{Capitolo 7}

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«Mitchell, è appena arrivata e già la torturi? Poverina... Io sono Allison Miller, piacere»

«Piacere» sorrisi. Allison era qualche centimetro più alta di me e aveva i capelli mossi e corvini, molto belli per i miei gusti. Molti mi dissero che era molto riservata, nessuno conosceva la sua storia e che Diana l'aveva trovata nel bosco priva di sensi. Nessuno scoprì chi erano i suoi genitori, infatti lei abitava lì nella base ma spesso usciva di sera di nascosto e tornava solo per li allenamenti per poi uscire di nuovo. Forse nascondeva qualcosa ma ero appena arrivata e non potevo già fare l'impicciona, erano affari suoi e se voleva me ne avrebbe parlato.

Ero lì dentro da pochissimi minuti, tutti erano gentili con me e avevano pazienza. Ero quella nuova e la cosa mi metteva un po' d'ansia, fortunatamente Diana mi tranquillizzò dicendo che c'era gente molto peggiore ed era lì da molto più tempo. Scoppiai a ridere e continuai a fare il primo esercizio che mi aveva assegnato Diana: lanciare palle di fuoco contro alcuni bersagli. Oltre a me c'era Alexis che mi incoraggiava ad esercitarmi sempre di più nonostante la più pigra fosse lei... o almeno era quello che affermava. Dopo pochi minuti entrò un ragazzo, era alto e con i capelli neri. Si chiamava Michael e all'inizio non l'avevo riconosciuto, poi capii che si trattava del mio ex ragazzo. Mi aveva tradito con la mia ex-migliore amica, hanno rotto dopo una settimana.

«Sei in ritardo... di nuovo»

«Scusami, ero bloccato nel traffico» arrivò un collega di mio padre Phil che chiese a Diana di andare urgentemente da lui.

«Vai a cambiarti, ne parleremo dopo» Diana se ne andò lasciandoci da soli. Michael si avvicinò a me, era sorpreso di vedermi. «Sicury, che ci fai qui?»

«Cosa ci fai tu... Da quando hai i superpoteri?» con nonchalance mi disse che fin da quando era piccolo li aveva ma decise di tenermelo nascosto perché temeva che io avessi paura di lui, in poche parole solo balle. Feci finta di credergli e a grande linee gli dissi anche io come ricevetti i miei poteri senza tirare fuori la storia del progetto T.A.H.I.T.I e dell'Iso-8. Di sua spontanea volontà mi mostrò i suoi poteri prendendo due pesi entrambi di 500chili, poteva sollevare un peso maggiore ma in quel momento i più pesanti erano quelli. Rimasi stupita infatti gli chiesi chi fosse suo padre, mi disse che suo padre era Cain Marko ma meglio conosciuto come Juggernaut.

Tornata a casa raccontai tutto a mio padre Tony, lui era molto felice per me nonostante avesse capito un quarto di quello che avevo detto visto che ero molto euforica e quindi parlavo più veloce del solito. Mi disse di calmarmi così gli poteva raccontare per la seconda volta quello che era successo durante quella giornata e mi disse anche di sedermi visto che era pronta la cena, Pepper ci raggiunse con i piatti mentre mio padre prendeva i bicchieri. Quel giorno abbiamo mangiato pasta al pesto, il mio piatto italiano preferito, e abbiamo parlato per tutta la serata della mia cena. Andai a dormire molto tardi per colpa dell'emozione, ero molto felice di quella giornata nonostante fosse cominciata male.

Il giorno seguente arrivai a scuola con l'ansia perché ero preoccupata per Josh, non avevo più avuto sue notizie e avevo paura della sua reazione nel rivedermi. Forse avrebbe avuto paura di me oppure lo aveva detto a qualcuno, infatti mi aspettavo già una folla di persone che mi circondavano e mi facevano milioni di domande...fortunatamente nessuno si avvicinò a parte Joanna che mi salutò con un forte abbraccio, subito dopo iniziò a parlarmi del suo cane e io ero completamente distratta dai miei pensieri.

«Mary? Mi stai ascoltando?»

«Sì, sì. Certo»

«Mh...Va tutto bene?» risposi nuovamente di sì, non riuscivo a dire altro se non monosillabi. Decisi di rilassarmi e di pensare al fantastico pomeriggio passato il giorno prima: superpoteri, Wonder Woman, nuovi amici, l'unico difetto era Michael ma passai sopra. Dopo tutto erano passati anni dal nostro ultimo incontro quindi forse un cambiamento lo aveva fatto e non sarebbe stata così terribile la sua compagnia. Entrai in classe insieme a Joanna, andai verso il mio posto e prima di sedermi salutai Evangeline. Dopo un po' arrivarono Alexandra e Josh,lui mi chiese come era andata con mio padre e io gli raccontai tutto a bassa voce ovviamente.

«Come siete misteriosi... Non è che state insieme e ce lo state nascondendo?» l'unica cosa che provavo era panico, dovevo inventarmi una scusa in quel momento ma fortunatamente Josh rispose prima di me.

«No, non stiamo insieme... e comunque non è una cosa che ti riguarda, sono affari nostri» rimasi scioccata dalla sua risposta, non avrei mai pensato ad una cosa del genere. Alexandra rimase zitta con il broncio, era sicuramente arrabbiata per come gli aveva risposto Josh mentre io ero rilassata, stranamente. Forse fin troppo visto ches ubito dopo Josh mi chiese se poteva assistere ad un mio allenamento, anche lì mi salì il panico. Il mio cuore diceva di sì ma la mia testa no, avevo paura che si sarebbe fatto male con tutti quei supereroi inesperti intorno ma allo stesso tempo ero davvero felice che me lo avesse chiesto. Non sapevo che fare, dovevo pensarci un po'... un bel po'.

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