NASCONDERSI

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LEVI'S POV:

Tutti erano usciti da quella stanza di ospedale che aveva visto troppo quel giorno. Carla fu portata fuori dai medici per bere un po' d'acqua dato che non riusciva quasi a stare in piedi per la tristezza.
Quella caduta mi aveva causato solo un grosso bernoccolo eppure sentivo un dolore lancinante... Di certo quello era il cuore. Avevo rifiutato Eren, lo avevo condannato ad una vita breve. Aveva solo 19 anni e lo avrebbero condannato alla pena capitale. Che cazzo mi era passato per la mente?!
Appena i medici finirono i loro accertamenti io cercai per tutta la struttura quel moccioso ma lo ritrovai solo dopo un'ora. Era fuori con tutti i poliziotti ma soprattutto Erwin. Aveva le manette ai polsi e aspettava l'arrivo del furgone con all'interno la scorta.
Varcai quella porta per parlargli, per chiedergli scusa ma non ci riuscii. Qualcuno mi prese le braccia e me le mise dietro la schiena, poi mi buttò sul tavolo nella hall.
"Levi Ackerman" disse una voce imponente a me sconosciuta.
"Sei in arresto per aver intralciato il caso Yeager. Qualsiasi cosa tu dica verrà usata contro di te"
Non poteva essere...
Ero un poliziotto...
E mi stavano arrestando...
La mia vita era totalmente cambiata dall'arrivo di Eren. Era davvero necessario fare tutto questo macello per una stupida relazione?
...

EREN'S POV:

Era finalmente finita quella giornata.
Avevo dormito in cella. Non mi mancava per niente quella sensazione di sporco, umido, fradicio.
Ero in isolamento e aspettavo soltanto l'arrivo dei poliziotti. Come potevo essere stato così idiota?
Se non mi fossi mai innamorato di Levi mi sarei ritrovato a rubare qualcosa molto probabilmente ma almeno in libertà!
Onestamente non mi pento delle scelte che ho fatto... Però mi soffermo ad immaginare cosa sarebbe successo se non avessi mai incontrato quell'uomo così seducente.
Mentre pensavo a tutto ciò, la porta della cella venne aperta e mi ritrovai davanti Erwin con altri uomini dietro di lui. Mi presero e mi portarono nel corridoio che conduceva all'uscita posteriore. Questo corridoio era collegato a tutte le celle delle persone a cui non era stata ancora affidata una stanza. La feccia della società in sintesi.
Tra questi riconobbi un uomo.
Bassino.
Capelli neri come l'oscurità.
Occhi grigi che alla luce cambiavano leggermente colore.
Conoscevo quell'uomo.
Mi ero innamorato di quell'uomo.
Era mio.
Ma in quel momento mi veniva voglia di tagliargli la gola. Farlo a pezzi. Disintegrarlo. Farlo sparire dalla faccia della terra!
Passai accanto a lui.
"EREN" urlò levi stringendo forte le sbarre della cella.
Io lo guardai quasi con odio.
Sputai a terra.
"Non parlarmi mai più"
Conoscevo quell'uomo...
Ma in quel momento desideravo solo dimenticarlo.
Feci finta di nulla e lo oltrepassai.
Arrivammo all'esterno dove mi aspettava il mio mezzo di trasporto.
Dalla parte posteriore di esso uscì una donna. Hange!
"Datelo a me, lo porto io" I ragazzi che mi stavano accompagnando mi lasciarono nelle sue mani ed Erwin andò a parlare con il conducente.
Io arrivai sopra al furgone e mi sedetti su una delle panchine che stavano lì dentro.
"Oh Eren" disse Hange.
"Ti hanno fregato per bene"
"Mi sono offerto io"
Mi guardò quasi con le lacrime agli occhi.
"Che ha combinato levi?" A sentire quel nome mi mancava il respiro.
"Il coglione"
"Come suo solito" mi strappò un sorriso poi guardai fuori verso l'orizzonte. Era così presto che il sole stava appena sorgendo.
"Non ci credo che vivrò per altri 3 mesi..."
"Non te li meriti" cercò di tranquillizzarmi ma in vano.
Tremavo e la paura mi stava pervadendo.
"Non c'è la faccio a vederti così!" Mi disse prima di girarsi per non fare vedere che stava piangendo.
"Hange grazie davvero. Sei una persona stupenda, l'unica che mi è rimasta sempre accanto anche nei momenti più cupi" Si rigirò verso di me con una espressione seria.
"Non posso permettere tutto ciò"
Prese delle chiavi dalla sua tasca e ne inserì una nel lucchetto delle mie manette. Le aprì.
Mi fece alzare in piedi e mi ordinò di correre il più velocemente possibile lontano da lì .
"Vai ho detto!"
"Okkei" confermai.
"DOV'È LEVI?" Mi urlò.
Io glielo dissi e da lì scomparve nel nulla. O è più logico dire che io scomparii nel nulla?
Corsi come un pazzo finché non arrivai in una zona sperduta con tutte case abbandonate. Purtroppo erano chiuse a chiave e le finestre erano serrate con delle assi di legno e sbarre di ferro. Una sola di queste case aveva una luce al suo intero...
Ormai il sole stava per tramontare e altro non potevo fare se non bussare e sperare di entrare.
Così successe. Una signora anziana comparì davanti a me.
"Dimmi caro, cosa ti serve?"
Non sapevo cosa dire. Cercai di aggiustarmi un attimo per fare bella figura e mi inventai velocemente una scusa.
"Oh salve! Stavo facendo un giro con alcuni miei amici ma purtroppo mi sono perso e non me la sento di dormire da solo fuori"
Lei mi guardò quasi dispiaciuta e mi prese una mano.
"Oh tranquillo, entra pure! Molti ragazzi si perdono in una zona abbandonata e grande come questa!"
"La ringrazio davvero. Non può immaginare quanto io le sia grato" Un po' lecca culo lo comprendo ma bisogna essere gentili con i signori anziani!
Entrando dentro l'atmosfera era totalmente diversa. C'erano delle luci tendenti al giallo che illuminavano l'intera casa, i mobili erano vecchi e leggermente rovinati, l'odore era quel tipico della casa antica di una nonna. Dalla cucina proveniva un profumino molto invitante così mi avvicinai alla soglia e mi affacciai per vedere cosa stesse cucinando la signora.
"Mi chiamo Isotta. Piacere"
"Piacere... Le-... Lucas" per un'attimo stavo per farmi sgamare ma il primo nome che mi passò per la testa fu quello di Levi. Non riuscivo proprio a vivere senza di lui eh?
Mi sedetti al tavolo con la signora Isotta e ci raggiunse anche suo marito Massimo.
Erano una coppia davvero tenere e il cibo era davvero squisito! Rimasi lì quella notte. Avrei pensato solo in seguito ad un piano ma in quel momento volevo solo tranquillizzarmi e rilassarmi per un po'.
Sapevo benissimo che se mi avessero trovato sarei sicuramente morto.
Il piano poteva essere solo uno:
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"Sfidami se vuoi"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora