Capitolo 14

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(Inglese---> Grassetto)

(Italiano---> Sottolineatura)


Uriel è in piedi, al fianco di persone che nemmeno ha guardato in viso, troppo concentrato sulla sua sofferenza. Sono tutti vestiti di nero. Lacrime amare scorrono sul suo viso segnato dal dolore. Con una smorfia di tristezza, il senso di colpa aumenta, incessantemente. Spera di risvegliarsi, spera che questo sia soltanto un brutto incubo. Ma, purtroppo, non è così. E lui ne è completamente consapevole. La foto di suo fratello, Uriel, sulla pietra sepolcrale lo tormenta. Adesso è solo, non lo potrà più chiamare "Sirenetta" per sfotterlo. Non lo potrà più tirare giù dal letto la mattina, o tirargli una secchiata d'acqua in faccia. A quei ricordi, adesso lontani, sorride tra le lacrime, impercettibilmente. "Non avrei dovuto farlo uscire, cazzo. E' tutta colpa mia, solo colpa mia." E mentre si colpevolizza, osserva i suoi, ormai, ex amici. Carrie e Otis, anch'essi in piedi, che osservano la lapide di Ariel. Un moto di rabbia si fa largo tra la tristezza e la disperazione e agisce. -E' colpa vostra, cazzo! Lo avete ucciso voi. E' morto per colpa vostra!- Si scaglia su Otis, provando a prenderlo a pugni. Ma il moro lo afferra per i polsi, spingendolo a terra, facendolo cadere di schiena. Ma non ribatte. Due uomini, all'apparenza sconosciuti, molto probabilmente alcuni parenti lontani, lo afferrano per le braccia. Provando a calmarlo. -No, cazzo. Ma non lo capite?! Sono loro, loro hanno ucciso mio fratello! Sono stati loro. Il mio fratellino...- Le gambe cedono, si inginocchia, sfinito, e piange senza sosta. -il mio fratellino, il mio fratellino...- Si porta le mani sul viso, per non farsi vedere dai presenti. Nessuno osa far niente. Tranne una persona. Carrie gli si piazza davanti, porgendogli una mano. -So cosa si prova a perdere un fratello. Davvero, e-  -Stai zitta, non me ne frega un cazzo di quello che hai da dire.- Uriel si alza, a fatica, e se ne va. Carrie non lo rincorre, in questo momento ha bisogno di metabolizzare. Ma non lo lascerà da solo. -Otis, tutto ok?- Il ragazzo osserva la bionda. Si sente responsabile della sua morte. Proprio come Carrie. Voleva rimanere chiusa in soffitta, dopo aver visto come lui lo aveva ridotto, ma non poteva perdere il funerale di uno dei suoi ex migliori amici. 




-Ariel, Ariel?! Dove sei... Ariel?- Una figura stesa a terra, respira a fatica. Del liquido strano circonda il suo copro moribondo. Ma la ragazza non si lascia intimidire. Si fionda sul corpo dell'amico, in lacrime. -No, no, no. Ariel, ho già chiamato i soccorsi. Ok?- Il ragazzo sospira a fatica, sorridendole. -Va tutto bene, Carrie. Prenditi cura di... Di mio fratello, ok? Eh...- Delle lacrime, nere, escono dai suoi occhi cristallini. Che pian piano stanno perdendo vitalità, vitalità che un tempo lo caratterizzava. -Tu mi piaci, Carrie, da sempre. Di' agli altri che voglio bene a tutti... Io vi volevo aiutare! Lo sai questo, vero? Io volevo, lo giuro.- Carrie annuisce, con una smorfia addolorata. -Certo che lo so, ma non c'è bisogno. Noi ti salveremo, ok? Ti prego, dobbiamo riunirci tutti come... come prima. Ok? Ariel? Staremo di nuovo tutti insieme. Ok? Proprio come gli anni scorsi. Ti ricordi? Eh?- Il ragazzo, steso tra le braccia della bionda, piano piano chiude gli occhi, sorridendo al ricordo dei suoi amici, e di suo fratello... Mentre la ragazza, singhiozza e urla disperata. -No. No, anche tu no. Ariel, svegliati! Siamo una famiglia, siamo una famiglia. Dobbiamo rimanere uniti. Svegliati, svegliati! Ti prego...- Del liquido nero fuoriesce dai suoi occhi, ormai chiusi. Dalla bocca e dal naso. E dalla ferita allo stomaco, che Carrie stava tamponando con le mani. Gli accarezza il viso, mentre grida, chiedendo aiuto. Impregnata da quel disgustoso liquido nero, piange. Mentre lo scuote, provando a risvegliarlo. Sperando che riapra i suoi occhi, e che il suo cuore ricominci a battere. Ripensa ai momenti in cui ancora non indagavano su Annapolis, e su di lui. La vita gli è stata strappata via dalle mani, ingiustamente. Un ragazzo allegro, amichevole e affidabile se n'è andato. Un altro adolescente ha perso la vita per una cosa da cui, probabilmente, dipendeva da molto tempo. E che non riusciva a controllare. L'ansia. Quello che nessuno sa, anzi, sapeva, è che il ragazzo è sempre rimasto in silenzio, affrontando tutto da solo. Molto probabilmente, lui lo ha preso di mira già da un po'. Minacciandolo e torturandolo. Ma ha messo da parte se stesso, la sua condizione psicologica, il suo futuro. Per donarlo ad un'altra. L'unica che può salvarli tutti. E per tutti, anche chi non è sopravvissuto. Perché verrà vendicato, verrà resa giustizia. Sia ai vivi. Che ai morti. Ma questo, in effetti, è ancora tutto da vedere. Il futuro è incerto, la vita di Amaranta, e dei suoi amici, pure. Non sanno cosa succederà, l'unica cosa di cui sono certi è che devono combattere. Per affrontare le proprie ansie. Per affrontare lui. C'è chi si sacrifica per portare tutto questo avanti, non è il momento di arrendersi. E' il momento di smettere di assecondare Aisna. Una volta per tutte.

AISNADove le storie prendono vita. Scoprilo ora