Le lettere di Bill

70 9 8
                                    

Michelle's POV

Era passato un mese da quando i Kaulitz mi avevano accolto nella loro famiglia, e più o meno tutti erano stati gentili con me.

Non potevo dire di star vivendo la vita dei miei sogni, ma quell'esperienza mi fece capire che mi piaceva stare in tranquillità, con mia madre e con Simone, che ormai avevano smesso persino di chiamarmi.

<<Vai, pedala ancora!>>, mi spronò Heidi, mentre io ero sul punto di svenire.
Ci trovavamo nella palestra privata che si trovava nel piano sotterraneo della casa di Tom e Heidi.
<<Mamma, sei sicura che sia abbastanza preparata per questo tipo di allenamento?>>, chiese Leni a sua madre mentre mi scrutava. <<Si, la ginnastica dopo un mese inizia a dare i suoi frutti, guarda che gambe toniche!>>, mi indicò la gamba Heidi, mentre io sudavo pedalando sulla cyclette.

Ero lì da trenta minuti, senza fermarmi, ed ero esausta, ma per quanto avessi voluto scendere da quell'aggeggio e smettere di fare una solida dieta, ero contenta di chi stavo diventando.

Il mio volto era stato rilasciato pubblicamente, ma ancora non avevo deciso se avrei dato delle informazioni su di me, o almeno non prima dell'intervista che Heidi aveva programmato tra una settimana.
Avrei dovuto chiarire molte cose che si stavano diffondendo sui social riguardo al mio conto, e non ero pronta per farlo.

<<Beh, se resiste ancora trenta secondi, il suo allenamento giornaliero si può definire concluso>>, disse Maryna, la personal trainer di Bill e Leni.

<<Io non so se - presi una boccata d'aria mentre cercavo di dare un'altra spinta con le gambe - non so se riesco a farcela>>.
<<Oh tesoro, suvvia, non hai settantasette anni, mancano esattamente ventitré secondi>>.

Continuai a pedalare, girandovi verso la porta della palestra, che si aprì rivelando Tom, vestito più elegantemente del solito. Sentii una fitta al cuore.
Non riuscivo a considerarlo mio padre, e per quanto provassimo a dialogare, non parlavamo realmente: riuscivamo a capirci a vicenda, ma non passavamo del tempo assieme, e quando la mia presunta famiglia era riunita lui non proferiva parola ma mi fissava come mi aveva sempre fissato. Nulla era cambiato nel suo sguardo, e faceva male realizzarlo.

Tom si avvicinò ad Heidi, e le mise una mano sul fondoschiena, sussurrandole qualcosa all'orecchio con una faccia ferma e seria. <<Müssen wir für ein Interview mit Leni nach Florida?!>>, fece un urletto Heidi, eccitata.
Non avevo capito nulla di quello che lei aveva detto, ma vidi Leni fare una faccia sotto shock, <<Davvero!?>.
Guardai Maryna, concentrata per capire quello che stessero dicendo quei tre, siccome aveva solo un livello intermedio nel parlare tedesco.
<<Wir müssen auch Michelle mitbringen. Wir können sie hier nicht ganz allein lassen>>, disse Tom a sua moglie. Heidi fece una faccia tranquilla e nonchalant, <<Keine Sorge, ich möchte sie nicht so viel verreisen lassen, bis sie sich an das Leben in Los Angeles gewöhnt hat. Sir könnten sie heute Nacht bei Bill unterbringen>>.
Tom parve più sollevato, <<Okay, Maine Liebe>>, le disse per poi darle un bacio a stampo sulle labbra, <<Vado a preparare le valigie>>. <<Oh si, emh, ti raggiungo subito. Maryna, quanto tempo manca alla fine dell'allenamento?>>.
<<Esattamente otto secondi, signora Klum>>, disse lei rispettosamente.
Heidi le fece un pollice in su e ci salutò con la mano per poi svignarsela andando verso Tom, uscendo dalla palestra.

Scesi dalla cyclette, esausta, e Leni mi passò un asciugamano per contenere il sudore, <<Vado di fretta, sei pronta a rimanere con Bill?>>, mi chiese.
<<Con Bill? Perché devo rimanere con Bill? Cosa dovete fare?>>.
Lei si diede un colpetto in testa, come se si fosse appena ricordata qualcosa, <<Oh giusto, mi dimentico sempre che tu non parli tedesco>>, rise, ed io ricambiai.
<<Devo partire per fare un intervista con mamma e papà, e mamma dice che preferisce non farti viaggiare così tanto finché non ti sarai stabilita meglio qui e non ti sarai abituata a questo tipo di vita>>, mi spiegò Leni gentilmente. Annuii, e lei corse via a farsi una doccia.

Oh father o' mine - Tom Kaulitz (Italian version)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora