una cena in famiglia

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EREN POV:
"Siamo arrivati"
Dissi al mio guidatore di fiducia non che l'amore della mia vita.
"Abitavi in una villa del genere? Lusso sfrenato..."
"Già... Però sono fuggito e ora ne ho una più bella tutta mia e dei miei soci"
"Questi soci dovrebbero andarse"
"Sono miei amici... Non oserei mai"
In effetti erano le uniche persona che sapevano la mia identità fin dall'inizio.
Sasha, Connie, Armin, Jean, sono i migliori amici che chiunque possa mai trovare. Tranne quando Jean si porta una donna diversa ogni sera. O Sasha quando ha fame, mamma mia un incubo! Armin invece non mi parla più tanto perché l'ho friendzonato... E Connie mi sta un po' sui coglioni quindi :/
Scendemmo dall'auto e salimmo le scale per arrivare davanti alla porta di casa.
Non avevo il coraggio di suonare il campanello...
"Eren tutto okei?"
"Si si tranquillo, mi sono solo ricordato un pezzo di infanzia, niente di che"
Suonò lui il campanello al posto mio.
"Così va meglio?"
Era molto meglio! Io gli sorrisi e basta.
Sentii il rumore dell' chiavi e vidi la porta aprirsi.
Dissi un semplice ciao con lo sguardo basso.
"EREEEENN! Sei venuto a trovare la mamma che bello"
"Ah sì... Comunque è un problema se ho portato qualcuno?"
"Il tuo fidanzato?"
Levi sbucò da dietro la porta.
"Salve signora"
"Tu sei il poliziotto dell'ospedale, Levi Ackerman, giusto?"
"Si, spero di non dare fastidio"
Un Levi così educato mai sentito in vita mia ma non volevo rovinare quel momento così dolce che mi fece tornare in mente ricordi belli.
"Assolutamente no! Entra pure"
Levi mi passò davanti prendendomi per mano e accompagnandomi dentro la casa.
Mia madre notò quel gesto e mi sorrise. Io arrossii un peletto.
"Vuoi qualcosa Levi? Caffè, tè, una tisana..."
"Non vorrei disturbarla"
"Oh ma tranquillo! Dimmi pure cosa vorresti"
Levi chiese un tè mentre io un caffè. Eravamo tanto diversi...
"Ecco a voi"
"La ringrazio"
"Ma dammi pure del tu Levi, oramai sei di famiglia, no Eren?"
Io mi stavo per strozzare con il caffè dopo aver sentito quella frase.
"Ah ecco..."
Non sapevo se dire di sì o di no.
Stavamo parlando pur sempre della mia famiglia, non di una normale.
"Allora facciamo che lo chiedo a Levi?"
"Eren per me va più che bene. È comunque la tua famiglia"
Mi prese la mano che avevo appoggiato sul tavolo e la strinse a sé.
"Si... Hai ragione"
In tutto ciò mia madre era quasi in lacrime.
"Mamma tutto okei?"
"Siete così carini! Sono tanto felice per te Eren"
Anche io lo ero per me.
Sentivo che Levi era quello giusto e appena lo guardai negli occhi sentii la voglia irrefrenabile di baciarlo.
Gli diedi un bacio sulle labbra non troppo lungo visto che vedere mia madre con gli occhi a cuore mi metteva in po' in imbarazzo.
Ad un tratto il campanello suonò.
"Chi può essere a questo'ora?"
"Non lo so Eren... Torno subito"
Guardai di nuovo Levi e gli diedi un altro bacio però più lungo sta volta.
"Chissà chi è alla porta..."
"Sei preoccupato per tua madre?"
"Sono solo curioso..."
Cercai di sentire la conversazione ma nulla. La porta era troppo lontana.
Vidi tornare mia madre con una faccia che non mi piaceva proprio.
"Che hai mamma?"
"Eren..."
Mi disse Levi con la voce seria.
"Che c'è Levi?"
"Dietro tua madre..."
Guardai bene dietro mia madre.
"Allora sei davvero Eren... Pensavo che tua madre mi stesse mentendo come suo solito"
"Mia madre non è una bugiarda. Chi ti credi di essere per parlarle così"
Mi alzai in piedi e mi avvicinai a quell'uomo. Mi ricordava qualcuno ma lì per lì ero troppo incazzato per capire.
"Non ti ricordi più di me?"
"Perché dovrei...Ci conosciamo per caso?"
"Forse eri troppo piccolo per ricordare, figliolo"
...
Mi si gelò il cuore.
Non riuscivo più neanche a parlare.
"C-cosa..."
"Posso capirti. Non ci vediamo da molti anni oramai. Volevo fare una sorpresa a tua madre ma a quanto pare lei l'ha fatta a me..."
"Perché sei qui?"
"Perché volevo mangiare a casa"
"Questa non è più casa tua. La casa che stai dicendo è quella con Zeke e tua moglie"
Si tolse gli occhiali e si li pulí con la maglia. Mi guardò negli occhi e poi fece una mezza risata.
"Ma vedi che mia moglie e qui accanto a me"
"Non è vero. Non vi siete mai sposati"
"In verità... Ci siamo sposati quando un piccolo peso se ne andato dalla Mia casa"
Era impossibile.
Non ci potevo credere...
"Mamma è vero?"
Non ebbe neanche il coraggio di guardarmi in faccia.
"Sai una cosa che tua madre non ti ha detto Eren? Non ti ha raccontato come sei sopravvissuto alla nascita"
"Me lo ha raccontato mentre stavi allenando Zeke ad essere un perfetto figlio. Sono nato con il cuore fermo e sono stato 1 mese in una sottospecie di macchina che me lo faceva battere"
A quelle parole lui si fece un altra risatina.
"Amore non pensavo mentissi anche a nostro figlio"
Non capivo più nulla...
Chi mentiva e chi no?
"Vedi figliolo. Adesso ti racconto come sei sopravvissuto. Quando sei nato avevi il cuore fermo e tua madre ne era distrutta visto che stavamo provando ad avere un figlio da molto. Era così distrutta che non voleva più fare figli e questo non andava bene... Allora ti ho preso tra le mie braccia e ti ho portato nel mio studio scientifico"
"Smettila, non crederò mai a ciò che stai per dire! So dove vuoi andare a parare. Vuoi farmi credere che tu mi hai voluto bene e hai fatto cose strane da scienziato per farmi tornare in vita. Non sono uno zombie"
"Invece sì! Sei lo zombie di famiglia Eren. Ti ho somministrato una droga che stavo creando in laboratorio. Rendeva le persone più forti del normale e per un neonato morto addirittura fare battere di nuovo il cuore. Mano mano che crescevi tua madre te ne dava sempre un po' per fare battere il tuo cuoricino fin quando non sei diventato abbastanza grande da sopravvivere senza. Ma credo che tu non abbia mai smesso... Lo vedo da come sei alto, forte ed energico. Tu non sei così Eren! Tu sei debole più di tutti in questo pianeta"
Ne avevo abbastanza di tutto ciò.
Vero o non vero mi stavo seriamente scocciando!
Sentivo il sangue ribollirmi nelle vene.
"Tranquillo Eren... Ora il tuo dolce papà è tornato per proteggerti! Visto che da solo saresti morto"
Non c'è la feci più.
Strinsi forte i pugni e tentai di dargliene uno dritto su quella faccia da culo.
"EREN NO!"
"Cosa?"
"Non abbassarti al suo livello, non essere tanto sciocco"
Mi ero totalmente dimenticato che Levi fosse lì con me...
Mio padre non lo aveva ancora visto, invece ora...
"EREN MI HAI FATTO UN REGALO! Mi hai portato quel buono a nulla... La nostra famiglia sta contro da generazioni giovane Ackerman"
Si avvicinò a lui, come se me lo volesse rubare, ma non glielo avrei mai permesso. Non sta volta.
"Non è un regalo. Ora tornatene da dove sei sbucato e non farti più vedere"
"Ah capisco...Lo vuoi uccidere tu! Certo fai pure però vorrei vedere anche io"
"Io non sono come te. Non uccido le persone e non le torturo per avere ciò che voglio. Io..."
"Quindi perché è qui? Lo hai catturato tu Carla? Ma che domande... Ovvio che no! Non sai fare nulla"
Mi snervava averlo davanti e non poter fare nulla...
Quindi pensai ad un piano più semplice del normale... Dire la verità.
"Nessuno toccherà mai più Levi, hai capito?"
"E perché scusa? Lo vuoi segregare in una torre? Non è divertente così"
"Levi è solo mio e di nessun altro! Nessuno lo può toccare se non sono io. Io... Io..."
Lui mi guardava sempre più strano e piano piano si stava avvicinando a me.
"Eren non capisco a cosa ti riferisci. Lo uccidi o no?"
Io lo guardai male e poi poggiai il mio sguardo su Levi.
Riguardai mio padre che piano piano si stava avvicinando.
"Sai che ti dico... Voglio fatti vedere cosa gli faccio ogni giorno senza il suo permesso.

 Voglio fatti vedere cosa gli faccio ogni giorno senza il suo permesso

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Lo bacia dritto su quelle labbra mordi.
Poi lo presi per il braccio e corsi verso la porta, ma a quanto pare qualcuno mi aveva bloccato...

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