Capitolo 13

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(Inglese---> Grassetto)

(Italiano---> Sottolineatura)

(Berel e Amaranta parlano italiano, credo non ci sia bisogno di sottolineare:))


Ariel sta giocando alla play insieme a suo fratello, Uriel. Cosi simili ma, allo stesso tempo, così diversi. Il primo, capelli neri e occhi azzurri, è sempre tranquillo e razionale. Il secondo un po' meno. Con i suoi lunghi capelli mossi, sempre spettinati e lasciati liberi, la sua statura alta e muscolosa. E' un vero tornado. Estroverso, ironico e iperattivo. Come ho detto, un vero e proprio tornado. Odia chi prova a dargli degli ordini e le persone incoerenti. Con la sua aria da tipico ragazzo hawaiano, riesce a far cadere tutte le ragazze ai suoi piedi. Ma lui preferisce non giocare con il cuore degli altri, troppo impegnato a proteggere il suo e quello di suo fratello minore. Da quando i propri genitori si sono separati, lui ha smesso di credere nell'amore. E spera che nessun altro tipo di essere umano provi a far soffrire, nuovamente, suo fratello. L'unico vero familiare che gli è rimasto. E di cui si fida ciecamente. -Comunque stasera esco, mi devo vedere con degli amici...- Uriel alza gli occhi al cielo, stizzito. -Ancora quei tipi lì?! Seriamente, Ariel? Non credo sia il caso di ricordarti che fine di merda ha fatto suo fratello, vuoi che accada anche a te? Eh? Te lo puoi scordare, cazzo, stasera rimani qua!- I loro genitori non sono mai stati presenti nella vita dei due ragazzi, è per questo che Uriel, certe volte, deve assumere l'aria da padre autoritario. -E' una cosa importante! Una loro amica è... E' in pericolo. La vogliono salvare e hanno bisogno del mio aiuto. Oggi parleremo soltanto, te lo prometto. Tornerò subito da te.- Uriel lo guarda inespressivo, ma alla fine sospira combattuto, per poi cedere. -Va bene, hai un ora di tempo. Se, tra sessanta minuti, non sei ancora tornato ti vengo a cercare, ti prendo per i capelli e ti sbatto la testa al muro almeno una decina di volte per farti capire quanto mi hai fatto preoccupare. Il tutto, ovviamente, con amore fraterno.- Ariel ride, divertito. -Certo, tranquillo. Non ti devi preoccupare, non mi succederà niente.- Uriel scuote la testa, sorridendo. -Va bene, ti voglio bene fratellino.- Ariel gli fa l'occhiolino. -Anche io, fratellone.- Entrambi sorridono, continuando a giocare a "Ray Man", inconsapevoli di quello che succederà tra poche ore. E che scombussolerà alcuni di loro, per sempre.



-Oggi ho sentito Ariel al telefono, ci andrò a parlare al molo. Andremo dopo cena e vorrei che tu rimanessi a casa con Amaranta. Suo padre la sera non c'è mai, le faresti anche un po' di compagnia.- Sul viso di Otis si fa spazio un'espressione preoccupata. -E se succede qualcosa? Sei sicura di voler andare da sola? E se- Carrie si alza in punta di piedi per tappargli la bocca con le mani. -Sì Otis, sono sicura. E non accadrà proprio niente, parleremo giusto una mezz'oretta poi ognuno a casa propria. Non andiamo nemmeno troppo tardi, quindi non ti devi preoccupare. Davvero, è tutto ok!- Il moro sbuffa, non riuscirà a farle cambiare idea. Questo lo sa bene, quindi acconsente, anche se contrario, a lasciarla andare al molo. "Almeno passo un po' di tempo con Amaranta." -Poi, però, fammi sapere cosa dice Ariel e, soprattutto, se ci aiuterà o meno. Ok?- Carrie annuisce vigorosamente. Mostrando i pollici all'insù, un tipico gesto di Amaranta. "Quelle due si stanno condizionando a vicenda, devo salvarmi..." -Adesso devo andare, devo tornare a casa per cena, altrimenti mia mamma mi prende a pentole in faccia, poi passo da Amaranta. Ci vediamo domani?-  -Certo che ci vediamo domani, Otis.- Il ragazzo si avvia verso la sua Jeep, pensieroso. "Ho un brutto presentimento, forse sono solo paranoico."




-Amaranta, io per cena non ci sarò. E non so a che ora riuscirò a tornare. In teoria in frigo ci dovrebbe essere qualcosa di commestibile... Spero. Mi raccomando, non uscire di casa e chiudi tutte le porte e finestre.- Amaranta annuisce, meccanicamente. Non lo sta ascoltando, troppo impegnata a guardare su Youtube i vecchi episodi di Simsalagrimm. Già, Amaranta è rimasta un po' bambina sotto questo punto di vista. Ma a lei non dispiace, non vede quale sia il problema se un semplice adolescente si mette a riguardare vecchi cartoni animati, che hanno accompagnato la sua infanzia, rendendola un po' più felice e spensierata. -Ma che ti stai guardando? Sei tornata a quando avevi cinque anni?- "Non rompermi il cazzo." -Ma non dovevi uscire?- Risponde seccata, Amaranta. -Farò finta di non averti sentita, a domani.- La Rossa annuisce, mentre le arriva una notifica da Snapchat. "Ma perché in America non usano WhatsApp, porco cazzo." 

AISNADove le storie prendono vita. Scoprilo ora