"Dove stiamo andando?" Fu la domanda di Jimin dopo 2 minuti di camminata per i corridoi. Yoongi era stranamente silenzioso. Cioè, era sempre silenzioso, ma molto meno di così. Normalmente gli lanciava delle frecciatine o gli diceva cose poco carine, ma ora era totalmente silenzioso e questo preoccupava il più giovane.
La parte che lo insospettiva di più era il fatto che avevano fatto il giro della scuola senza mai fermarsi, Yoongi stava camminando nel vuoto. "Yoongi, dove stiamo andando?" Tentò di nuovo il più piccolo, seguendolo a passo svelto. "Stiamo facendo il giro della scuola senza nessuna meta precisa, dimmi dove stiamo andando!" Questa volta, era un ordine. Non di certo una domanda.
"Ti vuoi zittire?!" Jimin si fermò di colpo quando Yoongi si girò senza nemmeno esitare, facendosi che i loro visi fossero a qualche centimetro di distanza. Era inutile dire che il più piccolo si era spaventato nel sentire quel tono di voce così duro e cattivo. L'alpha sospirò e scosse leggermente la testa, guardando l'omega con dispiacere, come se si stesse scusando senza dirlo davvero.
Si rigirò, continuando a camminare di nuovo sommersi nel silenzio. Jimin non amava affatto quella situazione e, sinceramente, voleva solo tornare in camera. Ma, sapeva che Yoongi non glie lo avrebbe permesso.
Così, si ritrovarono fuori, il più piccolo sospirò, continuando a non capire dove voleva andare, ma seguì lo stesso Yoongi che lo portò dietro a dei cespugli dove si trovò una porta in legno. Porta in legno che non aveva mai visto, era troppo ben nascosta per farsi vedere da chiunque fosse e questo dimostrava che Yoongi conosceva la scuola meglio del palmo della sua mano.
"Dove mi stai portando?..." Chiese titubante il ragazzo più basso, vedendo Yoongi tirare fuori un mazzetto di chiavi dalle tasche dei suoi jeans.
Il corvino non rispose, si limitò solo ad aprire la porta e a fare un cenno con la testa a Jimin. "Entra." Era l'unica cosa che gli aveva risposto.
Dal suo sguardo serio e nero, Jimin capì che non doveva disubbidire. Deglutì difficilmente e entrò nella stanza buia. La porta sbattè dietro di lui e sussultò quando si ritrovò nel buio più totale. "Yoongi?..." Sussurrò con paura, ciò che fece stringere il cuore del maggiore. Quella vocina spaventata gli stava facendo più effetto di quello che pensava.
Accese la luce e Jimin si ritrovò in una stanza umida, gocciolante e riempita di oggetti dall'aspetto medievale. Sussultò, facendo un passo indietro e cercando il maggiore con lo sguardo che vide stare dietro di lui. "Y-Yoongi, che sta succedendo?..." Chiese timoroso, guardandolo con occhi grandi pieni di timore. Il maggiore deglutì a questa vista, ma non fece parere nulla e si avvicinò al più piccolo per prendere un bastone di ferro.
Jimin vide questo movimento e fece un passo indietro, guardando il bastone di ferro che stava dietro la schiena di Yoongi mentre quest'ultimo si avvcinava sempre di più a lui con passo lento e minaccioso.
"Y-Yoongi che cosa- AH!!" La frase del giovane ragazzo non finì. Yoongi gli colpì le gambe con quel bastone, facendolo cadere a terra, davanti a lui.
Delle lacrime salate sorgerò negli occhi del più piccolo, sentendo dolore alla parte colpita. E di nuovo, Yoongi sentì il proprio cuore fargli male a quella visione. E di nuovo, non fece vedere nulla. Infatti, s'inginocchiò semplicemente difronte a lui, guardandolo con sguardo vuoto, come se dei muri erano costruiti nelle sue orbite per nascondere ogni emozione che potevi vedere attraverso i suoi occhi.
"Omega, le regole erano semplici. O te ne andavi, o sarebbe stato peggio. A quanto pare sei masochista." Il tono che usò fece ghiacciare il sangue nelle vene del più piccolo. Era piatto, vuoto, come se fosse un robot che gli parlava. "Ora." Yoongi si mise in piedi, guardando il minore dal basso prima di mettere il bastone di ferro sulla propria spalla. "Ti do il benvenuto nella sala delle torture. Luogo conosciuto da pochi e sfortunati studenti che hanno osato disubbidirmi. Ma, lo ammetto: nessuno è mai stato peggio di te."
"Torture?..." Fu l'unica cosa che riuscì a pronnunciare Jimin, guardando Yoongi con occhi lucidi e confusi. In che senso 'sala delle torture'? Che cosa avrebbe fatto?
"Torture, Jimin." Confermò il corvino prima di riprendere: "Come puoi immaginarlo, anche qui stanno delle regole. 5 giorni in questa stanza, senza cibo né acqua. Sarai sottoposto a delle torture che sceglierò io. Se passi questi 5 giorni, allora potrai restare qui."
Inutile dire che Jimin non ci credeva alle sue orecchie. Era letteralmente basito. Era davvero una dittatura tutta questa scuola. "Sei un mostro!" Gridò, lo sguardo era pieno d'odio nei confronti dell'alpha, mentre delle lacrime colavano sulle sue guance come fiumi.
"Fallo per tuo padre."
Silenzio.
Come faceva a sapere di suo padre?
Jimin non seppe cosa rispondere, guardò semplicemente paralizzato, Yoongi andare via, un ghigno compiaciuto stampato in faccia.
STAI LEGGENDO
Omega |Yoonmin|
FanfictionIl liceo più prestigioso di Seoul ha accettato per la prima volta un omega come alunno: Park Jimin. Per un omega come lui, non sarà facile trovare il proprio posto in un liceo riempito di alpha e Min Yoongi, il ragazzo più rispettato di quella scuol...