6 Golden Boy

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Donovan





Percepii un insolito calore al viso ed uno strano odore di crocchette per cani.

Schiusi un occhio per incontrare il muso di Karen, il mio golden retriever che appena si rese conto che ero sveglio, cominciò a scodinzolare.

Mi schiacciai un cuscino sul viso per ripararmi dalla luce del mattino che mi trafiggeva gli occhi ed imprecai quando mi poggiò il muso umido sul braccio con l'intento di farmi alzare.

- Avanti bambina...lasciami dormire ancora un po'...ieri ho fatto tardissimo...- protestai.

Karen guaì per attirare la mia attenzione allora a quel punto mi voltai a guardarla.

I suoi occhi dorati erano puntati su di me e la lingua rosa le penzolava fuori dalla bocca.

- E va bene guastafeste...mi alzo...- sussurrai mettendo i piedi a terra sebbene a stento riuscissi a trattenere uno sbadiglio.

Mi alzai in piedi e mi infilai una t-shirt sul corpo seminudo.

Indossavo solo le mutande.

Aprii la porta e scesi dabbasso mentre Karen mi seguiva contenta che mi fossi svegliato. C'era una scala interna che conduceva direttamente nel garage sotto la dependance dove vivevo e attraverso una porta riuscivo ad accedere alla cucina.

Schiusi l'uscio e sorrisi quando avvertii l'odore di bacon e uova.

Cercai di non fare rumore, e mi avvicinai a mia madre.

Mi chinai su di lei che era su una sedia a rotelle e le diedi un bacio sulla guancia facendola sobbalzare.

Risi quando lei si spaventò e mi gettò uno strofinaccio in faccia mentre diceva – Mi hai fatto prendere un colpo Al! Cosa hai in quella zucca? Niente...non hai niente! –

Scoppiai a ridere e rubai un pezzo di bacon tostato.

- Non ho resistito, mamma – sussurrai.

Mia madre scosse il capo e continuò a rimescolare le uova mentre sussurrava – Ho fatto il caffè. Versatene un po'. A che ora hai gli allenamenti? –

Feci come mi aveva detto e assaporai il caffè ad occhi chiusi, poi guardai l'orologio di sfuggita e replicai – Tra un'ora. Il tempo di una doccia e scappo. Papà? –

Mia mamma dispose il mio piatto sul tavolo e mi diede una spintarella.

- È uscito presto. Aveva un appuntamento con un cliente – rispose distrattamente, poi si girò a guardarmi e disse -  A tal proposito...ho bisogno del tuo aiuto –

Addentai un toast e aggrottai la fronte mentre dicevo – Che succede? –

Fece un sorso di succo d'arancia e indicò il montascale.

- È guasto. Il tecnico verrà tra un paio di ore, ma io mi devo dare una sistemata...-

La nostra casa era stata adattata alla disabilità di mia madre per consentirle di muoversi in quello spazio in totale autonomia.

Non c'erano ostacoli, non c'erano gradini, ma una serie infinita di rampe e di rialzi per permettere alla carrozzina di spostarsi senza impedimenti.

Dopo aver terminato la colazione, aiutai mia madre a sparecchiare e caricai la lavastoviglie. 

- Pronta per fare un giro? – scherzai e infilai un braccio sotto le sue gambe, sollevandola per portarla di sopra.

Le sue braccia corsero attorno al mio collo e mi poggiò la testa sulla spalla mentre diceva – Il mio golden boy...-

Run After Spin Off di Running with the wolvesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora