Occhio per occhio, dente per dente

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Pensavo che il lunedì fosse stato un giorno pessimo, del tutto da cancellare dalla mia memoria, eppure il martedì riesce anche ad essere peggiore. E preferirei certamente essere in una qualsiasi spiaggia deserta o - possibilmente - tra le coperte, a godermi della musica di sottofondo e una fragrante colazione portata a letto. Ma no, assolutamente, questo accade solo in quei noiosi film svedesi di Rosamund Pilcher, che la nonna guarda quasi ogni domenica.

L'unica costante che mi arreca gioia, è Lisa. Dovrebbero santificarla anche solo per il semplice fatto che esiste. Sta vicina a me senza chiedermi nulla, senza essere mai esagerata o indiscreta e tenta di farmi ridere nelle più disparate maniere, anche improvvisando un ballo che una volta aveva visto fare in un documentario filippino. È molto buffa e sembra una totale ragazzina, ma è dolce da parte sua.
Sto, sinceramente, morendo dalle risate e mi prende una fitta al fianco - di quelle che vengono solo dopo aver riso di cuore.

"Smettila, per favore." Mi lamento, tra una risata e l'altra, tenendo un braccio sullo stomaco. "Altrimenti potrei rimetterci un fianco e poi assomiglierò a quella di storia, la signora Hunt. Sembra penzoli da un lato."

"Harris, hai bisogno di ridere." Mi mette una mano sulla spalla e poi incomincia ad elencare motivi per cui ridere fa bene, "allunga la vita, non ti fa venire le rughe e fa crescere le tette."

"Questa è nuova, mh?"

"Ci ho provato, avresti bisogno di un paio di tette più grandi, ragazza mia. Cosa te ne fai di una tavola da surf?" Continua lei.

"Non infierire, bastarda. Sei un'amica pessima." Le riservo un'occhiataccia. "Sappi che se continui, potresti trovarti anche tu come la Hunt." La minaccio e nel mentre continuo a ridere.

"Su, che melodrammatica, lo sai che lo faccio perché ti adoro e voglio vedere un bel sorriso sul tuo faccino smorto, tesoro." Mi prende una guancia e la tira. Sembra proprio una di quelle anziane che incontri per strada e incominciano a propinarti storie di famiglia, dicendoti quanto sei cresciuta, mentre tu non ricordi neanche i loro fottuti nomi. "Fai un respiro profondo. Stasera ti porto al bowling e ti risolleverai il morale. Niente meglio di palle e birilli per una ragazza single." Colgo al volo il doppio senso e le dò una gomitata. Pervertita.

"Sei proprio irrecuperabile." Scuoto la testa. "Comunque accetto. L'importante è che non ci sia Anderson."

"C'è forse qualcosa che vuoi raccontarmi riguardo te e il cavaliere dagli occhi di ghiaccio?" Domanda circospetta, sollevando le sopracciglia sempre con fare scherzoso. Adoro la vena di comicità che non perde mai.

"Vieni a casa oggi, prima di andare al bowling e ti racconto. Penso di aver davvero bisogno di qualcuno con cui sfogarmi." Asserisco. "Ah, e porta anche birra - una cassa, se possibile - servirà a rilassare i miei nervi." Aggiungo perentoria. La birra risolve sempre tutto e sta bene con tutto, un po' come il nero.

"Ah, mi piace quest'Hannah versione Buffy l'ammazzavampiri. Aggressiva bimba, così ti voglio." Mima una sciabolata con la mano e immediatamente scoppiamo a ridere entrambe. Il bello di essere amiche, è che ci si può divertire insieme, senza sentirsi giudicate.

Dopodiché, Lisa mi prende sotto braccio - come un rito mattutino -, chiudo l'armadietto e l'accompagno in segreteria, per cose sue. Nel frattempo mi incammino verso l'aula, con estrema lentezza - nella speranza che il tempo si fermi e che Quiksilver venga a salvarmi.

Come al solito, mentre cammino meditabonda per il corridoio - accompagnata dalla mia sbadataggine -, vado a sbattere contro qualcuno.
Devo smetterla a guardare per terra quando mi muovo, altrimenti un giorno di questi mi investiranno o prenderò in pieno un palo e dovranno portarmi in ospedale. Alexander, probabilmente, mi prenderebbe in giro e anche Anderson, ora che ci penso.

One Last Time [in revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora