CAPITOLO 13

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Io e Aaron entriamo nella sua Jeep Renegade e ci dirigiamo al Rockefeller Center.

Di solito i Newyorkesi nel periodo natalizio non vanno mai al Rockefeller Center, ma è stata un eccezione che Amanda ha voluto fare.

Troviamo parcheggio e quando Amanda ci vede da lontano ha una faccia decisamente confusa.

"Scusateci per il ritardo" dico ai quattro davanti a me.

"Come mai mr iceberg è qui?" Domanda sottovoce Amanda.

"Nic si è tirato indietro gli ultimi dieci minuti e lui si è offerto di accompagnarmi"

Saluto Claire e poi mi soffermo sui loro ragazzi.

Il ragazzo di Amanda, Danny, è poco più alto di lei, sarà un metro e sessantacinque, ha i capelli marroni e porta un ciuffo strano davanti.

"Piacere, Taylor" dico allungando la mano al ragazzo della mia amica.

"Piacere Danny" dice ricambiando la mano.

Poi mi soffermo sull'altro ragazzo.

Ricciolino, faccia allungata e barba poco curata.
Lui è poco più alto di me.

"Taylor" dico allungando la mano.

"Charles" dice ricambiando.

Entrambi sono magrolini messi a confronto con Aaron e il loro modo di vestire non è dei migliori.

Ovviamente sono osservazioni oggettive, bisogna conoscere i caratteri dei due ragazzi per conoscerli e giudicarli per bene.

Anche Aaron si presenta e ci avviamo a noleggiare i pattini.

Una volta presi, finalmente arriviamo sul ghiaccio.
Io entro nella pista e incomincio a pattinare allegra.
Mi è sempre piaciuto pattinare, i miei genitori mi hanno fatto praticare tantissimi sport, ma questo rimane uno dei miei preferiti.

Mi giro per cercare le mie amiche e noto che si tengono per mano con i loro ragazzi.
Sono così romantiche.

Cerco Aaron ma non lo trovo.

Ma dov'è finito?

Osservo meglio l'entrata e vedo Aaron Appoggiato a braccia conserte alla porta d'ingresso con i pattini al piede.

Mi avvicino a lui e ha una faccia un po' preoccupata.

"Non vieni?"

"Preferisco stare qui"

"Se dovevi stare così non venivi"

"Mi sono pentito"

Rifletto un attimo.

"Non sai pattinare" dico puntandogli un dito contro.

Aaron esita e io scoppio a ridere.

"Non c'è proprio un cazzo da ridere"

"No! Ti prego!" Dico ridendo ancora più forte.

La mia risata quasi non si sente per tutta la pista ghiacciata.

Le mie amiche si girano e cercano di capire la situazione.

Aaron ha una faccia imbronciata che mi fa' morire dal ridere.

"Dai! Vieni, ti aiuto io" dico.

"Non ci pensare neanche"

Dopo qualche tentativo finalmente Aaron è sul ghiaccio e io rido ogni tre secondi.

Aaron ha una mano sulla mia spalla e con l'altra cerca di tenersi in equilibrio.
Io ho il mio braccio intorno al suo busto cercando di non farlo cadere.
Letteralmente lo sto trasportando io.

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