Capitolo 11

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(Dialoghi in italiano---> Sottolineatura)

(Dialoghi in inglese----> Grassetto)

(Berel e Amaranta parlano italiano, penso sia inutile sottolineare tutto;))

"Come stai, Amaranta?"

La Rossa spalanca gli occhi, terrorizzata. Comincia a sentire un forte senso di nausea che le attanaglia lo stomaco. La vista comincia ad appannarsi e la figura di Ariel diventa sempre più sfocata. -Amaranta... Respira. Ci sono io qua con te, ok? Respira. Pensa ad altro, non farlo vincere.- "Far vincere chi?"  Pensa, mentre cerca di non dare ascolto alle voci nella sua testa. Ma, soprattutto, ad una in particolare. Così fastidiosa e sgradevole. -Amaranta, devi scacciare qualunque cosa ti stia tormentando. Adesso! Io credo che tu lo abbia fatto già diverse volte, ti ho tenuta d'occhio. Penso che tutti qua, in questa città, ti abbiano notata... Adesso calmati e respira.- Ariel si slancia in avanti e l'abbraccia. Mentre Amaranta cerca di riprendere fiato. E il controllo della sua mente. -E' tutto ok, è tutto ok. Tranquilla.- Il ragazzo la stringe più forte. Sempre più forte. -Ariel, non respiro. Ariel?!- Il ragazzo continua a stringere sempre di più. Amaranta sposta la testa per poterlo guardare in viso. E quando incontra il suo sguardo, un liquido nero comincia a fuoriuscire dai suoi occhi, dalla bocca, dal naso e dalle orecchie. Proprio come quando ha "visto" sua madre. Una voce la chiama in lontananza. "Amaranta, Amaranta!". Ma la testa comincia a girare, mentre vede il corpo di Ariel svanire. "basta..." Sussurra, cominciando a piangere.

"Amaranta!" La Rossa spalanca gli occhi, terrorizzata. E' stesa a terra, tra le braccia di Ariel. In lacrime. Mentre il ragazzo la stringe tra le sue braccia, preoccupato, la Rossa cerca di regolarizzare il respiro. Asciugandosi le lacrime che le stanno inondando il viso. E che stanno prosciugando i suoi occhi, che pian piano diventano sempre più stanchi. Mentre l'Ansia continua a prendere sempre più potere. -E' tutto ok, Fiammifero, è tutto ok...- "Niente è ok!" Vorrebbe urlargli. Anzi, queste semplici parole le vorrebbe urlare al mondo intero. In particolare, ai cittadini che abitano ad Annapolis. "Ma succede solo a me?" Continua a singhiozzare, mentre Ariel le accarezza i lunghi capelli ricci. Provando a tranquillizzarla. -Va tutto bene, ci sono io qua.- Rimangono così per un quarto d'ora, abbracciati a terra. -Ragazzi?!- Otis e Carrie, con un'espressione sconvolta in viso e il fiatone, stanno correndo verso di loro. Sembrano terrorizzati. - Ma che... Amaranta?! Che cazzo le hai fatto, eh?!- Otis si avventa, infuriato, su Ariel. Ma il ragazzo si difende, spingendolo a terra. -Io non le ho fatto proprio niente. Tonto.- Otis si alza, strusciando le mani sui Jeans scuri, ormai sporchi. Per poi sfregarle tra loro.  -Otis, non mi ha fatto niente, tranquillo. Credo sia solo... Stanchezza. E' meglio se me ne torno a casa, adesso.- Ariel fa una smorfia preoccupata, mentre la osserva avviarsi verso il sentiero che, forse, la riporterà a casa. Carrie non spiccica parola, forse dovuto al ricordo del trauma che ha subito, poco tempo prima. Chiunque abbia ucciso suo fratello adesso ha preso di mira anche lei. L'essere che aveva adocchiato i suoi vecchi amici, ora ha notato anche quelli nuovi. Soprattutto una persona, in particolare. Scuote la testa, sconvolta. "Forse è il caso di chiuderla qua...?" -Rossa, Rossa! Aspetta, è pericoloso. Ti accompagno io. Ehi?!- Ma ormai la Rossa è sparita. Diretta verso casa, da sola. 



-Quin- Adesso è Ariel quello che, preso alla sprovvista, finisce nuovamente in acqua.  -Io ti ammazzo, cazzo! Stavamo andando a casa, nemmeno venti minuti che la ritrovo in questo stato?! Cazzo, avresti dovuto proteggerla. Era sconvolta, ma te ne rendi cont-   -Basta! Non serve a niente accusarsi a vicenda. Non ci porterà a niente, se non al cimitero. Otis, tu sai come funziona. Ariel effettivamente poteva fare un po' più attenzione, ma non si può fare poi molto contro di lui. E' per questo che dobbiamo riunire tutto il gruppo. Abbiamo capito che, effettivamente, il nuovo bersaglio è Amaranta. Dobbiamo trovare un modo per salvarla. Prima che sia... Prima che sia troppo tardi. Quindi smettetela!- I due ragazzi osservano Carrie che, proprio come suo fratello, riesce sempre a mettere un punto ad ogni situazione. Con la sua determinazione. Ammutoliti, Otis e Ariel, tengono lo sguardo basso. Mentre Carrie si passa le mani sui capelli, esasperata. -Adesso andiamo a casa, ok? Dormiamo un po', domani penseremo a cosa fare. Va bene?!- Ariel annuisce. -Io sono preoccupato per Amaranta, invece. Sta tornando a casa tutta sola! Davvero non ve ne frega niente?- Carrie sospira, combattuta sul da farsi. Effettivamente non è stato saggio lasciarla andare via tutta sola. -Adesso la chiamo. Comunque, volete dormire a casa mia? Potete passare la notte in soffitta, proprio come ai vecchi tempi. Che dite?- La biondina sorride. I ricordi di qualche anno fa, di quando erano ancora felici, le inondano la testa. Facevano spesso dei Pigiama Party. All'insaputa dei propri genitori. Sua madre, spesso, aveva il turno di notte. Gli altri, invece, uscivano di nascosto da casa per raggiungerla. Anzi, raggiungerli. Lei e Varick. -Certo, per me va bene.- Ariel, invece, alza le spalle. Pensieroso. -Non credo sia una buona idea, non voglio avere niente a che fare con questa storia. Mi dispiace, davvero. Ma dovreste lasciar perdere.-  Detto questo, si avvia verso casa sua. Amareggiato e gocciolante. -Carrie, vai a casa. Ad Amaranta ci penso io. Hai bisogno di riposo, ma ti prometto che lo vendicheremo.- La bionda alza le spalle. -Io non voglio vendetta, voglio giustizia. Nessuno merita quello hanno passato le persone che hanno dovuto affrontare qualcosa più grande di loro. Nessuno. Non dobbiamo cercare vendetta. Ma giustizia. Non scordarlo mai.- Otis annuisce, questa "riunione" è stata proprio un buco nell'acqua. Ha solo riportato alla luce traumi e disgrazie che tutti loro volevano, e provavano, a dimenticare. Insieme si avviano verso casa di Carrie, dopo che lei ha insistito per farlo rimanere a casa sua. E poi  si accertano che Amaranta sia tornata a casa sana e salva. 





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