CAPITOLO 11

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Esco dal bagno degli ospiti, dopo essermi asciugata i capelli con un asciugamano soffice ed essermi cambiata. Devo dire che la maglietta blu è abbastanza lunga da coprirmi fino a metà coscia, e questa è una fortuna visto che sotto non indosso altro che gli slip neri. Più che una dipendente degli Wonder, sembro una di quelle ragazze che dopo una grande avventura notturna post sbronza, ruba una maglietta dall'armadio di lui, e fugge dalla situazione imbarazzante. Inoltre, i capelli ancora umidi ed arruffati, il trucco mezzo sbavato che ho cercato di sistemare, non aiutano affatto la causa. Spero solo che il signor Wonder non rientri a casa prima che io sia andata via, perché questo è un abbigliamento decisamente poco professionale, e gli darei ragione se volesse farmi una bella ramanzina.

Ancora una volta non posso non notare il signor Adrian continuare a trascinare mobili nei corridoi, ma questa volta, al contrario della precedente, non è solo, in quanto tantissimi domestici si stanno affrettando ad aiutarlo, spostando tappeti e tavoli verso quello che so per certo essere il grande salone. Li seguo fino alla camera in cui erano indirizzati, e non riesco quasi a riconoscere la stanza in cui mi trovo. I divani sono stati spostati alle pareti laterali insieme ad altre poltrone mai viste. Alcune cameriere, su apposite scale, lucidano il lampadario di cristallo, mentre altre spolverano le tende celesti con uno spolverino, non prima di aver lucidato alla perfezione i grandi vetri sotto di esse. Al centro della stanza è stato posto un gigantesco tappeto ed è stato allestito un grande tavolo rotondo su cui sono poggiati piatti ed alzatine pronte per essere riempite di chissà quale succulenta pietanza. Il televisore è stato tolto, ed al suo posto ora vi è affisso un grande quadro che raffigura il signor Wonder, anziano, che presumo sia suo padre, ed Alex, tutti seduti su un divano rosso.

Fermo una delle donne che si sta dirigendo all'interno del grande salone per chiederle informazioni.

<<cosa sta succedendo?>> domando curiosa.

<<oh, sono i preparativi per l'evento dei Wonder>> mi informa la donna, ma dopo aver osservato il mio sguardo confuso, cerca di spiegarsi meglio.

<<Ogni anno il signor Wonder dà una festa estiva che funge da asta, il cui ricavato sarà donato in beneficenza alla ricerca per il cancro>> e a quelle parole mi sento colpita più che mai.

Io sono un esempio vivente di come quella malattia distrugga le persone ed intere famiglie, ed essere a conoscenza di questa cosa mi fa capire che c'è davvero gente che è disposta ad aiutare la ricerca. In questo momento mi sento davvero grata... come se questa questione riguardi direttamente me. So che in realtà tutto ciò è un modo per ricevere stima, pubblicità e magari fare bella figura davanti le persone importanti della città, ma sono felice che almeno lo facciano aiutando una causa davvero importante.

Persa tra i miei pensieri non mi rendo conto che la domestica che mi stava parlando mi ha lasciata sola, poggiata allo stipite legnoso dell'arco che divide il salone con l'anticamera.

<<Miss Taylor si sente bene?>> è Isabella a poggiare una mano sulla mia spalla e girarmi leggermente.

<<Ha un aspetto...>> lascia la frase in sospeso scrutandomi da capo a piedi.

<<orribile>> le concludo la frase sorridendole.

<<Per l'amor di Leonardo di Caprio, cosa le è successo>> si ritrova a chiedermi girando i palmi delle mani verso l'alto. Ed io non posso far a meno di ridere quando ascolto quella bizzarra esclamazione uscire dalla sua bocca.

<<Io e la signorina Allison abbiamo avuto...>> cerco le parole adatte.

<<una questione acquatica da risolvere>> annuisco mentre parlo.

Lettere dalla LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora