La nostra libertà

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EREN'S POV:

Aprii gli occhi. La giornata era bella, soleggiata. Una tipica giornata al sud oserei dire. Era il 12 giugno, si... Ne sono certo. Sentivo i ragazzetti nelle scuole strepitare per uscire e festeggiare la fine della scuola. Erano passati anni da quando conobbi Levi e smisi di essere un criminale. Grazie alla signora Isotta trovai un lavoro e anche una casa tutta mia. I due coniugi non avevano mai avuto un figlio e per un po' mi trattarono come tale. Iniziai gli studi, mi iscrissi a medicina. Avevo sempre sognato di imparare di più sugli esseri umani in maniera però diversa da mio padre che li vedeva solo come schiavi. Nessuno si ricordava più di Eren Yeager. Lo davano per morto, scomparso e anche io iniziai a dimenticarmi di lui. Si... Dimenticare me stesso. Ormai ero Lucas De medici, neanche a farlo apposto. Raccontai la verità sia ad Isotta che a massimo e loro compresero subito. Mi credettero immediatamente. Ormai sono all'ultimo anno di medicina e tra una settimana ho il mio ultimo esame. Non sto più nella pelle! Ieri notte mi è capitato di sognare Levi... Ma quella è acqua passata e preferisco la mia vita di adesso.
Riflettevo a tutto ciò mentre mi dirigevo al negozio del signor massimo. Lui era un abile commerciante, vendeva di tutto! Cibo, oggettistica antica, souvenir e molto altro. Lo aiutavo come cassiere mentre lui lavorava sugli affari più grandi come la vendita delle macchine.
"Solo questo, grazie"
Presi il resto dalla cassa.
"Ecco a lei signora Lucia"
"Oh grazie Lucas, sei un tesoro"
I clienti erano sempre gli stessi però mi rincuorava. Mi sentivo parte di una grande famiglia.
Stavo contando i soldi nella cassa quando arrivò un cliente. Non alzai il capo, ero troppo concentrato a contare.
"Avete delle bustine di the nero?"
Mi erano caduti degli spiccioli così risposi a quell'uomo dal basso.
"Si certo, ha una marca preferita o le vanno bene tutte?"
"Mi è indifferente"
Sembrava un uomo scorbutico. Mi rispose quasi seccato.
Mi alzai in piedi e mi misi a cercare il thè nero che mi richiedeva il signore.
"Eccolo qui! Sono €2"
Mi girai verso di lui. Per un attimo non potei crederci e anche lui.
"L-levi?"
Sul suo volto si creò un sorriso.
"Sei tu... Eren"
Nessuno doveva sentirci così lo presi e lo portai nello sgabuzzino.
"Vado un attimo in bagno!" Urlai al signor massimo e lui con un pollice in sù mi fece capire la risposta.
"Che ci fai qui?!" Domandai a quell'uomo.
"Guardati... Se cresciuto tanto"
Mi mise una mano sull'avambraccio.
"Vai in palestra?"
"Non è il momento Levi. Rispondi. Che ci fai qui?"
Si guardò attorno.
"Mi hanno fatto uscire dal carcere e volevo gironzolare un po' per la città"
"Ti hanno rilasciato solo ora? Dopo tutti questi anni? Ma hange-"
Mi interruppe.
"Hange è stata sgamata ed è finita in carcere quanto me"
Quasi caddi all'indietro.
"Mi spiace da morire..."
"Per me o per lei?"
Rimanemmo in silenzio.
"Per entrambi."
Risposi in maniera netta.
"Levi ora devo proprio tornare di là, ho del lavoro da fare"
"Eren ti prego parliamone"
Uscimmo dal ripostiglio e mi riposizionati alla cassa.
"Parliamo dopo, quando vado in pausa pranzo. Ora proprio non posso"
"Ma eren-"
Gli misi una mano sulla bocca.
"Non chiamarmi così. Nessuno qui sa la mia vera identità, chiaro?"
Fece sì con la testa.
"Oh caro?" Mi chiamò una signora.
"Stai fermo e zitto, capito?" Guardai la signora e le risposi. "Mi dica signora"
"Ero venuta per ritirare del pane"
"Si certo. Eccolo qui"
Una volta servita la signora, trovai un posto per nascondere Levi.
"Stai qui finché non te lo dico io, va bene?"
"Moccioso di merda..."
Lo fulminai con lo sguardo.
"Va bene va bene resto qui..."
Tornai al bancone e speravo che non arrivasse mai la pausa pranzo.
Scoccarono le 13:30.
"Lucas, io vado a casa. Ti aspettiamo lì?"
"No no grazie, vado a mangiare con i miei compagni"
Anche Massimo se ne andò. Ero solo e stavo per andare da Levi finché una voce mi chiamò.
"LUCAASS!!!"
'cazzo' pensai.
Non era proprio il momento.
Vivevo in un paesino quindi l'idea di stare con un uomo non era il massimo. Perciò...
"Ehy Maria! Che succede?"
"Ma che dovrebbe mai succedere scusa? Non posso venire a trovare il mio fidanzato?"
Mi diede un bacio sulle labbra.
Una gocciolina di sudore mi scese lungo la fronte.
'Speriamo che Levi non lo abbia visto' come mai pensai ciò? Cosa mi importava? Tanto era una storia passata, no? No... Ogni notte pensavo a lui. Diamine che pasticcio!
"Maria sono un attimo occupato adesso. Ci vediamo sta sera alla festa?"
"Si, ci vediamo lì" e mi diede un altro bacio.
Presi dalla tasca una sigaretta e me la misi in bocca. La accesi e aspirai. Aspettai che uscisse per andare dal mio ex fidanzato. Suona così male...
"Levi, dimmi"
"Chi stra cazzo è quella puttana?"
Mi portai una mano alla tempia.
"Levi calmati"
"CALMARMI?! SONO STATO 7 FOTTUTISSIMI ANNI IN CARCERE E TU TI SCOPI UN'ALTRA TIPA"
"Levi"
"NON DIRMI DI CALMARMI CHE TI ROMPO UNA GAMBA"
Indietreggiai.
"Levi ascoltami un attimo. Io non la amo davvero... È una copertura! Fammi spiegare"
"Non ho bisogno di sapere altro. Speravo di ritrovare un Eren che mi avrebbe accolto a braccia aperte e invece te la fai con le donne? Eren..."
Mi scese una lacrima.
"Vedo che allora ti interessa... Io ho detto dia vero ucciso Petra SOLO PER PROTEGGERTI! E QUANDO ERAVAMO ORMAI STATI SMASCHERATI TU HAI NEGATO TUTTO!"
Mi asciugai il viso.
"Dovrei essere io quello indignato."
"Eren devi capire che io ti amo. Avevo paura ma ora non ne ho più!"
Lo guardai negli occhi e aspirai ancora da quella dannata sigaretta.
"Levi io e Maria non stiamo davvero insieme. Viviamo in un paesino troglodita dove se sei diverso ti picchiano a sangue. A me piaci da morire, ogni notte ti sogno e spero di rivederti"
"Eh allora... La zoccola..."
Mi sfuggì una piccola risata.
"Maria è lesbica. Ha bisogno di una protezione e quindi ci compriamo le spalle a vicenda. Non stiamo davvero insieme te lo giuro. Se vuoi puoi chiederlo a lei tu stesso. Sta sera ci sarà una festa dove ognuno di noi può essere libero di fare ciò che vuole. Vieni con me"
Pensavo che ci avrebbe riflettuto un po' su e invece in un lampo accettò.
La giornata volò in fretta e subito si fece sera.
"Oh Lucas fai attenzione"
"Si lo so, starò attento"
"Hai preso le protezioni?"
Diventai rosso in viso.
"Oh Isotta lascialo stare su via. Se ci da un nipotino è cosa gradita"
Diventai ancora più rosso.
"E-ecco... Dovrei proprio andare adesso"
Diedi un bacio sulla guancia a quei due e poi me ne scappai via.
Arrivai davanti al negozio di Massimo e lì lo rividi. Era una bomba sexy fatemelo dire.
"Levi..." Ne ero ipnotizzato.
"Cazzo Eren però così mi fai emozionare"
"Oserei di...eccitare"
Tutto d'un colpo levi divenne rigido.
"Dai su andiamo"
Arrivammo alla festa e là incontrai Maria.
"Ehy Maria!"
"Ohhh Lucas! Come va? Scusa per la scenetta di oggi ma avevo mia madre alle calcagna"
Risi.
"No tranquilla, comprendo. Comunque ti vorrei presentare il mio fidanzato..."
"ODDIO È LEVI?!"
Levi fece una faccia un po' stranita.
"Ci... Ci conosciamo? Aspetta fidanzato?"
"Ohhhhh Eren... Cioè volevo dire...Lucas mi parla sempre di te! Qualche volta è anche noioso. Sembra quasi che i nostri discorsi si incontrano sempre su di te"
Le diedi una pacca.
"Può bastare..."
Lei sorrise ma levi ancora di più. Era raggiante... A suo modo.
"E invece dov'è Tania? Non è venuta?"
"Come potrei non venire!"
Sbucò da dietro di Maria questa ragazza alta, dalla carnagione scura. Era la fidanzata della mia amica.
Si abbracciarono e un bel limone partì tra le due.
"Oh bene..." Disse levi per poi girarsi verso di me.
"Allora..."
"I FUOCHI D'ARTIFICIO VENITE!" Corremmo tutti verso la spiaggia e ci trovammo davanti uno spettacolo mozzafiato.
"Tutti festeggiano per la fine della scuola... Anche se noi abbiamo ancora un esame da fare, vero bel fusto?"
"Maria non farmici pensare..."
Levi mi guardò stranito.
"Studi?"
"Ah sì... Faccio medicina"
Si strinse vicino a me quando uno sparo era partito particolarmente vicino a lui. Io sogghignai.
Mi mancava da morire, non credevo possibile tutto ciò. Eravamo tornati ad essere una cosa sola. Insieme...
Gli accarezzai la guancia. Ci guardammo intensamente e sotto quegli spari di colori variopinti ci baciammo. Il bacio più bello di tutta la mia vita. Caddi a terra dalla gioia ma non ci separammo. Anzi, eravamo abbracciati l'uno all'altro.
Quel sentimento... Quella goduria...
Nessuno me li poteva dare.
Se non lui.
Quel mezzo nanetto incazzuso.
Eravamo una coppia particolare
Un ex poliziotto e un ex ladro.
Eravamo felici così e nessuno sarebbe riuscito a toglierci quella libertà.

NESSUNO.

~FINE~

"Sfidami se vuoi"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora