Da quel giorno cerco di stargli lontano il più possibile, perché mi lascio influenzare dal suo modo di fare molto facilmente. Trascorro per lo più il tempo con Lisa, con mio fratello e la nonna.
Tutte le mattine si susseguono tranquille, mentre mi nascondo da un posto all'altro per evitare Ian. Sento la sua mancanza - anche se mancanza è fin troppo impegnativa come parola - e devo ammettere che mi irrita molto vederlo con Elena. Sembrano quasi finti e in lui non vedo mai quella gioia che un fidanzato dovrebbe avere quando osserva la sua fidanzata. Lei gli tocca il petto e lui la scansa, lo stesso anche quando si baciano. Forse sono io che voglio vederla in questa maniera, ma non vedo sentimento quando sono insieme.
Passano così tre settimane e il sabato Lisa mi invita ad andare ad una festa a casa di una ragazza della scuola. Accetto, solo per farla contenta e ci mettiamo d'accordo per andare in centro a fare shopping il giorno prima.
Quando arriva il venerdì, mi sento abbastanza agitata. Nei miei diciassette anni di vita, sono andata ad una sola festa e non possiedo una grande capacità nel relazionarmi. Probabilmente anche per colpa delle pessime esperienze che ho avuto.
Lisa mi aspetta allo stesso caffè in cui ero andata con nonna e Alexander, in piazza delle Erbe. Appena mi vede arrivare, agita una mano per salutarmi e le vado incontro per abbracciarla.
Andiamo a prendere un caffè e dopo partiamo alla volta dei negozi.
Ci dirigiamo in una marea di posti, uno più bello dell'altro, ma solo in uno riusciamo entrambe a trovare quello che cerchiamo.È un negozietto atipico, di quelli che sembrano fuori dal tempo e dallo spazio.
Si confonde tra gli altri, ma io e Lisa lo notiamo subito e ci attrae quella sua aria antica, molto vintage.Entriamo e ci accoglie una signora molto cordiale sulla sessantina, con i capelli grigi raccolti in uno chignon elegante e un lungo abito bianco a fasciarle la pelle pallida. Assomiglia a Meryl Streep, elegante ed eterea.
Chiede subito in cosa può esserci utile. Sono io a rispondere per prima. "Ehm, salve signora, io e la mia amica vorremmo due abiti adatti ad una festa, non troppo eleganti però." Le indichiamo anche le nostre taglie e le descriviamo a grandi linee il genere di festa.
"Oh, certo ragazze, credo di avere quello che fa per voi." Fa un sorriso piacevole e poi svanisce nel retro del negozio. Ne riemerge qualche minuto dopo con una montagnella di abiti poggiati sulle braccia. Porge tre vestiti a me e tre a Lisa, che guarda meravigliata la signora per come ha azzeccato i gusti di tutt'e due.
Andiamo in camerino e dopo prove accurate e vari consigli da parte della gentile donna, ci rechiamo in cassa.
Io ho preso un vestito bianco aderente, a maniche lunghe e lungo fino a sopra il ginocchio. Non è molto scollato avanti, ma dietro è aperto e lascia intravedere un bel pezzo di schiena. Mi piace, è raffinato e sotto posso metterci tranquillamente una delle mie tante All Stars. Mentre Lisa acquista un abito bordeaux, a bustino sul seno e più svasato sul sotto. Anche il suo a maniche lunghe e ha qualche inserto in pizzo. Le sta davvero d'incanto. Ha un fascino molto particolare, l'ho pensato dal primo giorno.
Ce ne andiamo di lì felici e appagate, ripromettendoci di ritornare in quel piccolo negozio di nuovo.
Lisa mi accompagna a casa con la sua macchina, la saluto e dice che passerà a prendermi l'indomani sotto casa alle nove.
-
È sabato e la scuola non c'è, quindi mi alzo a ora di pranzo dal letto, mangio veloce una frutta e vado a fare due tiri fuori in giardino con Alexander.
Se ne sta lì, tutto concentrato sulla sua palla, a fare tiri liberi o a provare qualche terzo tempo. Sorrido e corro, passandogli sotto il braccio, rubandogli la palla dalla mano e andando a canestro. Dopodiché, recupero il pallone e lo guardo con aria di sfida. "Sei debole, fratellino." Lo prendo in giro.
"Ce l'hai fatta solo perché sei bassa, H. Preparati a sudare." Ribatte e iniziamo una specie di gara a due.
Restiamo a giocare per un'ora buona e dopo, sfiniti, ci accasciamo per terra a sgranchire le gambe. Se la nonna ci vedesse, probabilmente immergerebbe entrambi nella candeggina.
Alexander porta le mani dietro la testa e si volta a guardarmi. "Allora, perdente, vai alla festa questa sera?" Chiede, con il suo piglio beffardo.
Gli faccio la linguaccia, come una vera bambina. "Si, ieri sono andata a comprare il vestito con Lisa e stasera mi passa a prendere alle nove per andare. Tu, invece?" Rispondo, mentre getto un po' di acqua sul mio viso, cercando di eliminare il sudore.
"Si, credo che ci andrò con Ian."
"Ti prego, dimmi che ho sentito male." Borbotto.
"Perché? Non ti sta simpatico Ian? È un gran... figo? Com'è che dite voi ragazze?" Scherza.
"Sei proprio simpatico, mh." Gli lascio un calcio sul fianco, con il poco di forza che mi rimane. "Comunque, parlando di Anderson, il suo carattere lascia un tantino a desiderare. E poi, non è anche più piccolo di te?"
"Bah, a me sta simpatico. E poi ha solo un anno in meno a me, non sono così vecchio." Dice ridendo e rubandomi la bottiglia di acqua da sotto il naso.
"Si vedono le rughe, bell'imbusto." "La sua fidanzata, verrà con voi?"
"Ian mi ha detto che Elena sta male e quindi stasera non verrà." Prendo un respiro e sento qualcuno o qualcosa esultare dentro di me.
Malefica non ci sarà e la serata già si prospetta migliore.
"Okay, ora vado a farmi la doccia e ci vediamo prima di uscire Al." Lui annuisce e mi da una leggera pacca al sedere. Lo mando finemente a quel paese, ed entro in casa.
Corro al terzo piano e vado nella doccia. Lascio che la tensione si sciolga sotto il getto d'acqua calda e mi concedo anche un momento di piacere. È una goduria.
Resto per un'oretta lì dentro, poi guardo l'orologio; le sette. Mi asciugo di fretta i capelli e li spazzolo giusto per cercare di dare un'apparenza di ordine. Trucco gli occhi con un filo di eye-liner -probabilmente anche troppo spesso -, un po' di mascara e del lucidalabbra color carne. Indosso il vestito e delle scarpe basse grigio chiaro e un po' consumate.
Nel complesso, il risultato non è male.Prendo una tracolla a caso e scendo, sono le otto e mezzo e sto cercando di placare il mio terrore di stare in uno spazio con un'enorme quantità di persone che probabilmente saranno più capaci a relazionarsi di me. Quando arrivo infondo alla scalinata principale, noto due paia di occhi girarsi verso di me e io rimango ferma, nel più completo imbarazzo.
Sono Alexander e Ian.
Sono bellissimi entrambi, due giovani stupendi. Eppure, Anderson stasera si è davvero superato.È affascinante. Il modo in cui ha sistemato i capelli, la maglia aderente al torace ben definito e il sorriso luminoso.
Sento le ginocchia molli sotto i suoi occhi azzurri e mi costringo a muovermi per andare a salutarli.Abbraccio forte mio fratello che mi sussurra un dolce sei bellissima sorellina all'orecchio e lascio un leggero bacio sulla guancia di Ian, che stringe una mano sul mio fianco e sembra voglia dirmi qualcosa, ma si trattiene e scosta subito la mano.
Il suono del clacson della macchina di Lisa ci toglie da quel momento di imbarazzo e le sono infinitamente grata. Non ero psicologicamente pronta a vedere una tale bellezza propinarsi davanti ai miei occhi.
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One Last Time [in revisione]
Roman pour AdolescentsSiamo un olio su tela. Un'opera d'arte con contorni indefiniti. Siamo punti di luce essenziali e tratti casuali. Nella complessità di un grande quadro, siamo una piccola componente, quella fondamentale, che regala significato. Siamo e basta, è qualc...