{Capitolo 13}

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Entrarono nella stanza e si guardarono, si erano perse.

«Scusateci, stavamo cercando la stanza di Josh. Potete dirci dove è?» disse Joanna guardando Tony, era sorpresa della sua presenza. Lo ero anche io, Josh non mi aveva detto che aveva "invitato" un po' di persone... anche perché dalla rabbia non glielo permisi.

«Josh non ti aveva detto nulla, vero? Sai com'è fatto, un po' distratto...» disse Tony, io gli chiesi di stare zitto oppure sarebbe finita molto male. Tony non disse nulla e si avvicinò alle mie amiche, spiegò a loro dove si trovava l'ospedale dello S.H.I.E.L.D., avrei voluto farlo io ma loro erano ancora troppo arrabbiate con me e probabilmente non volevano il mio aiuto.

Feci un sospiro e mi concentrai sulla situazione, chiesi cosa c'entrassero Allison e Michael con l'Hydra. Mio padre non disse nulla, sapeva che avevo avuto una relazione con Michael infatti non gli stava simpatico da molto tempo.

Diana rispose alla mia domanda partendo da Alexandra, disse che lei si faceva chiamare "Darkness" e che il suo vero nome era Alexandra Moore. Allison Miller era solo il suo alter-ego, speravo l'unico. Michael invece si faceva chiamare "Juggernaunt Jr.".

«Oltre ad occuparci dei cattivi, non possiamo anche sceglierci dei nomi da supereroi? Per esempio io mi chiamerò... Supergirl! Che ne dite?» propose Alexis, io ero d'accordo con lei. Sicuramente ci saremo esposte al mondo prima o poi e quindi dovevo sceglierci dei nomi. Anche Tony era d'accordo, stranamente. Ci misi un po' per decider ecome chiamarmi, avevo molte idee ma nessuna mi convinceva. Poi mi venne in mente un nome che secondo me era perfetto: Lady Fire!

...

Passarono un paio d'ore e finalmente eravamo riusciti a trovare un modo per essere sempre pronti, ovviamente non potevamo sapere quando e dove avrebbero attaccato e quindi dovevamo essere pronti in qualsiasi occasione. Avevamo deciso di aumentare la sicurezza e gli agenti, avevamo deciso anche di creare dei gadget in modo da mandare il segnale a tutti con un semplice tasto. Almeno non perdevamo tempo di informare tutti quanti.

Uscii dall'ufficio di mio padre insieme ai miei genitori, dovevo mostrare a loro ad una cosa che stavo progettando da un po' di tempo. Alexis e Tony, invece, decisero di andare da Josh per vedere come stava. Mentre camminavo, controllai l'ora sul mio telefono e per sbaglio mi scontrai con una ragazza: era Evangeline che tornava dalla stanza di Josh.

«Sembra che il destino vuole che ci incontriamo, in qualche modo»

«Scusa, siamo in ritardo. Dobbiamo andare al cinema e non possiamo parlare ora» risposi scioccata, andavano al cinema senza di me? Non dissi niente finché Joanna non decise di andarsene, io però la fermai. Presi finalmente coraggio e decisi di risolvere la situazione in quel momento, una volta per tutte.

«Ti prego non andartene. Ho sbagliato, va bene? Dovevo fidarmi di voi fin dall'inizio ma avevo paura, non so perché o di cosa ma avevo paura. Forse avevo paura di perdervi perché ho una vita troppo strana e complicata. Ogni missione significa che io potrei morire e non volevo farvi rimanere con l'ansia di non vedermi il giorno seguente. Però solo ora mi rendo conto che non dicendovi niente vi ho perse per davvero, come posso farmi perdonare?» dissi tutto d'un fiato cercando di trattenere le lacrime, alla fine presi un grosso sospiro. Loro si guardarono, avevano delle facce dubbiose. Feci segno di seguirmi, forse vedendo il lavoro a cui stavo lavorando in segreto magari mi avrebbero creduto. Entrai nel laboratorio, vidi che c'era anche Sam Wilson, ovvero Black Falcon. Mi aveva aiutato nel mio progetto: dei gadget per le persone senza superpoteri o esperienza in campo d'azione. Non avevo chiesto aiuto a mio padre perché volevo che fosse una sorpresa.

«Questi sono un paio di guanti che posso sparare raggi laser, utili per sconfiggere i nemici. Per ricaricarli basta l'energia solare, comodi no? Tranne per quando piove» ridacchiai dal nervosismo. Porsi ad ognuna di loro un paio di guanti e sorrisi, dissi che erano per loro e che speravo che apprezzassero. Le due sorrisero, erano senza parole. Joanna posò i guanti sul tavolino che era di fianco a me e mi abbracciò, poi lo fece anche Evangeline. Qualche istante dopo arrivarono i miei genitori, mio padre Tony mi chiese cosa stesse succedendo. Le mie amiche si agitarono subito, era la prima volta che incontravano mio padre.

«Signor Stark, è un onore conoscerla!» disse Evangeline.

«Guardate in cosa stava lavorando sua figlia per noi, dovete esserne fieri!» aggiunse Joanna. Mio padre prese un guanto e iniziò a guardarlo, poi chiese alle mie amiche di provarli. Evangeline posò la sua borsa a terra e si infilò i guanti, cercò di prendere la mira su chissà cosa ma per sbaglio sparò ad un gruppo di provette. Fortunatamente non era una persona, iniziai a ridere insieme a lei. Mio padre disse che era fiero di me e mi abbracciò, all'abbraccio si aggiunse anche mia madre Pepper. Ero felicissima soprattutto dopo che anche mio padre Phil disse che era fiero di me.

*Parla Alexis*

Stavo prendendo le mie cose così potevo andarmene via ma Tony mi fermò, mi chiese se volevoaccompagnarlo da Josh. Io ero sorpresa e lo guardai storto ma allafine accettai, sarei dovuto tornare a casa per studiare però potevo fermarmi per qualche altro minuto. Uscii dall'ufficio senza far caso a Mary che litigava con le sue amiche, mi stavo ancora chiedendo perché Tony voleva che lo accompagnassi. Arrivai davanti alla stanza di Josh e entrai cercando di simulare un sorriso nonostante fossi tentata di dare un pugno al biondo per aver "tradito" la mia amica.

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