CAPITOLO 14

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Io e Aaron ritorniamo a casa e ognuno si chiude nelle proprie camere.

Indosso una gonna attillata, lunga, nera e una maglia a maniche lunghe bianca, i bordi li metto all'interno della gonna a vita alta.
Come scarpe indosso le décolleté slingback bianche di Dior e come accessori uso una borsetta bianca e degli orecchini a cerchio sottili, d'oro bianco con dei diamantini al proprio interno.
Prima di uscire indosserò un cappotto nero lungo di Dior.

Sistemo meglio i capelli, aggiusto il makeup per abbinarlo all'outfit.
Ombretto nero che allunga l'occhio, mascara a volontà e dei ciuffetti di ciglia finte solo alla fine dell'occhio.
Utilizzo il blush sulle guance, illuminante sugli zigomi e naso, matita labbra un po' marroncina con sopra il gloss.

Esco dalla mia camera e Aaron è in piedi, con una camicia bianca, pantalone sartoriale nero e giacca nera.
Indossa delle scarpe derby nere e al polso un orologio molto elegante.

Cazzo quanto gli sta bene questo outfit elegante.

Stiamo andando ad un lounge bar, almeno un po' eleganti dobbiamo esserlo.

Lo sguardo di Aaron scende lentamente su tutto il mio corpo e mi analizza attentamente.

Restiamo qualche minuto in silenzio ad osservarci e poi decido di rompere il ghiaccio.

"Che ne dici se stasera andassimo con la mia auto?" Domando.

"A me non cambia" risponde freddo.

"Va bene allora andiamo con la mia auto e se ti và, puoi guidarla"

Non ho mai permesso di guidare la mia auto a nessuno, tranne a mio fratello.
Ho visto come guida Aaron e mi sembra molto prudente e attento alla strada.

Annuisce distrattamente e poi guarda il cellulare.

Aaron non si stupisce mai per nulla, come se avesse già provato e fatto di tutto.
Qualunque altra persona sarebbe entusiasta di guidare un auto del genere, invece ai suoi occhi sembra un'auto qualsiasi.

"Hai mai guidato un'auto simile alla mia? Altrimenti posso spiegarti come funziona"

"Si, molte volte sotto copertura" risponde semplicemente.

Quest'uomo è davvero lunatico.
Fino a mezz'ora fa' rideva e scherzava sul ghiaccio, ora è freddo e risponde solo con risposte essenziali.

È già difficile per me mentire a tutta la mia famiglia, poi ci si mette lui a fare l'antipatico freddo.

Vorrei davvero sapere cosa gli passa per la mente.

Aaron guarda sul suo orologio e poi posa il cellulare nella sua giacca.

"Andiamo?" Dice.

Siamo in auto e non posso non notare, con quanta facilità e sicurezza guida la mia auto.
Si vede che non è la prima volta.
Il suo sguardo è attento sulla strada e la sua mascella è contratta.
Strige così forte il volante che le nocche delle dita diventano bianche.
Quando impugna il cambio marce e quasi non sfiora le mie gambe, mi vengono i brividi.

Perché mi fa' quest'effetto?

Forse perché è l'unico uomo che non ci prova con me?
Forse perché ha un atteggiamento così diverso dagli altri uomini?
Forse perché la sua sicurezza mi attira?

Troppi punti interrogativi.

La sua voce mi riporta alla realtà.

"A cosa pensi?" Dice interrompendo il silenzio in auto con la sua voce profonda.

A te.

"Cose vaghe"

Lui annuisce e poi come se l'auto fosse sua o ci fosse solo lui, accende la radio.

Coinquilini Per Caso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora