Capitolo 16

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(Inglese---> Grassetto)

(Italiano---> Sottolineatura)

(Amaranta e Berel parlano e pensano in italiano. Penso sia una cosa scontata, quindi non sottolineo niente. XD)


-Uriel, ciao!- Carrie alza una mano in segno di saluto, ma il ragazzo le passa vicino, tirandole una spallata e facendola finire contro gli armadietti scolastici. Non l'ha nemmeno guardata in viso. Ma è andato dritto per la sua strada, senza degnarla nemmeno di un'occhiata. La preside Ghanem, si avvicina alla bionda con aria severa. "Ci mancava lei!" -Signorina Ellis, mi può seguire, gentilmente, nel mio ufficio?- La ragazza la guarda sospettosa. "E ora che ho fatto?" -Non si preoccupi, signorina, non è successo niente che ha a che fare con il suo rendimento scolastico. Anche se dovremmo parlarne... Comunque, le devo fare alcune domande. Va bene?- Carrie annuisce, sempre più confusa. Osserva la preside sculettare per i corridoi della scuola, con il suo completo grigio, mentre pensa al motivo di tale richiesta. Si siede sulle poltroncine in pelle, gialle, mentre osserva la preside prende posto davanti a lei. -Signorina Ellis, lei conosceva il signorino Llyr, giusto?- "Ariel!" La bionda annuisce, sospettosa. -Certo, eravamo amici. Ma nell'ultimo periodo ci siamo un po' persi di vista. Perché?-  La donna, glaciale, sistema alcuni fogli sulla sua scrivania. Si aggiusta gli occhiali sul naso, per poi guardarla severamente. -Ah, bene. Evidentemente lo avevi già capito...- "Capito cosa?" -Comunque, ci sono delle regole ad Annapolis, lei ne è consapevole. Oppure no?- Adesso la bionda aggrotta le sopracciglia. -Sì, lo so. Mi vuole spiegare che cosa sta succedendo? Dovrei andare in classe, non mi vorrei perdere altre lezioni.- La donna sbatte una mano sulla scrivania, facendo sobbalzare Carrie. -Mi deve portare rispetto, signorina Ellis! Pensavo che lo avesse già capito. Non serve a niente combattere, sta scombussolando questa città, Carrie. E non va bene. Stai mettendo in pericolo tutti i tuoi amici. Ma, soprattutto, la tua nuova amica, la ragazza dai capelli rossi. Che sta durando più del previsto. E anche questo è davvero grave. Dopo la morte di tuo frate- La ragazza si alza di scatto, infuriata. La poltrona gialla cade e la preside sussulta, spaventata dalla reazione inaspettata da parte della bionda. -Non si azzardi a nominare mio fratello, cazzo! Dov'è finita la vostra umanità, eh? Mi state dicendo che devo lasciare i ragazzi morire, compresa la mia migliore amica? Ma non si sente quando parla? Mi sta davvero chiedendo di lasciar perdere? Di far finta di niente? Io... Io non sono come voi. Non lo era nemmeno Varick. E preferirei di gran lunga morire, invece di chiudere gli occhi ogni volta che vedo qualcuno in difficoltà. Ogni volta che vedo qualcuno nella stessa situazione di Varick, Arvel, Ariel, Uriel, Uma e... Amaranta. Se ne sono andate già troppe persone dalla mia vita. Non ne vedrò sparire altre. Anche a costo di sacrificare la mia!- Detto questo, la bionda afferra il suo zaino frettolosamente, senza lasciare alla preside il tempo di ribattere, ed esce infuriata da quella stanza grigia. "Non è possibile, forse è meglio informare Amaranta..."



-Berel, ti vedo pensieroso, tutto ok?- Buffy guarda l'uomo seduto sul suo letto matrimoniale. Mentre lei è in piedi, davanti a lui, alla ricerca di spiegazioni. Anzi, in effetti pretende delle spiegazioni. Da quando sono usciti insieme, e Berel le ha regalato quel mazzo di fiori, è completamente sparito dalla circolazione. Non si è più fatto nemmeno sentire per telefono. Ma non è colpa della donna, anche se pensa di essere il problema. Dopo che Viveka gli ha sputato addosso tutto il suo astio, probabilmente, covato per anni e anni, non se l'è più sentita di uscire. In questi giorni ha tentato di trovare una soluzione per salvare la vita a sua figlia. Ma è in crisi. Non ha più quindici anni. Il fisico, la forza, la lucidità, non sono più quelli di una volta. E ne è consapevole. -Scusa, io... Avevo solo bisogno di una pausa. Non è colpa tua, davvero, ma mia figlia mi sta facendo disperare e, in più, o anche altri problemi. Personali. Mi dispiace, Fluffy...- Da quando ha sbagliato a dire il suo nome, al supermarket, è diventato una sorta di soprannome. E mentre osserva gli occhi della donna che, dopo tanto tempo è riuscito a fargli provare qualcosa, rintristirsi, comincia a sentirsi ancora peggio. Si sente uno schifo, per come si è comportato e per come si sta atteggiando adesso. Non sa se dirle tutto oppure no. "Mi devo fidare, o no?" -Ascolta, io adesso devo andare. Vorrei parlare con la preside, di Amaranta. Ci vediamo un altro giorno, se ti va.- Berel prova a sorriderle. Sorriso che non viene ricambiato. Buffy alza la mano destra e gli tira un sonoro schiaffo sulla guancia. Che, man mano, si fa sempre più rossa. Lasciandogli il segno. I suoi occhi sono sofferenti, mentre quelli di Berel spalancati dallo stupore. Qualche lacrima riga le guance della donna mentre lo caccia, letteralmente, fuori casa.  -Mi sa che non ci vedremo per un po'...- L'uomo si avvia verso la scuola, più sconsolato che mai. E' riuscito a rovinare l'unico rapporto speciale nella sua vita. "Complimenti, Berel." 




-Signor Gardener, di cosa mi vuole parlare?- La preside comincia a fare gli occhi dolci a Berel, affascinata. Prima di entrare l'ha vista sbottonarsi i primi bottoni del completo, lasciando in bella vista il suo seno prosperoso. L'uomo si sente un po' a disagio, per colpa delle occhiate che riceve dalla preside. -Mi può chiamare Berel, non ci sono problemi. Comunque, le volevo chiedere come va mia figlia a scuola, insomma, è tutto ok?- Ghanem sembra delusa da quello che le ha chiesto, forse si aspettava altro. -Oh, ehm... Amaranta Gardener, giusto? La ragazza dai capelli rossi!- L'uomo annuisce. -Oh, beh, in questo momento credo stia affrontando un periodo un po' difficile. Però si è trasferita qui da poco, credo che sia normale essere un po' in crisi. Non si deve preoccupare. Presto troverà la sua strada.- La preside sembra essersi irrigidita, solo a sentir parlare della ragazza. Ma continua a sorridere. Un sorriso che trasmette inquietudine. Come se sapesse qualcosa di cui lui, invece, non è a conoscenza. -Va bene, grazie. Cercherò di aiutarla un po' più spesso a casa.- La donna fa scivolare la mano su quella di Berel, sulla scrivania. Ma lui la ritira subito. Non sembra essersi accorta dell'evidente disagio che prova l'uomo. -Lei deve solo stare tranquillo. Non succederà niente, come ho detto prima. Tutto a suo tempo.-





-Io credo che sia giunto il momento, Berel!- L'uomo comincia a correre, spaventato. Quando si ritrova davanti ad una tomba. La sua tomba. -Amore mio...- Forse sono queste le ultime parole che sentiremo dire da parte di Berel. O forse. 



"Benvenuti ad Annapolis, dove l'AISNA prende vita!"


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Eccomi con un nuovo capitolo.

Come state?

Cosa ne pensate?

Forse sono stat* un po' cattiv* con Berel... O forse no.

Chi lo sa...

Cosa ne pensate della preside, invece?

Abbiamo sbloccato un nuovo personaggio XD

Significati:

Llyr: Derivato dalla mitologia gallese, "Llyr" è associato al mare ed è il nome di un dio del mare.

La sensazione da sconfiggere, nel giallo, è la vergogna.

(Le poltroncine)

Preside Ghanem: forse "custode, guida". Arabo.

Il grigio: E' un colore "triste", che rappresenta emozioni legate alla depressione e all'ansia.

(Completino della preside)

Spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto!

Fatemi sapere cosa ne pensate.

Un abbraccio (Anche da parte di AISNA;)), Anonymous.

AISNADove le storie prendono vita. Scoprilo ora