Roxanne - Moulin Rouge
Anderson gira per la cucina, a suo agio in ogni movenza. Sempre fin troppo rilassato per i miei gusti, anche se è solo la seconda volta che si trova qui. "Bene, dato che ti vedo così preso, vado a lavarmi un attimo." Lui alza gli occhi su di me e mi fa un cenno calmo. "Ti faccio le solite raccomandazioni: non rubare l'argenteria e non bruciare la cucina." Gli nasce un breve sorriso sul volto, che illumina i suoi occhi e lo rende ancora più bello di quanto sia possibile. "Sei così assurda e sarcastica in modo fastidioso. Vai a lavarti, prima che scelga di mettere te in questa padella." Borbotta.
"Ti piacerebbe," mormoro, mentre vado in camera mia. Al solito, mollo i vestiti sul pavimento e corro sotto il rilassante getto d'acqua.
Cerco di fare le cose il più velocemente possibile e così i capelli ricadono ancora un po' bagnati lungo le mie spalle. Rischiare un raffreddore, è niente in confronto al perdermi Anderson alle prese con i fornelli. Sento che sto letteralmente uscendo di testa a causa sua.
Vado in camera e scelgo una canotta a caso, accompagnata da una felpa, un paio di pantaloni neri e le ciabatte disegnate della Disney - gentile regalo della nonna. Poi i capelli decido di tirarli sopra e fare uno chignon di circostanza.
Torno giù e noto che, si, l'argenteria c'è ancora e nessun tanfo di bruciato si sta espandendo nell'aria, quindi lo prendo come un buono segno. Anzi, un denso e buon profumo sta uscendo dalla stanza in cui si trova e giunge fino alle mie narici. Ma non mi dire che l'homo habilis riesce anche cucinare!
Mi affaccio silenziosamente e poi mi appoggio al muro, approfittando della sua concentrazione. Sistemo le braccia incrociate sotto il seno e perdo lo sguardo nell'osservare i suoi movimenti, simili a quelli di un esperto danzatore. Cucina, gira qualcosa nella padella e muove i fianchi a ritmo di una musica che esce dal suo telefono. Ammettere che si sa muovere anche bene, mi costa un po', ma bisogna essere sinceri. Dondola meglio di una donna.
Non si è accorto che sono qui, quasi in aperta contemplazione e quindi mi concedo il lusso di guardarlo ancheggiare e divertirsi ancora un po'. E poi, "ti piace quello che vedi?" Chiede ridendo, voltandosi verso di me. Le ciglia alzate con fare ammiccante.
Non appena si gira - neanche io so il perché -, mi blocco. Perché è troppo perfetto, troppo per essere nella mia cucina, a sorridermi con il suo fare fastidioso e a mostrarsi nella magnificenza della maglia scura che risalta il petto fiero. Gli occhi azzurri che luccicano come falene. Le piccole rughe ad addolcire il movimento aperto delle labbra.
"Ehi," esclama Anderson, scostandosi un ciuffo sicuro dalla fronte, "bella addormentata, sveglia. Perché invece di rimanere immobile lì, non vieni ad aiutarmi?"
Rinsavisco e guardo un istante il pavimento - imbarazzata -, prima di risollevare il capo, sfidandolo con lo sguardo, "a tuo rischio e pericolo, principe." Rispondo. "Sono sempre stata un'arma letale in cucina."
Lui sbuffa. "Dai, devi solo girare alcune cose e aiutarmi con i condimenti, non sarà difficile. Ti seguirò." Detto ciò, si avvicina e comincia ad istruirmi su quello che devo fare. Tenendomi d'occhio passo per passo, con il suo sguardo vigile.
Ogni tanto - senza che gli abbia dato il permesso; dannato ragazzo! - lascia dei baci lungo la mia clavicola scoperta, dato che ho tolto la felpa, oppure al di sotto dell'orecchio. Mi agito impercettibilmente e rischio più volte di tagliarmi le dita, o di scottarmi.
L'irritazione cresce in me e decido di divertirmi anche io con lui, come quando eravamo a giocare a biliardo. Mentre prepara da mangiare, posiziono le mani sui suoi fianchi, tocco il suo petto da sotto la maglia - indugiando verso la parte più bassa -, oppure lascio una leggera scia di piccoli baci lungo la mascella e sul collo. La provocazione è femmina. Sembra davvero apprezzare, ed io vorrei riempirlo di schiaffi e poi prenderlo e assaggiare di nuovo il sapore delle sue labbra. Un veleno squisito, che non vorrei smettere, smettere mai.

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One Last Time [in revisione]
Teen FictionSiamo un olio su tela. Un'opera d'arte con contorni indefiniti. Siamo punti di luce essenziali e tratti casuali. Nella complessità di un grande quadro, siamo una piccola componente, quella fondamentale, che regala significato. Siamo e basta, è qualc...