Pace... questa è la sensazione che provo adesso, mentre prendo coscienza lentamente grazie ai raggi solari che pizzicano sui miei occhi.
Mi sento al sicuro, protetta, come non accadeva ormai da tempo.
Cautamente apro gli occhi e mi ritrovo davanti una distesa di pelle profumata. In quel primo non capisco bene di cosa si tratta, finché non mi rendo conto di sentire una leggera pressione tra i capelli e qualcosa di duro che sorregge la mia guancia.
Senza muovermi, spostando solo le pupille, guardo in basso e mi rendo conto di essere completamente rannicchiata davanti al corpo di Alex, il quale girato verso di me, ha poggiato il suo mento tra i miei capelli e la mano del suo braccio che mi fa da cuscino, è invece poggiata sul mio fianco, su cui la maglietta del pigiama si è leggermente alzata.
È il suo collo quello che ho davanti agli occhi, il posto in cui mi sono rifugiata per tutta la notte.
Alzo piano la testa, per assicurarmi che Alex sta ancora dormendo beato, e infatti lo trovo con gli occhi chiusi ed il viso rilassato.
Non ho idea di come siamo finiti in questa posizione, ma decido che forse è il caso di richiudere gli occhi per qualche secondo.<<Alex ho bisogno di pa...>> Ad un tratto la porta si apre e la voce dellla signora Mery arriva chiara al mio orecchio.
Presa alla sprovvista allungo le mani verso il petto di Alex e con una forte spinta lo allontano da me, prima di rotolarmi dal lato opposto al suo, senza rendermi conto che il letto era ampiamente finito.
Alex impreca, quando rischia anche lui di cadere dal letto, ancora frastornato dal sonno, mentre io sono distesa a terra.
<<Scusate io...pensavo fosse svegli>> la voce, e lo sguardo di Mery sono mortificati. Poi, la sento sopprimere una risata, portandosi una mano davanti alla bocca.
Non nego che forse la scena deve essere stata esilarante, per lei, anche se io mi gomito e la mia anca hanno parecchio da ridire.
Mi rialzo dal pavimento con quel poco di dignità rimasta, mentre noto Alex sbadigliare noncurante, seduto sul letto.
<<No, stavamo ancora dormendo, comunque dammi cinque minuti e sono giù>> dice, riferendosi alla donna rimasta immobile con il pomello della porta in mano.
La signora Wonder mi squadra, e dopo avermi sorriso se ne va, curandosi di chiudere per bene la porta.<<Non c'era bisogno di spingermi giù dal letto Cappuccetto rosso>> vengo rimproverata da Alex, il quale si alza in piedi stiracchiandosi platealmente, facendo alzare la canottiera quanto basta per donarmi una degna visuale del suo fisico marmoreo.
<<Tu mi stavi addosso>> mi difendo.
<< se ti dava tanto fastidio, al posto di riaddormentarti potevi spostarti>> ride.
Che stronzo. Era sveglio.
D'istinto afferro il mio cuscino e con potenza glielo tiro dritto in faccia.<<Tu preparati, questa volta vado a svegliare io Allison>> mi informa, prima di lasciarmi da sola in camera.
————
Oggi è il fatidico giorno, oggi devo andare in città.
E l'unico modo per poterlo farlo, era convincere Allison a venire con me. Devo dire che non è stato affatto difficile visto che l'alternativa era rimanere a casa da sola con tutti i suoi parenti.
Ha chiesto però al padre di venire con noi, rifilandogli la scusa che quando torneremo a casa non avranno più tempo per stare insieme.
Ho dato poi all'autista le coordinate e la via che mio padre mi ha suggerito al telefono ieri sera.
<<perché qui?>> domanda la bambina.Dissimula Kate!
<<ho visto che c'è un teatro qui vicino, e visto che fai danza avevo pensato ti sarebbe piaciuto visitarlo>> mento, ma la bambina sembra abboccare.
Alex invece, mi osserva titubante.
Scendiamo in un quartiere abitato in cui vi sono varie palazzine, e il cuore mi sale in gola."E quindi Mamma, tu hai vissuto qui"
Con mani tremanti prendo il cellulare e scatto una foto in cui inquadro il quartiere moderno in cui m i ritrovo, premurandomi di inquadrare gli alti palazzi che ho davanti, e la mando a mio padre.
Non so se ho fatto la cosa giusta, ma il mio gesto è stato spontaneo.
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Lettere dalla Luna
Literatura FemininaTROPE: enemies to lovers La vita di Kate viene stravolta completamente quando viene diagnosticata una grave malattia al padre, unico punto di riferimento della sua vita. Gli anni passano e lei è costretta a prendersi carico di Lui, della casa e dei...