{Capitolo 8}

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Gli risposi di sì anche se avevo ancora dei dubbi, non ero sicura che fosse una buona idea. Mi preoccupavo più di quello che potevo succedergli che della reazione di Diana per la mia richiesta.

Lui mi chiese quando poteva venire e io gli risposi che dopo due settimane sarebbe potuto venire, almeno avevo il tempo per riflettere e cambiare idea nel caso ci fosse stato bisogno di un ripensamento. Pochi minuti dopo arrivò la professoressa di inglese e la lezione iniziò. A metà della spiegazione entrò Tony, Tony Black, dicendo che aveva perso l'autobus e per questo era in ritardo. Dopo essersi seduto al suo posto, ovvero davanti a me e a Josh, ci disse il vero motivo del suo ritardo: al bar di fronte alla scuola aveva incontrato una ragazza bassa e magra dai capelli lunghi e neri, quest'ultima portava una collana d'argento con la lettera "A". Capì subito che si trattava di Alexis, portava sempre con sé quella collana e poi studiava nella scuola affianco a dove studiavo io... era sicuramente lei.

«Era carina?» chiese Josh.

«Sì, però si è comportata da maleducata. Per sbaglio mi ha rovesciato il suo caffè addosso e non mi ha chiesto nemmeno scusa, anzi mi ha detto di stare più attento» rispose Tony.

«Fai conquiste, amico!» Josh gli diede una pacca sulla spalla per poi seguire la lezione attentamente visto che la professoressa lo aveva ripreso già due volte.

*Parla Allison*

Michael stava uscendo da scuola, lo presi per un braccio e lo portai in un vicolo dove nessuno poteva sentirci. Gli chiesi se aveva intenzione di provarci con la nuova arrivata, cioè Mary, e lui invece di rispondermi mi chiese se ero gelosa. Gli risposi di no perché non potevo ammettere i miei sentimenti, era da persone deboli e poi mi piaceva anche un'altra persona.

«Sono venuta qui per ricordarti della missione»

«Los o, tranquilla. Non me lo dimenticherò»

«Bravo, è molto importante per me e per il resto della squadra. Spero che questo tu lo sappia» dissi io prima di incamminarmi verso l'uscita di quel vicolo. Appena voltai le spalle, lui sbuffò dicendo qualcosa a bassa voce, sicuramente qualcosa che non volevo sentire. Gli chiesi di ripete ma rifiutò, decisi di avvicinarmi e di richiederglielo.

«Ripeti se ne hai il coraggio»

«La smetti di minacciare le persone? Non lamentarti se l'unico amico che hai sono io» quelle parole mi ferirono molto, sapevo di avere solo lui ma preferivo pensare che anche il resto della squadra mi volesse bene. Non avevo buoni rapporti con la mia famiglia e la squadra era l'unica cosa che avevo, minacciavo le persone per farmi rispettare... non volevo che si allontanassero.

Quelle parole mi fecero molto male, così tanto che decisi di tirargli un calcio proprio in mezzo alle gambe. Ero cosciente di non migliorare le cose, che si sarebbe allontanato di più da me, ma almeno non mi avrebbe più mancato di rispetto. Mentre lui si contorceva dal dolore, decisi di andarmene. In quel momento volevo che sparisse dalla mia vista ma un piccolo gruppo di ragazzini ficcanaso decise di venire verso la mia posizione, probabilmente aveva sentito Michael urlare dal dolore. Ritornai da lui in fretta, gli dissi che dovevamo andarcene o avrebbero sospettato qualcosa. «Se non mi avessic olpito, ora starei correndo» alzai gli occhi al cielo e subito dopo lo baciai, i ragazzini ci guardarono come se stessimo facendo chissà che cosa. Quel bacio era solo un modo per mandargli via, non volevo che scoprissero quello che avevo fatto. Sicuramente essere colpito dauna ragazza non era una buona cosa per la reputazione di Michael, dal mio punto di vista doveva ringraziarmi. Appena i ragazzini se ne andarono mi staccai da lui, il bacio mi era piaciuto parecchio... speravo che anche a lui piacesse. Sorrisi e me ne andai, questa volta seriamente.


*Parla Alexis*

Ero nella palestra dello S.H.I.E.L.D. e mi stavo allenando insieme a Michael, non sembrava molto in forma. Gli chiesi varie volte se stava bene e mi rispose sempre di sì, però non mi convinceva. Chissà chi lo aveva ridotto così, poverino.

Davanti a me c'era un baule molto pesante chiuso con un lucchetto molto grande, probabilmente pieno di sassi. La spinsi dall'altra parte con un po' di fatica. Nonostante fossi figlia di Superman, non avevo ancora la sua superforza. Dovevo ancora allenarmi moltissimo e gli unici poteri che riuscivo a controllare quasi perfettamente era la supervelocità e la capacità di volare, mi sarebbe piaciuto avere anche il super-soffio ma dovevo accontentarmi.

«Mitchell, ti va una sfida?» non sopportavo Michael quando mi chiamava con il mio secondo nome, in realtà non sopportavo nessuno che mi chiamasse in quel modo.

«Smettila di chiamarmi così»

«Dai, è carino come nome! Comunque ti voglio lanciare una sfida: il primo che porta il proprio baule dall'altra parte vince dieci dollari...che ne dici? Accetti o hai paura?» accettai senza pensarci due volte, il fatto che credesse che io avessi paura mi dava molto fastidio. Mi misi davanti al mio baule e al tre di Michael lo portai dall'altra parte. Ovviamente vinsi io grazie ai miei poteri, soprattutto grazie alla supervelocità. Lui sbuffò e io iniziai a ridere, subito dopo si avvicinò Mary e mi disse che doveva chiedermi una cosa molto importante. Mi chiese se avevo incontrato un ragazzo quella mattina nel bar di fronte alla scuola dove studiava, risposi di sì chiedendole il perché di quella domanda. Rimasi scioccata quando mi disse che era un suo compagno di classe, non mi sarei immaginata che avrei avuto una cosa in comune con quel ragazzo: Mary. Le dissi che il suo amico era molto carino ma aveva un brutto carattere, lei si mise a ridere. Pochi istanti dopo entrò Diana che doveva dirci una cosa molto importante.

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