8. chiacchiere a pranzo

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24 ottobre 2008

Il sole non aveva ancora deciso se splendere o meno quella mattina in Olanda, ma i giocatori del Milan erano tutti pronti per la colazione o quasi. Il volo che li avrebbe riportati in Italia sarebbe partito da lì a due ore e il Mister aveva concesso loro la giornata libera.

Alessandro Nesta, che divideva la camera con Filippo, osservava divertito il sorrisetto soddisfatto dipinto sul viso del compagno ogniqualvolta guardava il suo cellulare. Lo stesso sorrisetto soddisfatto che l'attaccante aveva dalla sera prima, da quando i suoi occhi erano stati rapiti da qualcosa che aveva visto sul display del proprio telefono dopo la fine della partita.

"Pippo ci sei?" domandò Alessandro mentre riponeva alcuni indumenti in borsa. "Dobbiamo scendere è da quando è finita la partita che stai attaccato al cellulare, starai mica organizzando una giornata con Alessia diversa da sesso a tutte le ore!" continuò prendendolo in giro. Prese un cuscino e glielo lanciò addosso per farlo muovere.

"Spiritoso! Per la cronaca non sento Alessia da domenica sera." Rispose l'altro riponendo il cellulare con una smorfia ed allacciandosi finalmente le scarpe.

"Ah no? E chi è allora la fortunata?" chiese sorpreso il difensore sedendosi accanto all'amico. Era sicuro che si trattasse di una donna ma non ricordava di aver visto Filippo con altre che non fossero Alessia, nell'ultimo periodo. Dopotutto però l'attaccante rossonero era un uomo pieno di sorprese, poteva benissimo trattarsi di una nuova conquista.

"Messaggiavo con Lucrezia, che tra l'altro questa mattina mi ha confermato che viene a pranzo con me" rispose Filippo alzando gli occhi verso l'amico e sfoderando di nuovo un sorriso a trentadue denti. Ad Alessandro l'espressione dell'amico ricordò quella di un bambino quando sta per scartare i regali la mattina di Natale; ed era esattamente così che l'attaccante si sentiva: come se fosse in procinto di scartare un bel regalo, tutto per sé.

"Lucrezia la nuotatrice? E da quando vi sentite?" domandò sempre più confuso Alessandro.

"Da ieri, quando mi ha scritto che avrebbe visto la partita e, siccome ha portato bene, le voglio offrire un pranzo. E chissà mai cosa potrebbe succedere dopo..." ridacchiò Filippo con espressione allusiva mentre si alzava dal letto e apriva poi la porta per scendere a colazione.

Quella stessa mattina Lucrezia si era diretta in piscina pronta ad implorare Sergio di concederle un allenamento ridotto. Aveva pensato al discorso da fargli fin dalla sera prima, quando le era arrivato il messaggio di Filippo con l'invito per pranzo, dal momento che aveva accettato d'impulso, prima ancora di sapere se in realtà avesse potuto.

Non fu necessario insistere troppo perché appena Sergio vide i suoi occhi brillare in vista del pranzo, sorrise e pensò che la nuotatrice avesse più bisogno di vivere i suoi vent'anni che non fissarsi su gare che non erano così importanti se non per Antonio e le sue teorie sullo stile della ragazza che né lui stesso né lei condividevano.

Lucrezia, felice per la libertà che le era stata concessa, nuotò benissimo restando concentrata e mettendo in atto tutte le correzioni che le venivano proposte. La sua dedizione al nuoto e l'impegno profuso in ogni allenamento erano ciò che la rendeva una vera campionessa e non sarebbe stata certo una giornata ad allenamento ridotto a compromettere le sue strepitose performance in gara.

Atterrato a Malpensa, Filippo, si diresse velocemente ai taxi per avere il tempo di vestirsi in modo adeguato e correre alla piscina dove ad aspettarlo doveva esserci Lucrezia. Non voleva farla aspettare, era già stato fin troppo maleducato con le sera in cui si erano incontrati per la prima volta.

Quando vide la Porsche parcheggiata vicino alla sua Cinquecento sorrise e accelerò il passo per lasciare il borsone nel baule della sua auto; immaginava che poi Filippo l'avrebbe invitata a salire sulla sua, dato che aveva scelto lui il ristorante in cui andare a pranzo.

L'istante prima del tuffoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora