5 settembre 2008
Lucrezia era quasi arrivata con la sua Cinquecento rosa al parcheggio degli studi di Cologno Monzese.
Era nervosa e agitata: innanzitutto non amava guidare e inoltre durante il viaggio ci si era messa anche una buona dose di sfiga. Nonostante la ragazza fosse partita in perfetto orario dalla sua Varese, un incidente in autostrada l'aveva bloccata facendole accumulare un enorme ritardo.
Voleva stare calma, doveva stare calma.
Era la prima volta che appariva in televisione, era stata invitata per i suoi successi olimpici. Gli sportivi dei record, così aveva detto il giornalista di Mediaset che l'aveva contattata al telefono qualche giorno prima.
Inizialmente titubante, Lucrezia aveva finito per accettare, visto che il co-conduttore della trasmissione, il suo amico Domenico Fioravanti, si era offerto persino di andarla a prendere a casa pur di convincerla.
Si sarebbe parlato di vari sportivi che si erano distinti nelle varie discipline ed anche di lei, che da qualche mese era silenziosamente sulla cresta dell'onda. Dopo i successi olimpici di Atene del 2004 aveva collezionato ori e record, fino a Pechino 2008 dove aveva avuto una serie fortunata di vittorie che l'avevano eletta l'atleta italiana con il maggior numero di medaglie in una unica competizione.
Federica Pellegrini, sua amica e compagna di avventura, le aveva già mandato mille messaggi per chiedere dove fosse e lei rispondeva sempre, "sto arrivando".
In realtà non sapeva quanto tempo mancasse al suo arrivo, il suo navigatore TomTom non agganciava il GPS e la ragazza poteva solo sperare che presto avrebbe ripreso a fare il suo lavoro.
"È solo una vasca più difficile" continuava a ripetersi; nemmeno la musica che usciva dalla radio, però riusciva a calmarla. Avrebbe dovuto dare retta alla sua amica che le aveva proposto di fermarsi a Milano con lei, ma lei era testarda: preferiva dormire a casa sua, mangiare a casa sua e prepararsi a casa sua, quando ne aveva la possibilità.
Finalmente varcò i cancelli degli studi per addentrarsi nel parcheggio, come indicatole gentilmente dal receptionist. Lucrezia tornò a respirare e sorridere.
Con calma e attenzione si concentrò sulla ricerca di un parcheggio, ma un'auto dietro di lei iniziò a lampeggiare con i fari, quasi a volerle mettere fretta.
"Cosa vuole questo?" imprecò tra sé. Ma in quel momento, come per magia, le apparve un posto libero tra una Golf nera e un macchinone straniero rosso fuoco.
Anche il guidatore della Porsche dietro di lei, però, doveva averlo visto. Infatti, mentre Lucrezia si apprestava a impostare la manovra corretta, con un sorpasso azzardato le si infilò davanti agli occhi rubandole il posto e rischiando addirittura di tamponarla.
Lucrezia era una ragazza tranquilla e per nulla avvezza alle discussioni, tendenzialmente riusciva sempre a sdrammatizzare e ridere delle difficoltà, ma i nervi quella sera erano tesi e il cellulare che vibrava in borsa non aiutava per nulla. Scese velocemente dalla sua Cinquecento e, con il suo metro e ottanta, spalle larghe e fisico allenato, si avvicinò con fare minaccioso al maleducato ladro.
"Ehi era mio! Avevo la freccia ed ero davanti a te!" esclamò in tono tutt'altro che accomodante. Sapeva farsi rispettare quando voleva, e ora voleva. Quel posto era suo, non avrebbe perso tempo a cercarne un altro.
Il giovane uomo alla guida della Porsche, dopo averla parcheggiata comodamente ed esserne sceso, osservò Lucrezia con un sorriso di scherno. "Beh, adesso è mio. Su ragazzina vai a cercarne un altro. Ecco, guarda là vicino a bambi, ce n'è uno adatto alla tua macchinina giocattolo" rispose divertito prima di andarsene lasciandola sola a fissarlo.
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L'istante prima del tuffo
FanfictionL'istante prima del tuffo, Quell'istante in cui la mente ancora pensa alla gravità della terra mentre il corpo sa già di dover volare. Dove devi decidere se lanciarti e vivere o restare fermo , dove la vita è una frazione di secondo ma conta come a...