6. l'apparenza inganna

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26 settembre 2009

Era stata una settimana totalmente imprevista per la mora, era iniziata con il suo racconto a Federico e amici del dopo partita Milan-Lazio, che aveva portato al bacio con il futuro architetto - che, colto da gelosia nei confronti della ragazza, per non vedersela soffiare sotto il naso si era dato una mossa - e terminata con l'invito di Alexander Pato ad una serata di rappresentanza del Milan.

Il suono del campanello e la madre che annunciava l'arrivo di Lucrezia la agitò non poco. Da un lato era felice e sicura che l'amica sarebbe stata di aiuto, dall'altra sapeva quanto disapprovasse lo stratagemma del "se capisce che potrebbe perdermi si dà una mossa" preferendo la via della chiarezza e di non tenere mai il piede in due scarpe.

La porta si aprì e l'espressione di Lucrezia, dapprima allegra, divenne subito contrariata e avvilita. "Lo so che disapprovi ma..." esordì Chiara cercando di essere convincente, ma il sorriso che ricevette in risposta la spiazzò.

"Scusami amica mia, non disapprovo nulla, fai bene ad andare a divertirti, non sei mica destinata alla clausura! Poi sarà una serata divertente vedrai, mi racconterai tutto domenica!" la rassicurò la nuotatrice mentre si sedeva a gambe incrociate sul letto, pronta ad elargire consigli senza giudicare in alcun modo i comportamenti di Chiara.

"Ma hai una faccia? Cosa succede?" il tono dolce della mora era la sua caratteristica principale, nessuno resisteva.

"Succede che lunedì parto per Roma, mi ha appena chiamato Antonio il supremo. Lui e le sue teorie!" sbuffò Lucrezia irritata, non aveva senso mentire e fingere che tutto andasse bene come aveva fatto con la madre della amica. "Abbiamo discusso e mi vuole vedere. Ma ora pensiamo a te" aggiunse ritrovando immediatamente il buonumore.

Chiara preferì non insistere e si concentrò sul vestito per la sera, mostrando per primo un tubino rosso assai appariscente. "Mmh, questo mi comunica, spogliami sono tua, non va bene!" commentò ridendo Lucrezia, per poi proseguire: "quello nero con il colletto invece è da educanda e quindi via".

Chiara allontanò le due proposte poco convinta. "Questo?" propose mostrando a Lucrezia un miniabito di lana da abbinare con dei leggings neri. "Mi piace molto, ma se fa caldo muori, quindi direi di no" le suggerì mentre apriva l'armadio per tirare fuori un paio di pantaloni attillati e una blusa elegante e morbida.

"Si mi piace, non è impegnativo ma elegante" concordò Chiara iniziando a svestirsi. "Intanto che mi preparo, mi dici perché Antonio vuole vederti?" domandò guardando fissa Lucrezia, consapevole che l'amica avesse bisogno di sfogarsi.

"Antonio vuole farmi fare alcune modifiche al mio stile di nuoto. Sergio non è convinto che sia la scelta giusta per me e neppure io. Voglio dire, dopo 40 vasche sono stanca come se ne avessi fatte 100!" sbuffò di nuovo, mentre si accingeva a pettinare l'amica.

"Averti a Roma cosa comporterebbe secondo lui? Oltre a perdere l'esame che avresti mercoledì?" chiese perplessa alla nuotatrice che storse il naso. Chiara era solita analizzare con cura ogni dettaglio e Antonio non le era neppure molto simpatico, voleva essere certa che lavorasse per il bene di Lucrezia.

"Pensa di convincermi che questo nuovo modo di nuotare mi porta vantaggi. Dice che sono condizionata da Sergio, che non è aggiornato. A nulla è valso dire che Sergio mi conosce da quando ero bambina, non ha sentito ragioni, sostiene che mi dimostrerà che così mi toglierebbe qualche centesimo. Che adesso ho creato aspettativa a Pechino e via discorrendo" Il tono rassegnato era evidente e Chiara sapeva quanto Lucrezia era ligia e rispettosa nei confronti dei coach, quindi non indagò oltre.

Una volta pronta, la mora guardò l'amica in cerca di approvazione e,  appena l'ebbe ottenuta, si avviò verso il garage dopo aver ricevuto mille raccomandazioni dalla madre. "Sei fortunata a vivere da sola, ti eviti questi sermoni ogni volta che esci" osservò, ricevendo un semplice sospiro in risposta.

L'istante prima del tuffoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora