imprecò e mi tirò a lui – Maledizione, babe

- Maledizione cosa? – gli chiesi senza capire.

Donovan si passò la lingua sulle labbra in un modo talmente sensuale che mi spiazzò

- Te l'ho già detto che quando pronunci il mio nome...non capisco più niente – bisbigliò con voce roca.

E con quella spiegazione si chinò su di me e mi baciò. Un bacio bramoso. Pigro e delicato. Non c'era fretta nel modo in cui la sua lingua cercava la mia. Sapeva di menta e profumava di bagnoschiuma. Immersi le dita tra le sue ciocche dorate e sospirai di piacere quando lui mi infilò le mani nelle tasche posteriori dei jeans. Cosparse di baci le mie sopracciglia, il naso, le guance e poi ritornò sulla mia bocca.

Run After Spin Off di Running with the wolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora