CAPITOLO 18

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Per cercare di sbollire l'agitazione dettata dall'umiliazione di Jenna, ho deciso di lasciarmi un po' andare nella grande vasca della mia camera. Non so se Allison è rientrata, non l'ho sentita, forse per via della musica che ho deciso di riprodurre. Avevo bisogno di un momento per me stessa, per ragionare sulle parole meschine dette dalla mora nella hall dell'hotel. Deve essere passato parecchio tempo, dato che dalla finestra di fronte a me entra una luce sempre più calda ed aranciata, mi avvolgo così all'interno dell'asciugamano bianco, fermandolo per bene per evitare inconvenienti, poi, apro lo scarico della vasca per far scendere l'acqua giù.

Non ho assolutamente intenzione di vedere la faccia di Alex e Jenna almeno per le prossime due ore. Apro la porta del bagno, e mi ritrovo nella mia camera, dove ho sbadatamente lasciato il condizionatore acceso, infatti l'aria è parecchio fresca. Mi avvicino al comodino per prendere il telecomando ed alzare la temperatura, ma nel farlo, mi accorgo che sul mio cuscino vi è poggiato il peluche vinto al luna park, proprio quello che avevo lanciato a terra dalla rabbia nella hall.

Mi avvicino e lo prendo tra le mani sollevandolo, ed allora scorgo un un pezzo di carta, il quale se ne stava nascosto sotto al pupazzo.

La calligrafia con cui è estata scritta la frase è parecchio infantile, solo quando lo leggo mi accorgo di star sorridendo.

"Sei meglio di lei, e grazie di avermi difeso"

Allison...

Quella bambina non dimostrerà mai il suo affetto in modo normale, troverà sempre il modo di mandarti dei segnali, delle piccole cose che ti fanno capire che forse, non ti odia del tutto. Mi ricorda molto suo fratello...

Avvicino il pezzo di carta al cuore, e lo stringo. Poi, lo ripiego e lo inserisco all'interno del mio portafogli, prima di indossare un pantaloncino ed un top rosso.

Attraverso la zona comune della suite, ed in un momento mi ritrovo ad aprire la porta della camera della marmocchia.

<<Ti devi preparare lo sai?>> Faccio la vaga, perché so quanto la imbarazza quando qualcuno le fa notare che quello che ha fatto è stato dolce, così il mio modo per farle capire che le sono grata del messaggio, è romperle le scatole.

<<Non rompere sto disegnando>> mi risponde noncurante, mentre se ne sta stesa a pancia sotto sul letto con una marea di fogli e colori intorno.

<<Il signor Wonder verrà a questa cena e dovete essere tutta la famiglia riunita; quindi, forza...>> batto le mani e mi avvicino a lei, iniziando a raccattare tutti i fogli colorati impilandoli.

Allison sbuffa e me li tira via dalle mai, poi si gira e si siede sul letto.

<<Jenna non è parte della famiglia>> mi corregge puntigliosa.

<<Non me la nominare...>> sussurro, raccogliendo i colori.

<<Se lei viene, vieni anche tu>> mette le braccia conserte.

<<No no, non se ne parla, io non posso e non voglio venire dopo quello che è successo>> le spiego.

Apro l'armadio e inizio a cacciare qualche bel vestitino colorato, mettendolo sul letto.

<<Dai scegli>> le indico i capi, ma lei scuote la testa e si ammutolisce.

<<Vada per quello viola>> alzo le spalle e risistemo gli altri abiti, mentre sento la bambina alzarsi e avvicinarsi a me.

<<Io non ci voglio andare>> esclama.

<<Allison tu devi andarci>> cerco di spiegarle, mentre mi riavvicino al letto ed estraggo delicatamente l'abito dalla gruccia, poi sentiamo delle nocche bussare alla porta.

Lettere dalla LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora