<<È possibile che non hai qualcosa di carino da metterti>> chiede Beatris stesa a pancia in giù sul mio letto mentre mi guarda provare l'ennesimo cambio di vestiti.Siamo qui da più di mezz'ora e avrò cambiato almeno 20 magliette e ovviamente, secondo lei, non va bene nessuna di queste.
Zia Elisabeth è nella camera di papà e sicuramente staranno parlando di quello che hanno fatto da piccoli e di come io sia cresciuta...soliti discorsi noiosi.
<< a me piaccio vestita così>> le rispondo indicando la camicetta nera a fiori che indosso attualmente, ma in risposta la vedo girarsi a pancia in su, lasciando la testa a penzoloni fuori dal letto per guardarmi sottosopra.
<< si in effetti va bene per un colloquio di lavoro>> si prende gioco di me ridacchiando. Io afferro una delle 20 magliette che ho provato e gliela lancio addosso ormai esausta.
<< sai non mi capita tutti i giorni di andare ad appuntamenti, che tra l'altro non sono nemmeno miei>> dico con tono ironico, rigirandomi verso lo specchio e sbottonando la camicetta che a me piaceva tanto.
<<ok ora ci penso io>> dallo specchio vedo Beatris liberarsi della maglietta che le ho lanciato e con passo felpato si accinge a frugare nella mia piccola cabina armadio.
<<Hey, dopo metti in ordine tu!>> le urlo contro quando la vedo lanciare uno ad uno fuori dall'armadio tutti i miei capi d'abbigliamento.
Mi avvicino e d'istinto inizio a raccoglierli e a ripiegarli poggiandoli dolcemente sul letto. Ho sviluppato una mania per l'ordine da quando lavoro come cameriera, anche perché, se non lo faccio io non lo farà nessuno.
<<Eccolo!>> esulta Beatris mostrandomi con un sorriso sul volto un capo che non avevo mai notato in vita mia: È un vestito con lo scollo a cuore, a bretelle, molto semplice, sui toni del viola. La gonna scende morbida e presumo arrivi poco sopra le ginocchia, la parte finale dell'abito è ornata da una striscia lucente e dorata, che richiama il cinturino posto sulla vita, del medesimo colore.
È molto bello, ma c'è solo un problema.
<<Questo non è mio>> le dico, fissando l'abito che stringe tra le mani, lo osservo cercando di ricordare il giorno in cui l'ho comprato, ma sono sempre più sicura che non mi appartiene.
Beatris gira il vestito nella sua direzione e lo guarda analizzandolo minuziosamente.
<<cosa importa se non è tuo, sarà di qualche donna che si portava tuo padre a casa>> dice spavaldamente facendomi un occhiolino, mentre all'udire di quelle parole mi ritrovo leggermente in disaccordo con lei: che io sappia papà non ha mai avuto altre donne, nonostante i miei continui incitamenti a fare nuove conoscenze... che non me lo abbia detto? Impossibile.
<<dove lo hai trovato Bea?>> le chiedo ormai curiosa di venire a capo a questa storia.
La vedo poggiare il vestito sulla sedia e sparire nuovamente nella cabina armadio. Armeggia con qualcosa di pesante e il rumore mi fa presumere che sia fatto di cartone.
Poi, eccola uscire con uno scatolone malconcio aperto.
<< era qui dentro, nascosto dietro i tuoi infiniti cappotti invernali, in un angolino tra i vari scatoloni>> dice indicando prima la scatola e poi il mio armadio.
Mi avvicino al contenitore marrone e mi chiedo come io non mi sia mai accorta di avere questo oggetto nell'armadio, probabilmente colpa della mia pigrizia nel ricercare vestiti e cambiare outfit. Mio padre mi ha sempre comprato un'infinità di indumenti, ma alla fine mi sono sempre ritrovata ad utilizzare sempre le solite cose adatte alla stagione. Non ho mai scavato nella parte nascosta della mia cabina armadio, poiché è stata riempita di cose vecchie ed inutili.
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Lettere dalla Luna
ChickLitTROPE: enemies to lovers La vita di Kate viene stravolta completamente quando viene diagnosticata una grave malattia al padre, unico punto di riferimento della sua vita. Gli anni passano e lei è costretta a prendersi carico di Lui, della casa e dei...