24 dicembre 2008
"Tutto bene Lucrezia? Sei così taciturna questa mattina" la nonna mise una mano su quella della ragazza che, immersa nei suoi pensieri, osservava con finto interesse le operazioni fuori dall'aeromobile che le avrebbe condotte negli Emirati Arabi dove avrebbe raggiunto i suoi genitori per festeggiare insieme il Natale.
"Si nonna scusa mi sono distratta a guardare gli addetti ai bagagli" mentì, consapevole che l'anziana donna accanto a lei, pur non credendo alla bugia che le stava raccontando, avrebbe capito e non avrebbe insistito con domande a cui lei non voleva rispondere.
Non voleva dirle che il suo cuore ferito batteva per inerzia. Non voleva sapesse quanto fosse stata ingenua sua nipote a pensare di contare qualcosa di più che una scopata per Filippo Inzaghi. Si vergognava a confessarle di essersi lasciata irretire dalle parole di un calciatore dongiovanni e di avergli aperto il suo cuore, oltre alla porta di casa sua, senza riflettere a sufficienza. Si era trovata sul blocco di partenza e, senza indugiare, si era tuffata pensando di poter vincere. Era stata impulsiva come sempre, troppo sicura di sé per far durare qualche secondo in più quell'istante prima del tuffo nel quale sapeva valutare la possibilità di farsi male.
Un moto di rabbia la colse al ricordo delle ore appena passate, si era rigirata nel letto felice alla ricerca della fonte di calore che l'aveva resa una donna completa, ma il letto vuoto le aveva subito fatto intendere cosa fosse successo. Filippo aveva avuto la sua ricompensa e se n'era andato per sempre. Non era stata la notte carica di amore corrisposto che lei aveva vissuto, per lui era stata una notte di sesso qualsiasi con una in più delle tante ragazze che era solito frequentare.
"Anche se sono certa che lui non valga le tue lacrime, piccola mia, piangi. Butta fuori tutto, poi ti asciughi il viso e riparti. Come quando eri bambina, ricordi?" disse piano la nonna mentre stringeva la mano fredda della nipote sotto la sua. Lucrezia tentò una debole protesta, ma l'anziana donna le posò il dito sulle labbra per farla tacere; non servivano parole in quel momento, né domande che non avevano risposta diversa da "ti voglio bene e ti conosco."
La ragazza si lasciò guidare da quel semplice gesto e appoggiò la testa sulla spalla della nonna mentre si preparavano al decollo, consapevole di quanto fosse fortunata ad avere accanto a sé una persona che sapeva comprendere i suoi sentimenti anche senza fare domande, che sapeva starle vicino nei momenti difficili con dolcezza e amore infiniti.
Chiudendo gli occhi, Lucrezia pensò a Chiara; voleva farle sapere quale abbaglio avessero preso entrambe. Il piacevole ricordo che aveva previsto la mora non esisteva, c'erano solo amarezza e senso di vuoto in lei.
Durante il volo Lucrezia riuscì a ritrovare in parte la calma e una volta atterrata, con la nonna sottobraccio, uscì dalla porta scorrevole alla ricerca dell'autista mandato dal padre. Non avrebbe permesso a Filippo di rovinarle il Natale con i suoi genitori, avrebbe sorriso e avrebbe nascosto il dolore, sapeva farlo molto bene e il bel calciatore non avrebbe cambiato il suo modo di affrontare la vita.
"Pensi che quel bel giovanotto parli la nostra lingua?" domandò divertita la nonna indicando un ragazzo dalla carnagione olivastra che esibiva un cartello con i loro nomi.
"Lo scopriremo presto!" rispose Lucrezia mentre dava indicazioni in inglese all'addetto bagagli che spingeva con attenzione il carrello delle due donne.
"Benvenuta Signora Vedani e Benvenuta Lucrezia, spero abbiate fatto un buon viaggio!" le apostrofò il ragazzo dall'accento chiaramente italiano.
"Sei dei nostri!" ribatté la nonna felice di trovare qualcuno che parlasse una lingua a lei comprensibile e che non necessitasse di traduzioni.
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L'istante prima del tuffo
FanfictionL'istante prima del tuffo, Quell'istante in cui la mente ancora pensa alla gravità della terra mentre il corpo sa già di dover volare. Dove devi decidere se lanciarti e vivere o restare fermo , dove la vita è una frazione di secondo ma conta come a...