Capitolo 8

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(Grassetto-->Inglese)

(Sottolineatura---> Italiano)

-Rossa, pronta ad uscire da qui?!- Otis, tutto sorridente, si avvicina ad Amaranta. Un po' si sente in colpa per quello che le è successo, forse doveva essere più insistente. -Prontissima.- Accenna un sorriso, forse per tranquillizzarlo. Ma ad Otis non sfugge niente. Non quando si parla di lei. -Sei sicura di stare bene? Devo chiamare tuo padre, o la dottoressa? Magari hai solo bisogno di mangiare, il cibo dell'ospedale fa schifo, o forse stai svenendo di nuovo? Oh cazzo, aspetta che chiam- Amaranta scoppia a ridere, interrompendo il suo monologo. -Sto benissimo, davvero. Solo che...- "Devo dirglielo o no?". -Solo che...?- "Non farlo, Amaranta." -Solo che ho dormito davvero male. Anzi, malissimo. E poi, questi posti non mi piacciono. Mi rendono un po' irrequieta. Ma, fisicamente, sto bene.- Otis finge di crederle. Sa che nasconde qualcosa. Ma non vuole forzarla a parlare, tanto presto le verrà raccontato tutto. -Va bene, Rossa. Comunque, che dici se stiamo un po' insieme oggi? Se non vuoi, lo capisco. Insomma, sei stata male. Se ti vuoi riposare, va bene. Insomma, volevo passare un po' di tempo con te, però va bene anche se rifiuti no- La Rossa scoppia a ridere, per la seconda volta. In un certo senso, la diverte vedere Otis in difficoltà, quando comincia a sparare una frase dietro l'altra per la troppa preoccupazione. -Otis, sai che non è colpa tua, vero?>> Non risponde, non la guarda nemmeno. Sposta lo sguardo ovunque, tranne che sulla sua figura. Si vergogna. Sa che cosa succede qua, eppure l'ha lasciata comunque sola. "Come ho potuto fare una cosa del genere a lei?" Forse, dal punto di vista di qualcun' altro, può sembrare una reazione esagerata. Ma non per chi abita in questa città. Anche i più piccoli dei problemi, qua, vengono ingigantiti. Esageratamente. Peccato che nessuno, però, si preoccupi di "risolverli". Sarebbe comunque inutile, ma nessuno ci prova veramente. Nemmeno per rendere giustizia ad un amico, fratello, famigliare. Niente. Tutti sono troppo egoisti, incentrati nello sviluppo della propria "vita", per preoccuparsi di quella degli altri. semplicemente, ognuno si occupa dei propri problemi, in silenzio. -Perché Carrie non è venuta?- Amaranta decide di interrompere quel silenzio, opprimente. -Ha detto che non si sentiva tanto bene. E doveva finire un progetto per il prof. De Chirico. Fortunatamente io l'ho già fatto.- Amaranta sorride, Otis odia arte. -Oh, si. Il paesaggio fatto con gli stampi della frutta e della verdura! E' stato fantastico, il prof è molto fantasioso.- Il moro alza gli occhi al cielo. -No, il prof non è fantasioso, ma pazzo. Sono due cose completamente diverse. E non è per niente ecologico. A quale persona sana di cervello le viene in mente di tagliare frutta e verdura a fette, per poi immergerle nelle tempere, fare degli stampi su un foglio per poi dare un senso a quelle forme, che non puoi nemmeno modificare con le cazzo di forbici, per poi farci: Un paesaggio, degli animali ed un oggetto?! Devi essere un pazzo psicopatico!- Quando finisce di parlare, anzi, sclerare, Otis ha il fiatone. -Secondo me è stata proprio una bella idea, così stimoli la creatività e la fantasia. E' una genialata!- Il ragazzo sbuffa. -Genialata?! Mia madre mi ha quasi fatto ingoiare le tempere quando ha scoperto che ho usato tutta quella frutta! Per non parlare della verdura...Quella stessa sera doveva fare il minestrone. Voleva tagliarmi a fettine per poi mettermi nella pentola a bollire. Sono dovuto scappare in camera, per poi chiudermici dentro fino al giorno dopo! Mi ha rincorso con un mestolo in mano per tutta la casa, ti rendi conto? Non ho nemmeno cenato...- La Rossa scoppia a ridere, mentre entrano nella sua Jeep. -E' per questo che il prof si era accertato in classe, dicendo che dovevamo usare del cibo che stava andando a male, o che comunque non mangiavamo più! Per esempio, io ho usato una mela, era mezza marcia. L'ho tagliata ed ho usato l'altra metà!- Il ragazzo spalanca la bocca, come se gli avesse detto una rivelazione scioccante. -Mi stai dicendo che potevo evitare il mestolo di mia madre, insieme alla sua furia? Poi ci penso io al De Chirico, a lui e alle sue idee da pazzo psicopatico!- Amaranta si allaccia la cintura, mentre sorride. Un sorriso che svanisce subito, appena punta lo sguardo alla finestra della camera dove ha passato la notte scorsa. Dove vede quella figura, la stessa vista a scuola, che sembra proprio la stia guardando. Questa volta, però, non dice niente ad Otis. Ha imparato la lezione. Tanto non le crederà mai, ma la prenderà per pazza. Non vuole perdere il suo amico. Il mal di testa diventa sempre più forte, la vista sempre più sfocata. E sente quella sensazione strana salire. Come se qualcuno prendesse il comando del suo cervello, dei suoi pensieri e del suo corpo. -E' meglio se mi porti a casa!- "Sono stata io a pronunciare queste parole?" E' sempre più confusa, la testa più pesante. " -Oh, va bene. Non-Stai male? Sei sbiancata, Amaranta. Che succede?- "E' tutto ok, è tutto ok." -Mi fa male un po' la testa, tutto qua. Però, puoi rimanere con me. Che dici se guardiamo un film?- E' riuscita a mandarlo via. E questa cosa, a lui, non va giù. -Certo, menomale che me lo hai chiesto. Non volevo lasciarti sola un'altra volta!- Otis parte, lasciandosi alle spalle l'ospedale. Amaranta sospira, sollevata. -Invitiamo anche Carrie? Se ha problemi con il progetto, la posso aiutare io.- Il moro sembra contrariato dalla cosa, vorrebbe passare un po' di tempo con la sua Rossa, ma da solo. Però è consapevole che, in questo momento, la sua amica ha bisogno di passare un po' di tempo in compagnia. E non solo con lui. Ed è per questo che tira fuori il suo telefono dalla tasca posteriore dei Jeans bianchi, e lo porge ad Amaranta. -Chiama pure Carrie dal mio telefono. Chiedile se preferisce che passi a prenderla o se ci raggiunge direttamente a casa tua.- La ragazza afferra il telefono, stanca. Vorrebbe stare da sola. Anzi, no. Vorrebbe rimanere insieme a Pablo, a guardare fuori dalla finestra, senza farlo davvero. Rimanere lì e pensare. -OTIS! Sto facendo arte, si può sapere che caz- La biondina sembra abbastanza incazzata, "Perché a nessuno piace arte?" -Ciao, Carrie.- Silenzio, evidentemente non si aspettava Amaranta al telefono. -Oh, ciao Ginger!- Ride, divertita dal cambio repentino dell'umore dell'amica. -Perché tratta male solo me?- Sente Otis, sospirare rumorosamente. -Perché te lo meriti. Coglione.- Adesso le due sono divertite, mentre Otis sta facendo finta di non sentire, offeso. Amaranta la invita ad unirsi a loro, ma Carrie, non potendo uscire di casa, li invita a casa sua. -Ho veramente bisogno di aiuto con questa merda di progetto. Giuro che vi pago!- Testuali parole. Ci è voluto un po' per convincere Otis, voleva che rimanesse a casa sua. Al sicuro. Più o meno. Ma niente è riuscito a smuovere Amaranta, vuole vedere la sua amica a tutti i costi. Ed ecco che adesso si ritrovano davanti casa sua, aspettando che Carrie apra. -Spostati, Coso. Ginger, amore della mia vita, luce della mia esistenza, unica ragione per cui il mio cuore batte, ti prego aiutami!- Spinge Otis, che inciampa e, per poco, non finisce in alcuni cespuglio della signora Ellis. -Certo che ti aiuto, sono venuta qui per questo!- Otis sbuffa, mentre si massaggia la caviglia. -Ma fate pure come se non esistessi, tranquille. Traditrici.- Non lo ascoltano nemmeno. La bionda prende a braccetto la Rossa e si avviano dentro. Ad Otis sfugge un sorrisino divertito alla vista di Carrie. Ha il viso coperto di tempera, insieme ai capelli, tutti spettinati. Per non parlare del grembiulino che ha indosso. -Oh, non mi aspettate eh.- E così entra in casa. Si siede su una poltrona a guardare la TV. Mentre le due ragazze si cimentano nel lavoro del De Chirico. -No che non puoi fare un paio di tette, Carrie!- Otis spalanca gli occhi, "Cosa ho sentito?" -Lo ha detto lui che bisogna essere creativi, mica io.- Sente Amaranta sbuffare, esasperata. -Non puoi farlo! Poi ti prendi un voto negativo!- Otis ride, "Non cambierà mai!" -E chi lo dice, scusa? Il Prof mica ha specificato che tipo di cose potevamo, o non potevamo, fare. E poi, credimi, a quello servirebbero proprio un bel paio di tette, ah e anche una- "Non ci credo!" -CARRIE ELLIS! Non ti azzardare a finire la frase o ti prendo per i capelli e ti immergo la faccia nella tempera!- Otis ride, con loro è inevitabile. -Ma ho detto semplicemente la verità. Magari così si da una calmata e la smette di dare questi lavori stupidi!- Carrie sta provando a provocare la Rossa, si sente dal tono giocoso con cui pronuncia queste parole. -Come ti permetti! Non sono stupidi lavori, stimo- "Ecco che ricomincia." -Si, si. Stimolano la creatività di noi ragazzi e blah, blah, blah. Sei un disco rotto, Ginger, cambia scusa. O ammetti che quello è completamente pazzo!- Otis si alza in fretta e furia, quando vede Amaranta afferrare, con fatica, un'anguria. Pronta a lanciarla su Carrie. -Ok, Carrie smetti di provocarla. E tu, smettila di cascarci sempre, non vedi che lo fa apposta?!- Amaranta sbuffa, mentre Carrie scoppia in una leggera risata. Il moro prende di peso la sua Rossa, prima che salti addosso alla sua amica, e la porta sul divano. -Bravi, voi fate i piccioncini sul divano mentre io vado a fare la doccia.- Il viso di Amaranta assume lo stesso colore dei suoi capelli. E Otis spalanca gli occhi, soffocando con la sua stessa saliva. -Oh, Ginger. Sei diventata un Pomodorino! Oh, ho trovato anche un nuovo soprannome, Pomodorino.- Scoppia a ridere, fragorosamente, mentre sale scale che portano al bagno. -Perché le piace così tanto sfottermi?- Otis sorride. -Sei carina da arrabbiata.- Amaranta si volta verso la televisione, che sta trasmettendo un documentario sulle rane. -In realtà...Sei sempre carina.- Otis le afferra la mano, sorride per il contrasto di carnagione. La mano della sua Rossa preferita è pallida, candida come la neve. Con qualche macchiolina di colore. Mentre la sua è scura, come il buio che scende la notte, qua, ad Annapolis. E in tutto il mondo. Un po' come se lui fosse il cielo notturno, ed Amaranta la sua luna. Che riesce ad illuminare quell'oscurità che lui si porta dentro. Flebilmente. Rendendo il buio un po' meno spaventoso e la notte più luminosa. Lui, per la luna, rimarrebbe sveglio a vita. Per osservarla, comprenderla ed amarla. Ma da lontano. Rimangono una buona mezz'ora a guardare la TV. -Forse è meglio se torno a casa, mio padre mi starà aspettando.- Si porta una mano nei suoi lunghi capelli ricci e si alza. Imbarazzata. -Va bene, ma ti accompagno io. E non voglio sentire obiezioni!- Sorridono, contemporaneamente. -Dov'è che vuoi andare te?- Carrie scende le scale in accappatoio, con un asciugamano sulla testa. -Volevo andare a vestirmi però mi sono messa ad origliare, adoro il gossip. Comunque, Otis, le tue tecniche da rimorchio fanno veramente schifo. Fattelo dire, sei veramente imbarazzante.- Incrocia le braccia al petto mentre il ragazzo si avvia verso la sua figura. -Ehm, forse è meglio se mi vado a vestire. Baci stellari, Ginger. A te, invece, spero che ti esploda il poco di cervello che ti è rimasto in testa. E adesso uscite da casa mia!- Scappa su per le scale prima che il moro riesca ad afferrarla. -Non cambierà mai, vero?- Otis scuote la testa. -No, non cambierà mai.-

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