Masha

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Michelle's POV

Era la prima volta dopo un mese che non andavo a in giro senza i miei bodyguard. Infatti rimasi sorpresa quando Tom si offrì di portarmi a scuola quella mattina.
Avevamo trascorso quei venti minuti di tragitto tra casa e liceo parlando del più e del meno, senza discutere né del fatto che io e Leni eravamo riuscite a mandare in bancarotta una donna di mezza età, né del fatto che avevo schiaffeggiato il presentatore del programma televisivo più seguito dalle vecchiette pettegole di Los Angeles.

Dal discorso che mi aveva fatto la mattina prima in auto, il mio presunto padre era molto più calmo.
A cena, mentre stava alla griglia si era fermato a parlarmi, senza guardarmi e basta, come era suo solito fare.

In quel momento, erano le sette del mattino, e Tom aveva messo la musica a tutto volume. Non pensavo che fosse quel tipo di persona e cui piacesse cantare a squarciagola mentre il vento gli faceva andare i capelli in faccia, ma a quanto padre mi sbagliavo.
Per due mesi avevo pensato che fosse il tipico uomo silenzioso che ti scrutava da cima a fondo mentre sorseggiava una birra, senza mai parlarti, chiederti aiuto o accettarti come partecipe della sua vita privata a meno che non ti conoscesse da anni.

Per quanto fosse importante Heidi per lui, approfittò del fatto che lei fosse in vacanza con Adriana per farmi vivere una giornata di svago.
Quel giorno ero uscita di casa con dei suoi vecchi vestiti di quando aveva più o meno la mia età, siccome li ritenevamo entrambi molto più comodi delle camicette di pelle e i jeans attillati a zampa che la stilista di sua moglie mi faceva indossare.
Per la prima volta in tutto quel tempo ero struccata, con una coda di cavallo scompigliata e senza gioielli ad adornarmi il collo e i polsi.

Mi disse che era un piccolo segreto che io e Leni non avemmo dovuto dire ad Heidi, ed io iniziavo ad apprezzare la sua filosofia di vita, anche se non sarei mai riuscita a chiamarlo 'papà'.

<<Allora>>, iniziò a parlare lui, sistemandosi gli occhiali da sole sul naso, <<cosa farai oggi a scuola?>>.
Io scrollai le spalle, <<Non ne ho idea, la maggior parte delle lezioni le passo a fare autografi all'insegnante>>, dissi con un tono frustrato.

Odiavo essere famosa. Odiavo che tutti lì mi conoscessero. Odiavo passare per strada e vedere paparazzi che mi facevano le foto. Odiavo che mi dicessero tutti che in poco tempo avevo fatto più successo di Tom ed Heidi. Lo odiavo semplicemente perché non avevo fatto nulla di ché, ed il mio sogno non era questo, non era di diventare famosa, ne di vivere in una casa enorme, ne di essere figlia di una celebrità, anche se quando stavo con mio padre sembrava che vivessi ancora nella mia realtà.

<<All'insegnante!?>>, Tom rimase a bocca aperta, con gli occhi sbarrati.
<<Oh si, hai creato un mostro>>, scherzai io.
Lui rise, <<Io alla tua età avevo appena iniziato a fare successo, come te, e posso assicurarti che nessuna insegnante mi ha mai implorato di firmare qualche autografo nel bel mezzo della lezione>>, scrollò le spalle.

Se non fossi stata sua figlia, ero più che sicura che avrebbe aggiunto che non sapeva quante insegnanti venissero ai concerti dei Tokio Hotel per poi provarci con lui, ma probabilmente non lo avrebbe mai detto davanti a me. Alla fine, mia madre era un puntino tra tutte le ragazze con cui Tom andava a letto da giovane.

Come so queste cose? Beh, a Bill piace molto fare gossip, soprattutto per sfottere i vecchi tempi.

Che scemi.

<<Ma dai, non posso crederti>>, risi io.
Lui scosse la testa, <<No te lo giuro, non è mai successo>>, farfugliò con una voce calma.
<<Beh, almeno avevi successo con le ragazze>>, gli dissi senza pensarci troppo.
Lui fece un mezzo sorriso e girò lo sguardo verso di me, ancora con il viso puntato verso la strada, e un sopracciglio alzato, <<Touché>>.

Oh father o' mine - Tom Kaulitz (Italian version)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora