I biglietti

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24 Dicembre 2025

Michelle's POV

<<Dovresti uscire, lo sai?>>, disse mio padre, che si trovava dietro di me, con una spalla contro lo stipite della porta aperta, <<io alla tua età uscivo sempre>>, sospirò.
Mi girai, e misi le braccia conserte, <<Io alla tua non-età ho il bisogno primario di ascoltare la musica, non ho nessuno con cui uscire>>, sospirai e mi rigirai con la sedia girevole verso la mia scrivania, continuando a completare un progetto di scienze in 3D con dei pezzetti di carta.
<<E Kiara? E Ida? Vogliono sempre uscire con te, siete un gruppo, Michelle>>, disse lui, nella stessa posizione, provando a ricordarmi di avere degli amici. <<Hanno litigato, ed entrambe mi hanno fatto giurare di non parlare con l'altra finché non avranno finito di mandarsi frecciatine sui social>>, risposi io.
Papà si mise a ridere, <<Siete proprio delle bambine>>, rise ancora. <<Hanno quindici anni e non l'anno ancora capito, litigano ancora per entrare per prime nei camerini dei negozi! Ti rendi conto di come sono messe male!?>>, controbattei io, dandogli ragione.

Scoppiammo a ridere entrambi, però la sua espressione tornò subito seria e piena di compassione.
<<Mi dispiace non esserci sta sera, a festeggiare con te e con la mamma, ma so che almeno la sorpresa che ha preparato per te ti farà davvero piacere>>, mi sorrise, e io ricambiai.
Si avvicinò a me ed io a mia volta mi alzai dalla sedia e mi avvicinai a lui, per poi unirci in un abbraccio.
<<Vuoi chiacchierare un po'? Prima di andare a lavoro, intendo>>, gli chiesi mentre mi teneva stretta. Si, insomma, dev'essere brutto passare la sera della vigilia di Natale tutto solo facendo il turno di notte in ospedale.
Annuí e si sedette sul mio letto, e io feci la stessa cosa mettendomi davanti a lui.
<<Di cosa vuoi parlare?>>, mi chiese, ma io scossi la testa, perché non ne avevo la più pallida idea. Sorrise, e face passare una ventina di secondi di silenzio, osservandomi.

<<Lo sai>>, alzò lo sguardo per poi continuare, << non mi sei mai assomigliata, sei sempre stata uguale a tua madre>>.
Sorrisi, <<Lo so>>.
<<Si, voglio dire, hai i suoi occhi, la sua postura, però ci sono cose che hai solo tu, esteticamente>>.
Inarcai un sopracciglio, che cosa voleva dire? Sono la loro figlia ma è ovvio che non sia in tutto e per tutto uguale a loro, <<Che cosa stai dicendo?>>.
Mi indicò i capelli e poi mi toccò una ciocca, <<Di che colore sono secondo te?>>.
<<Sono biondi, papà. So di avere i capelli biondi>>.
Lui sospirò, quasi divertito, <<E da chi pensi di averli ereditati?>>.
Ma che domande.
<<Dalla mamma, anche lei è bionda>>.
Lui rise ancora e appoggiò la schiena alla testiera del letto, <<La mamma ha i capelli castani>>, mi rivelò.
<<Davvero?>>. Non pensavo che mamma si facesse la tinta bionda per il gusto di avere i capelli di quel colore, non è il tipo.
<<Oh si, avresti dovuto vederla la prima volta che ci siamo incontrati, aveva questi capelli marroni, belli e folti!>>.
Si vedeva che mio padre amava mia madre, ogni volta che parlava di lei, gli si illuminava il volto.

<<E come vi siete conosciuti tu e la mamma?>>, chiesi.
Sapevo che si erano conosciuti su Facebook, e che poi successivamente si sono incontrati per bere un caffè siccome si ritenevano carini a vicenda.
<<Lo sai, ci siamo conosciuti online tesoro>>, mi guardò stranito, e alzo il sopracciglio, sorridendo.
<<Lo so, ma, ci dev'essere qualcosa prima, come mai avete iniziato a parlare su Facebook se prima non vi conoscevate?>>.
Lui si mise comodo nel mio letto, pronto a raccontare. Sapeva che facevo queste domande, perché non mi dispiaceva passare del tempo in famiglia e chiacchierare per ore. Anzi, non capivo perché certi adolescenti odiassero i propri genitori: anche io uscivo, se ne avevo voglia, e rientravo tardi, e se avessi voluto avrei potuto anche sballarmi, ma per me non aveva mai avuto senso fare queste cose e fare finta di essere ribelli odiando i propri genitori per sentirsi grandi.

Oh father o' mine - Tom Kaulitz (Italian version)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora