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Kenma pov

14:05

"Porti solo problemi Kozume! É possibile che porti solo problemi a me e a tuo padre?"

Ero in lacrime, sulla porta di casa, mia madre che mi urlava contro e mio padre che la assecondava.

"Vattene via da questa casa! Se sparisci ci fai solo un favore! E non azzardarti a venire di nuovo!"

"Cosa vi ho fatto?"
Gli dico in lacrime.

Due parole.
Sette lettere.

"Sei nato"

Poi il suono assordante della porta che mi viene sbattuta in faccia.

Perché?
Perché a me?
Cosa ho fatto?
Sono sbagliato?
Sono davvero cosí inutile?
Davvero?

"Gattino?"

Cos'é questa voce?

"Svegliati"

"Perché, non lo sono?"

"Apri gli occhi, ti prego"

Perché sembra preoccupato?

"Gattino!"

Mi sembra di conoscerlo.

"Ti prego gattino, stai solo facendo un incubo, svegliati!"

Si...lo conosco.

"Gattino!"










Mi sveglio di soprassalto.
Ho il respiro affannato e sento delle goccioline di sudore che mi scorrono sul viso.

"Gattino!"

Una presa salda che diffonde calore nel mio corpo

"Kuroo..." riesco a sussurrare.

"Sono qui, tranquillo, era un incubo, sei qui con me" dice sussurrando.

Mi tiene stretto a se, la mia faccia premuta sul suo petto e le braccia che mi tengono stretto a lui.
Mi accarezza i capelli dolcemente e mi lascia un leggero bacio sulla testa.
Mi stringo a lui ancora di più.
Come se fosse la mia ancora di salvezza.

Forse lo é...

"Riesci a sentire il mio battito?"

Annuisco.

"Seguilo, respira"

Tum.
Tum.
Tum.

Un respiro lento e regolare.
Lo seguo e dopo un po' il mio battito é uguale al suo.
Lo sente, ma non mi lascia.
Mi tiene ancora stretto a sé.
E gliene sono grato.

"Ti va di dirmi che incubo hai fatto?"
Mi chiede dolcemente continuando ad accarezzarmi i capelli.

"Ho sognato quello che é successo ieri sera prima di...provare a suicidarmi"

Lo sento trattenere il respiro per un momento.

"Cos'è successo precisamente?"

"Sono stato cacciato di casa.
Ho risentito le esatte parole dove mia madre dice che sono inutile e che non dovevo nascere" dico mentre calde lacrime mi scorrono sulle guance.

Mi stringe ancora piú stretto a sé e io lo lascio fare.
Di solito non mi piace molto il contatto fisico, ma con lui é diverso.
Non so il perché, ma lui può abbracciarmi, può strami vicino e può toccarmi.

"Kuroo...perché mi hai salvato?"

"Cosa?"

"Perché mi hai salvato?"

"Come sarebbe a dire?" Dice prendendomi per le spalle e guardandomi negli occhi.

"Loro hanno ragione, da quando sono qui ti ho solo disturbato"

La sua espressione si fece seria all'improvviso.
Non sorrideva, la sua espressione era dura e i suoi lineamenti si erano irrigiditi.

"Kenma..."

Kenma?
Mi aveva chiamato Kenma solo quando ci eravamo conosciuti.

"Tu davvero credi che mi stai disturbando? Davvero credi di essere inutile?
Davvero?
Davvero stai dando importanza a delle persone che ti hanno ferito fino allo sfinimento?
Quelle persone erano i tuoi genitori, e allora?
Secondo te tutto quello che sto facendo é perché mi fai pena?
Tu davvero credi che mi stai solo disturbando?
Hai delle motivazione valide per dirlo o anche solo per pensarlo?
Quelle persone hanno motivazioni valide per dirti quelle cose e farti sentire una merda?
Davvero Kenma?"

Il cuore mi batteva all'impazzata.
Non sapevo che dire.
Non sapevo assolutamente che dire.

Mi guardava aspettando una risposta.

"Quindi?"

"No, non ne hanno le motivazioni, ma allora perché mi sembra di sì?"

"Perché hai sofferto cosí tanto da farti convincere che quelle cose siano vere.
Non permettere a nessuno di farti sentire cosí, di farti pensare quelle cose, nemmeno a te stesso"

"Tu non ti annoi a stare al mio fianco e sentirmi parlare ogni volta dei miei problemi?"

"Ne ho la motivazione?
Te lo dico io, no.
Perché se sapevo dall'inizio che mi avresti annoiato, ti avrei lasciato lì su quel burrone.
Se tu mi avresti annoiato, io adesso ti avrei lasciato piangere ignorandoti totalmente, invece sono qui a provare a farti capire quanto cazzo sei speciale e sarò qui finché non lo avrai capito, a costo di ripetetelo anche ogni ora, quando mi pare, solo per ricordartelo e ficcartelo in testa.
E ricordati una cosa Kenma, chi non vuole ascoltarti non lo fa nemmeno se urli, mentre piangi cosí forte che sei sul punto di vomitare.
Le persone che lo hanno fatto, non hanno nemmeno il diritto piú insignificante di farti sentire inutile"

I suoi occhi sono leggermente lucidi e il suo respiro é affannato.

Ci vuole qualche secondo per decifrare le parole che mi ha appena detto.

Mi esce un singhiozzo dalle labbra e mi catapulto tra le sue braccia.
Mi stringe a se ancora piú forte di prima, come se volesse farmi capire che non mi avrebbe lasciato andare.
E io mi stringo piú forte a lui, sperando di fargli sentire il mio cuore che mi martella nel petto e tutte le emozioni che é riuscito a trasmettermi.

Si abbassa con la testa vicino al mio e mi scosta con una mano i capelli dietro orecchio per sussurrarci contro.

"Tu sei speciale"







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Insegnami a vivere ~kurokenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora